EXCUSATIO NON PETITA
12 Ottobre 2010, 13:25 - Giuseppe Aquia [suoi interventi e commenti]
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A questo punto caro Pino Lo Presti penso che tu abbia ragione non bisogna alimentare polemiche; Ma bisogna dire ai cittadini il perchè abbiamo un comune in dissesto finanziario. (o quasi).
Negli anni questi pseudo imprenditori non hanno mai pagato la tarsu, e l'acqua, come da un loro dipendente ammesso,ma in compenso hanno fatto dei ricorsi per poter far scadere i termini per non pagare le cose basilari di una comunità cioè l'acqua e la tarsu che la povera gente deve pagare anche a rate.Deduco che milioni di euro sono stati condonati a gente che sicuramente si è arricchita anche di questo,diciamolo chiaramente ai cittadini quanti soldi sono stati condonati a questi signori cosi tutti sappiamo chi dobbiamo ringraziare, per la situazione deficitaria di questo comune. Ecco cari amici parliamo di questo che è molto importante, adesso abbiamo una mezza ammissione.
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Mi ricodo che
ai tempi di DonLappanio, io stesso ebbi a chiedere (se non ricordo male, ad Oro Colato ed al sig. G. Neri), in merito al contenzioso con il Comune per la Tarsu, come mai chi si era appellato (il Comune chiedeva agli albergatori di pagare secondo una tariffa maggiorata rispetto a quella delle semplici abitazioni, in virtù di non sò quale legge che glielo avrebbe consentito) non pagasse intanto la somma non oggetto di contestazione. Non ebbi risposta.
Di recente, in Consiglio Comunale - mi pare il consigliere Calabrese - ebbe ad accennare alla opportunità di chiedere intanto il pagamento di questa quota non oggetto di contestazione.
In un secondo momento cercai di acquisire un Atto ufficiale in cui fosse evidenziata la cifra totale (non l'elenco dei nominativi) dovuta, al riguardo, al Comune, ma senza esito.
Certo l'idea che con i soldi dovuti al Comune ci si potesse fare "belli" sponsorizzando - che sò (mi sto inventando un esempio): i giochi d'artificio per il SS. Salvatore o altro, mi procura un certo sconcerto.
Occorrerebbe una "operazione verità", da parte di chi può, attraverso cui si potesse sapere chi (dei grossi contribuenti) e quanto deve attualmente al Comune (anche se in fase di contestazione legale), e chi e quanto "del dovuto" si è perso per le casse camunali negli anni passati in cui ancora valeva la Prescrizione dopo 5 anni (credo).
Questa "operazione verità" sarebbe oltremodo necessaria e dovuta ai cittadini di Cefalù per capire chi, se e quanto ha contribuito all'attuale dissesto finanziario!
Caro Pino
E' semplicissimo ... molti albergatori di Cefalù (come quasi tutti gli albergatori d'Italia) hanno presentato ricorso avverso il comune per l'applicazione di una tariffa TARSU diversa da quella applicata alle famiglie.
Tale differenziazione è illeggittima e i giudici hanno evidentemente accolto i nostri ricorsi.
A questo punto la causa del dissesto finanziario è da attribuire ai signori Giudici per avere correttamente applicato la legge.
Prescrizioni od altro non c'entrano niente poichè il ricorso sospende i termini di prescrizione (almeno credo).
Per anni, inoltre, gli albergatori hanno pagato di più del dovuto (questi si forse saranno prescritti) ed ora ritengono di essere creditori e non debitori.
Ti chiedo tu al posto degli albergatori cosa avresti fatto ?
Se ti arriva una bolletta sbagliata che fai la paghi ?
O fai ricorso ??
Ciao
Caro Giusi
Ricorderai che già allora io mi pronunciai contrario alla impostazione della Tarsu come "tassa", pronunciandomi invece a favore della idea che ciascuno deve pagare quello che "consuma". In quella occasione mi dissi anche contrario al fatto che il Comune facesse questa discriminazione tariffaria sulla Tarsu, e dissi che se il Comune riteneva che le attività alberghiere dovessero contribuire finanziariamente, in maniera ulteriore, alla vita del Comune sarebbe stato più trasparente ed onesto, da parte della Amministrazione, imporgli una tassa sul giro di affari, ovviamente assumendosene la responsabilità politica.
Ricordato ciò, resta la domanda: perchè se si vuole avere amore (patriottismo) per questa città, specie in un momento così finanziariamente disastrato, non si paga quello che "secondo me e credo te" sarebbe giusto, contribuendo meglio che con una sponsorizzazione (in ogni caso ben accetta) a rianimarne la vitalità?
Una operazione "Verità, sia che per il pregresso che per il presente, io credo che converrebbe soprattutto a chi, come te, crede di aver subito un danno dalle "ingiuste" esazioni del Comune, prescritte, prescrittibili o no.
Fare i conti, anche quando, non si può più riparare al danno economico, serve agli onesti per potere, da quel momento, camminare per strada senza che più nesssuno possa proiettargli addosso ombre e maldicenze!
Ma serve anche ai cittadini per capire meglio chi tra gli Amministratori, nel tempo, ha sbagliato o meno!
Vado alla tua domanda personale nei miei confronti, circa la bolletta sbagliata. Ho proprio sotto le mani il caso delle bollette della Tiscali su cui continuano a conteggiarmi un servizio di cui non usufruisco. Ebbene regolarmente rispondo pagando una bolletta (di quelle scritte a mano) che esclude dal conteggio quanto da me non dovuto. Dovranno essere loro a giustificarmi la loro palesemente illeggitima richiesta.
In altra posizione mi troverei se intanto non pagassi quanto correttamente invece dovuto.
Caro Pino
La Tarsu va commisurata soltanto alla superficie dei locali e alla produzione dei rifiuti non può essere commisurata al giro d'affari sarebbe un altra IRAP o IRES.
Anche il Consiglio di Stato, con decisione del 29.05.2000, n. 3092 ha chiarito che: «1) ai sensi dell’art. 270 del TUFL le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani devono essere commisurate soltanto alla capacità dei locali tassabili a produrre rifiuti e non alla loro redditività.
Del caso “Cefalù” si è occupato la Commissione tributaria Provinciale che ne ha disapplicato il regolamento comunale, approvato con deliberazione n. 116 del 27.8.1996, dichiarando “ l’illogicità di una quantificazione del tributo arbitraria che occulta una tassazione del tutto iniqua”.
Per quanto riguarda il pagamento della tassa secondo un conteggio ritenuto quello giusto (scritto a mano) ti ripeto che siamo creditori e non debitori, poichè attendiamo il rimborso di quanto pagato in più negli anni, prima che uscissero le sentenze a noi favorevoli.
Posso assicurarti,invece, almeno per l'azienda della mia famiglia, che così è stato fatto riguardo il servizio idrico, abbiamo pagato quello che abbiamo ritenuto essere giusto, oggi convalidato da una recente sentenza del Tribunale di Cefalù.
Poi sappi che tutti (o quasi) gli amministratori dei comuni italiani hanno sbagliato nell'applicare le tariffe Tarsu quindi non serve a nulla ed è inutile cercare i responsabili.
Fra i comuni che fanno eccezione e quindi hanno applicato le giuste tariffe voglio citare Milano.
Una buonagiornata
Non ho detto questo
cioè di far pagare la Tarsu commisurandola con il giro di affari - sarebbe assurdo.
Ho detto che dovrebbe essere fatta pagare in base a quello che "conferisci".
Ho aggiunto che se il Comune ha poi bisogno di altri soldi e ritiene che le attività alberghiere dovessero contribuire finanziariamente, in maniera ulteriore, alla vita dello stesso, sarebbe stato più trasparente ed onesto, da parte della Amministrazione, imporgli una tassa sul giro di affari (ad esempio).
La famosa tassa di scopo
La famosa tassa di scopo, rispunta.
Bene, così aiutiamo le piccole aziende ... a fallire
"Non ebbi risposta"
Ti ricordo una delle risposte
Nuova presa di posizione della Commissione Tributaria di Palermo
Costa Orientale - Costa Orientale News
Scritto da Donlappanio
Sabato 10 Ottobre 2009 12:45
Nuova presa di posizione della CT di Palermo (sentenze del 22.09.09) sulla necessità di applicare agli alberghi la TARSU con le stesse tariffe applicate alle civili abitazioni.
Con la sentenza i Giudici non tengono in considerazione ( e non poteva essere diversamente) le controdeduzioni del legale del Comune e nemmeno la famosa sentenza della Suprema Corte che l’ex assessore Fertitta citava in un suo intervento.
La vicenda affrontata dal Collegio ricalca un copione ormai ben noto.