L'organo "politico-decisionale" sotto accusa - Lettera di "addio" del Comandante della P.M., dott. Stefano Blasco

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Commenti di Gaetano Lapunzina e di Manfredi Borselino
(Vedi anche intervista di Paola Castiglia su la Voceweb)

In occasione della ormai prossima immissione in servizio nella qualità di Dirigente Comandante presso il Comune di Lipari, ritengo doveroso, e conforme ai dettami della normale buona educazione, rivolgere un saluto alla cittadinanza di Cefalù, paese presso il quale ho trascorso gli ultimi sette anni e mezzo dei complessivi venti in cui l’ho frequentato per motivi affettivi e familiari. La parentesi che si conclude, infatti, è esclusivamente lavorativa e professionale, e continuerò a vivere Cefalù costantemente, come facevo quando lavoravo nella provincia di Catania, ad Alia,a Collesano ed a Lipari.

Sette anni di vita professionale non particolarmente complessi né difficili, che ho sempre voluto vivere con la massima discrezione possibile e che si possono riassumere in un elenco di risultati concreti ottenuti in favore di chi ha lavorato per il Corpo di Polizia Municipale, lavoratori che sono stati negli anni posti in condizioni di operare nel modo migliore possibile a beneficio dei cittadini.

Si possono citare, in ordine cronologico, la costante fornitura di divise nuove e la loro uniformità, l’addestramento professionale e l’armamento individuale che hanno legittimato il servizio notturno di polizia urbana, la formazione di personale precario, che è stato qualificato e reso operatore di polizia a pieno titolo, l’acquisto di un autoparco nuovo ed efficiente con 7 autovetture adatte a vari usi, il raddoppio dei locali e degli Uffici a disposizione degli operatori e del pubblico, l’acquisto di macchine e materiale informatico, l’avvio di nuove procedure informatizzate, ma soprattutto numeri di sostanza, come le circa 300 operazioni ed indagini di polizia giudiziaria ed edilizia, i 7.000 verbali elevati, che, cifre alla mano, hanno portato alle casse del Comune circa 2.200.000 euro in 7 anni ed al netto degli incassi relativi ai “ruoli” degli anni precedenti. Numeri questi, che hanno fatto e fanno del Corpo di Polizia Municipale il settore in assoluto più produttivo del Municipio.

Tutto questo è stato ottenuto e messo in campo per volontà del Comando, ovvero per volontà del funzionario e degli operatori che hanno svolto e svolgono il proprio lavoro sulla strada, tra la maleducazione e le provocazioni che quotidianamente essi “respirano”, vivono e di cui sono testimoni.

Il riscontro che si è avuto dall’organo politico–decisionale rispetto a questa volontà di efficienza ed a questi fatti concreti, si può riassumere in una parabola discendente, che va dall’incremento stagionale estivo del Corpo degli anni 2003–2006, agli anni recenti, in cui per mezzo di scelte politiche, si è via via ridotta la disponibilità di organico, non rimpiazzando i pensionamenti, così come sono state falcidiate le ore-lavoro a disposizione del personale precario. Tutto ciò ha dimezzato di fatto la forza lavorativa del Corpo, anche grazie alle “strategie” poste in essere dall’assessore al personale nell’ultimo anno e mezzo, il quale considera il Corpo di Polizia municipale né più né meno importante di altri uffici comunali. Del resto, i risultati, in termini di presenza sul territorio, sono sotto gli occhi di tutti.

La mera elencazione del lavoro svolto dal sottoscritto e dagli operatori non può comunque esaurire i contenuti di sette anni di splendidi rapporti umani e professionali, con tanti tra i miei colleghi della Polizia Municipale e gli amministrativi, così come dei rapporti di amicizia e professionali con i colleghi della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Guardia Costiera, del Corpo Forestale ed altri. In particolare mi piace ricordare il Dirigente Dott. Giuseppe Lo Presti ed il nucleo investigativo della Polizia di Stato con i preziosi Calogero Sgrò e Nino Di Martino, il Luogotenente Giovanni D’Amico del Nucleo Operativo dei Carabinieri, il Comandante Diego Caruso della Guardia Costiera. Voce a parte merita il dott. Manfredi Borsellino, che mi onora già da anni della sua amicizia e con il quale, abbiamo posto in essere operazioni di Polizia Giudiziaria di indubbio rilievo e che volevano rappresentare principalmente un “atto d’amore” verso la città di Cefalù ed il suo patrimonio artistico e paesaggistico già da tempo e sempre più calpestato e sfregiato da antichi e nuovi, beceri e meschini interessi individuali.

Ho svolto il mio lavoro sempre a testa alta, a dispetto delle velate ostilità della politica, trattando tutti sempre allo stesso modo e senza mai cedere ad atteggiamenti ossequiosi o proni verso chi, in questa comunità si crede “potente” solo perché ha titoli, influenze, denaro o voti. Non ho mai trattato con riguardi particolari chi è magari abituato alla devozione ed alla deferenza di un concittadino che è per natura mite e remissivo verso i forti, ipercritico verso i propri pari e sprezzante verso i deboli.

Questo modo di operare, accompagnato dai risultati concreti della collaborazione portata avanti con le altre forze dell’ordine, ha avuto comunque un prezzo. Qualcosa che è riuscito unicamente ad urtare la mia sensibilità individuale, non certo a modificare il mio modo di lavorare o ad intaccare la mia dignità personale. Una vile missiva anonima e diffamatoria rivolta alla mia persona ed inviata, con metodo, a tutti gli uffici di Cefalù nel gennaio scorso, la cui gravità non risiedeva tanto nel suo contenuto, evidente frutto della mente di una persona sola, malata e depressa, quanto piuttosto nel comportamento omissivo e silente della amministrazione Comunale, ed in particolare della Giunta, che pur essendo destinataria di questa lettera, non ha preso alcuna posizione ufficiale o ufficiosa a riguardo. Del pari può dirsi del Consiglio Comunale, cui la missiva è stata formalmente inviata proprio dal sottoscritto per l’avvio di un pubblico dibattito, ma che l’ha invece affidata al solido e monolitico silenzio del suo Presidente. Forse perché, ad una sommaria lettura, poteva sorgere il dubbio che la missiva potesse provenire proprio da un soggetto che opera all’interno della casa comunale, considerato che il suo scrivere denota particolare dovizia ed appropriata conoscenza di dettagli burocratici ed indirizzi amministrativi.

Questo triste tentativo di delegittimazione e infamia, in sette anni e mezzo di lavoro fatto con piacere, entusiasmo ed onestà, rimane l’unica piccola nota amara, che è comunque mitigata dal peso specifico e dallo spessore intellettuale molto esigui di personaggi che rivestendo dei ruoli che hanno preteso per sé stessi, dovrebbero avere di tanto in tanto il coraggio di uscire dalla mediocrità in cui si crogiolano ed esprimere, se non vere e proprie idee, quantomeno consensi o dissensi di fronte ai fatti concreti.

Sette anni e mezzo di responsabilità di comando costituiscono ad ogni modo un grande patrimonio individuale di esperienza e di arricchimento umano. Saluto tutti i colleghi e tutte le persone che mi hanno voluto bene in modo sincero, e tra questi i miei compagni di bicicletta e amici del tempo libero, Dario La Martina, Vincenzo Vazzana e Gianni Forzisi.

Infine auguro ai miei colleghi poliziotti municipali ed impiegati, di proseguire con decoro in un’opera difficile nell’ambito di un Ente locale, svolgendo quotidianamente un lavoro la cui retribuzione li mantiene ormai sull’orlo di una indigenza economica che è celata solo dall’orgoglio. In particolare consiglio loro, come ho sempre fatto, di non cadere anche nella povertà morale, rifuggendo sempre dalle false promesse di una politica sempre più dozzinale e tendente al ricatto. Di vivere e lavorare facendo riferimento unicamente alle proprie forze, alla propria capacità ed alle proprie risorse.

Così facendo, manterranno intatta la propria dignità, se la considerano importante, e non dovranno “ringraziare” nessun altro che Se Stessi.

Cordialmente

Dott. Stefano Blasco.

ritratto di Pino Lo Presti

Solidarietà al Comandante Blasco

Personalmente, specie nell’ultimo anno, non ho lesinato critiche all’operato o, meglio, al “non operato”, dei VV.UU. e della P.M. ma l’ho fatto forte di mie precedenti pubbliche dichiarazioni nei loro confronti (vedi DonLappanio:'09.03.22 “S.O.S. Polizia municipale 1° e 2”, e '09.03.22 “Solidarietà ai VV.UU. di Cefalù” e, ancora, '09.05.25 “VV.UU. O.K., QUANDO CI SONO”!) di stima e di sostegno per il loro indispensabile ruolo nella vita di una città.
Innumerevoli sono state le volte in cui ho messo in rilievo come le condizioni della loro non “completa ed efficiente” operatività fossero da attribuirsi ad una chiara volontà politico-amministrativa che ha voluto, negli anni, tenere questo essenziale Corpo di Vigilanza al Servizio dei cittadini e delle regole del territorio, in condizioni di “non nuocere” soprattutto al perverso tessuto degli interessi del commercio e della edilizia, ma non solo!
Speravo che il Comandante Blasco prima di lasciare il suo incarico dicesse direttamente e pubblicamente, quanto - seppure in una forma “istituzionale”, e quindi ancora necessariamente “ingessata” - ha lasciato trasparire in questa lettera.
Nell’esprimere la mia solidarierà personale al Comandante Blasco, mi auguro che, almeno in Consiglio Comunale - si apra un dibattito sulla necessità che Cefalù abbia un organo di vigilanza nelle condizioni di poter svolgere al meglio i suoi compiti istituzionali e con la dignità dovuta.

ritratto di Gaetano Lapunzina

Il cambiamento è sempre possibile

La lettera aperta con cui il Dott. Stefano Blasco rivolge un saluto alla Città nella quale, per sette anni, ha ricoperto l´incarico di Comandante del Corpo di Vigili Urbani, contiene una analisi amara, ma al contempo lucida e reale, del contesto sociale di riferimento, e costituisce una pesante denuncia nei riguardi di certa "politica sempre più dozzinale e tendente al ricatto", e verso un potere impersonato da chi pretende "atteggiamenti ossequiosi e proni" perché "si crede potente solo perché ha titoli, influenze, denaro e voti".

L´intervista, poi (lavoceweb.com), con cui il Dott. Blasco, Uomo che ha vissuto le Istituzioni dal di dentro, addebita il degrado in cui vive la Città ad una "convergenza incancrenita di interessi ... rappresentati da quelle stesse persone sempre più decrepite e avide... vecchi "notabili" infarciti di furbizia e perbenismo", mossi dagli "interessi edilizi" rispetto a cui il turismo costituisce una semplice copertura "per riversare ulteriore cemento in quei pochi luoghi dove non si potrebbe", è una conferma alle denunce che, da anni, rivolgiamo alla gestione ed all´esercizio abusivo del potere, nei cui confronti si rende necessaria, oltre all´auspicabile intervento delle Competenti autorità, una ferma presa di coscienza dei cefaludesi, quelli che il Comandante uscente definisce "persone tendenzialmente buone ma troppo arrendevoli e deferenti verso il "potente".

Della cruda analisi svolta dal Dott. Blasco, cui vanno un saluto ed un ringraziamento, ciò che di certo non è condivisibile è che Cefalù sia destinata a non potersi mai sollevare da questo stato di cose.

Egregio Comandante, ogni battaglia giusta è destinata alla vittoria. C´è tanta gente che lavora per un risultato cui anche Lei, proseguendo, come afferma, a frequentare Cefalù, vorrà di certo continuare a dare il Suo contributo.

Gaetano Lapunzina

ritratto di Staff

Dal Commissario M. Borsellino

l Comandante Stefano Blasco, della cui amicizia mi onoro, lascia la Polizia Municipale di Cefalù per assumere l’incarico prestigioso di Comandante/Dirigente dei vigili urbani di tutto l’arcipelago eoliano.
La notizia, sebbene da me conosciuta da tempo, è divenuta ufficiale in seguito alla bellissima lettera di commiato pubblicata su alcuni siti d’informazione cefaludese dello stesso dott. Blasco, che da subito ringrazio per le parole estremamente affettuose che nella stessa mi ha voluto dedicare.
Ho conosciuto Stefano Blasco ai tempi del liceo, quindi per diversi anni ci siamo persi per poi ritrovarci insieme a partecipare alle preselezioni di un concorso pubblico. Da allora, seppure saltuariamente, ci aggiornavamo sui nostri percorsi professionali fino a quando, nell’aprile dello scorso anno, le nostre strade si sono incrociate.
Non faccio mistero del fatto che quando giunsi qui a Cefalù per assumere la direzione del locale Commissariato conoscevo solo lui, “il” Comandante dei vigili urbani, che tuttavia per me era (e rimarrà sempre) soltanto l’amico e concittadino Stefano. La circostanza che due palermitani come noi, per giunta accomunati dagli stessi valori, si trovassero come per incanto a lavorare nella stessa città, attenuò subito i disagi inevitabili cui andavo incontro per la lontananza da casa e dai miei affetti.
Mi sembra davvero superfluo in questa sede evidenziare l’importanza, il ruolo, l’esempio che per me ha rappresentato Stefano Blasco qui a Cefalù.
E’ bene tuttavia che si sappia che chi scrive poco o nulla sarebbe riuscito a fare nella sua qualità di Dirigente del locale Commissariato senza il prezioso e brillante contributo, direi anche senza gli stessi consigli o suggerimenti, del dott. Blasco.
Con lui accanto tutto è risultato più facile, dai rapporti con le istituzioni cittadine alle problematiche di ordine pubblico, dalle operazioni di polizia giudiziaria (molte delle quali condivise e realizzate insieme) alle emergenze sociali che spesso nel nostro lavoro ci troviamo a fronteggiare impropriamente per una non sempre attenta azione dei nostri rappresentanti politico/istituzionali.
Non nego che mi lascerà un grande vuoto, “ci” lascerà un grande vuoto, e non mi riferisco soltanto al personale del Commissariato, con buona parte del quale egli intratteneva ottimi rapporti ben prima che io arrivassi, ma alla comunità tutta che, sono sicuro, avvertirà questo vuoto strada facendo e oltre l’immaginabile.
Mi mancherà poi un validissimo interlocutore con cui, nelle nostre ricorrenti “pause pranzo”, mi intrattenevo più che piacevolmente a commentare i fatti del giorno, molti dei quali tratti dalla lettura dei quotidiani cui, per il carico di lavoro, quasi sempre non potevamo dedicarci nelle ore d’ufficio.
Da quando dirigo il Commissariato di Cefalù mi è già capitato molte volte di “salutare” colleghi valorosi che vuoi per raggiungimento dei limiti d’età, vuoi per esigenze familiari, sono andati via o comunque hanno lasciato l’ufficio di appartenenza, ma questa volta è diverso: lascia Cefalù con tutte le criticità che lui ha ben evidenziato nella sua lettera di saluto una gran persona perbene, come gli ho anche scritto privatamente un uomo tutto di un pezzo, che “si è fatto da solo” e per ciò stesso nel suo lavoro, come del resto nella vita, è libero di decidere e può camminare a testa alta.
Con questa lettera, che lui voleva semplice “epitaffio”, lo saluto affettuosamente augurandogli, come ho già tante volte fatto privatamente, di continuare a svolgere il suo lavoro con la trasparenza, l’onestà e la rettitudine morale che gli sono propri.
Manfredi Borsellino

ritratto di Pino Lo Presti

Da una intervista a R. Corsello del 9 0ttobre

Questo lo stralcio di una intervista, ancora inedita, che ho fatto, al Vicesindaco R. Corsello, il 9 ottobre di quest’anno:

Domanda - Avremo mai un controllo reale, non solo nel centro storico della città, ma del territorio? Avremo mai un corpo di Vigili Urbani in grado di operare i suoi compiti? Come si fa a governare se non c’è il controllo del territorio?

Risposta - esattamente. Anche in questa storia il “siamo senza soldi” non è la giusta risposta; siamo nella impossibilità di spendere i soldi - certamente non tantissimi - che abbiamo in Bilancio, perché ci manca lo Strumento finanziario. Il dato è che siamo al 9 ottobre e ancora la città è priva dello strumento di amministrazione fondamentale che è il Bilancio, che il Consiglio comunale non ha ancora approvato.
Io non sto dando responsabilità a nessuno; sto fotografando il fatto. Il fatto è che è questa una difficoltà che complica l’amministrazione della città e quindi la vita di tutti noi cittadini cefaludesi.
Come Amministrazione siamo stati costretti ad escluderci una responsabilità, compiendo addirittura un atto che potrebbe anche essere considerato illegittimo, nel senso che noi nel mese di agosto eravamo praticamente senza vigili urbani (c’era il problema, la necessità di integrare il monte orario dei lavoratori a contratto, a termine, adibiti a funzioni di Polizia Urbana). Con il buon senso dei consiglieri (abbiamo convocato i capigruppo dai quali abbiamo avuto la massima collaborazione), ci siamo assunti una responsabilità, che andava oltre la nostra normale tollerabilità, compiendo un atto al limite della legittimità ma l’abbiamo fatto perché “senza” non si poteva stare, perché agosto e settembre eravamo senza vigili urbani.
Ma il problema è diverso, il problema del controllo del territorio è anche per quanto attiene le centinaia di venditori ambulanti extracomunitari - nei cui confronti io non ho nulla di particolare - ma che certamente non sono più tollerabili, in questo numero assolutamente sproporzionato e disordinato, sul lungomare. Non è pensabile che il corpo di Polizia Municipale, con la sua esiguità di mezzi e di numeri, possa risolvere tutti i problemi della città. Occorre una coordinamento delle forze di polizia presenti a Cefalù.
Il Sindaco ha convocato, all’inizio della estate, un tavolo in cui ci siamo tutti trovati a doverci confrontare con questa emergenza. Io devo dire anche che il Sindaco ha scritto al Prefetto perché il problema che abbiamo sollevato non è più gestibile in questo modo. Non è pensabile delegare o scaricare tutto sui Vigili Urbani, non ce la possono fare. In questa città, dove ci sono tutte le forze di polizia, c’è la necessità che ciascuno collabori con gli altri, non ci possono essere compartimenti stagni fra Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza; e poi mi chiedo perché, in alcuni casi, si creino le operazioni interforze e in altri no. Questo è un argomento su cui io non sono ancora riuscito a farmi una ragione.

Domanda - Abbiamo un corpo dei Vigili Urbani sottodimensionato rispetto ai parametri previsti dalla legge: siamo a circa il 50/60%

Risposta - Purtroppo con l’attuale normativa è materialmente impossibile, c’è l’impossibilità di fare concorsi pubblici

Domanda - Il problema è quindi sovraccomunale e non un problema di scelte politiche locali?

Risposta - Abbiamo fatto delle assunzioni ma non abbiamo potuto coprire tutti posti in organico dei Vigili Urbani perché la legge ce lo vieta perché c’è il problema della “quota delle assunzioni”, che comunque devono essere riservate a persone contrattiste, e, in ogni caso, non puoi assumere, nell’anno solare, in un numero superiore a quello di coloro che, nell’anno prima, sono andati in pensione.
C’è un meccanismo complicatissimo, in forza del quale, anche se il Comune vince 130 milioni di euro e vuole assumere 20 vigili urbani, non può farlo, non può farlo perché la norma che regola il Patto di stabilità tra gli Enti impedisce di potere assumere del personale. Questo è il punto!

Domanda - Quindi siamo “a mare”?

Risposta - Una situazione drammatica

Domanda - Se non cambiano le leggi nazionali, non si potrà mai risolvere allora questa questione?

Risposta - Non è un problema solo di Cefalù, ma diffuso in molti altri comuni; è una situazione drammatica.
Sul controllo del territorio sto lavorando a quella che ritengo una scommessa - proprio perchè non abbiamo comunque la possibilità di utilizzare appieno lo strumento del controllo umano quindi del Vigile Urbano -; stiamo centrando le nostre energie su una ottimizzazione dei servizi che la Telecom fornisce al Comune.
Con Telecom abbiamo avviato un discorso che purtroppo non si è riusciti a mettere in pratica per l’estate, ma, a breve, credo che andrà a regime un sistema di tele controllo del Centro Storico attraverso l’utilizzo di telecamere fisse...