Berlusconi: amarlo o giudicarlo?
15 Dicembre 2009, 14:03 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti]
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Il gesto inqualificabile contro Berlusconi è sicuramente poca cosa rispetto a quel che sta accadendo sul web e ai commenti dell'uomo della strada. Se, infatti, il gesto segna un regresso civile e culturale di secoli e quasi un ritorno al tempo in cui le teste si rompevano invece di contarle e se esso può essere spiegato con una grave malattia mentale dell'attentatore, quel che sta accadendo sul web è un esempio di una marcata imbecillità.
Solo all'inizio, quando egli si disse un liberale e in nome dei principi liberali chiese la fiducia degli Italiani, lo presi in considerazione quasi positiva, ma poi, accortomi che aveva usato questi principi per fare tutt'altra politica e che tutto era, tranne che uno statista, me ne allontanai e ne presi spesso le distanze nelle tante occasioni in cui la sua posizione e le sue scelte politiche dimostravano quanti errori egli andava commettendo. Non ultima la nuova legge elettorale, che ha tolto ai cittadini il diritto di una vera scelta. Solo pochi giorni addietro ho parlato criticamente, proprio su queste pagine, anche delle nuovi disegni di legge, che il Governo vorrebbe far approvare al Parlamento in nome di una riforma degli apparati giudiziari, non rendendosi conto che, senza volerlo, si finirebbe con il favorire proprio la mafia, contro la quale proprio Berlusconi vanta i successi del suo Governo.
Per dirla con il Manzoni, “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio” posso, perciò, esprimere la mia opinione, fermo restando che il fatto, come dice Bersani dall'opposizione, va giudicato come incivile “senza se e senza ma”. Fermo restando pure che il mio giudizio non vuol sottolineare eventuali responsabilità di Berlusconi, perché qualche idiota vuol considerarlo artefice di una realtà socio-politica, che ha determinato un clima di odio. L'odio eventualmente fomentato, nasce e cresce perché c'è chi sa e forse vuole odiare. Ed è questo qualcuno che dev'essere ora giudicato, non la sua vittima.
Prendo le mosse dalla confessione che Berlusconi ha fatto a don Verzé: non capisco perché mi odino.
Io lo capisco benissimo: alcuni lo odiano tanto quanto altri lo amano. Entrambi visceralmente e non razionalmente, come quando si giudica un politico per le sue scelte. Ma Berlusconi, che si ama e si autostima, vuole suscitare anche negli altri lo stesso amore. L'essere amati fino al punto di permettere che si canti “meno male che Silvio c'è” comporta, però, che si possa essere anche odiati, visceralmente e irrazionalmente come si è amati. Un politico – per non dire uno statista – non può, però, essere una rockstar!
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