“De Sherbeth”
23 Settembre 2010, 04:14 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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Mi piace il gelato, mi piace l'idea dello Sherbeth ma:"Ciò che mi sembra sia mancato “all’incontro”, ancor oggi, 2010, è la presenza di una città, di una Amministrazione della città “ospitante attiva” e perciò interlocutrice non sottomessa e passiva!"
Confesso che anch’io, i primi anni, vedevo con una certa antipatia questa manifestazione.
A parte i soliti dubbi circa la natura politico-economica, più o meno trasparente ai miei occhi, che si potevano avere, mi rendo oggi conto che era la sensazione di trovarmi di fronte ad una “invadenza” che più mi turbava.
D’altra parte, da bambino, giocando con i “soldatini”, mi trovavo a far vincere sempre gli “Indiani”. Così, crescendo, mi accadeva di simpatizzare per i Palestinesi e per tutti i popoli che, standosene a casa propria, sono stati “Invasi” ed espropriati della loro dignità; da grande, mi succede con la mia città natale: Cefalù e i cefalutani, suoi abitanti.
(Scusate se continuo, ancora un pò, con questa lunga premessa confidenziale)
Non sò, ... si muovono sentimenti assimilabili a quelli per una madre, una moglie, una figlia; tesi a proteggere qualcosa che senti ti appartiene e a cui senti di appartenere: gli stessi che ti portano a difendere la natura e la naturalità, una radice, un seme, a difendere le ragioni di una Identità (non l’ “idolo egoico”, contrapposto - sino alla negazione radicale - all’altro, ma come ricchezza di esperienza da scambiarsi).
D’altra parte, quando un incontro non è tra Identità che incontro è?
Per farla breve
Ciò che mi sembra sia mancato “all’incontro”, ancor oggi, 2010, è la presenza di una città, di una Amministrazione della città “ospitante attiva” e perciò interlocutrice non sottomessa e passiva!
Se ci fosse stata una Amministrazione, “al tavolo” con la Iris, avrebbe detto: cosa hai intenzione di fare? E poi avrebbe risposto: questo si può e quest’altro non si può. Avrebbe detto: qui approfitti e qui no, qui ti puoi mettere e qui no, qui offendi i miei sentimenti e qui no.
La società “Iris Communication”, con il suo staff, e il corpo delle sue relazioni, vede un terreno fertile in Cefalù, una attraente Sposa e sembra disposta a comportarsi da “buon marito”.
Cefalù se avesse voluto comportarsi come una buona sposa, non rinunciando in nulla alla propria dignità di “donna”, avrebbe curato che la propria casa - come valori e come luogo-spazio - fosse rispettata e che la nuova situazione potesse risultare occasione di crescita sana per tutti i propri figli, chiedendo - a tal proposito - delle contropartite di buon senso.
Intanto dunque non gli avrebbe dato, senz’altro, “le chiavi di casa”!
E invece il Sindaco di Cefalù così si rivolge al Presidente della Iris:
“Poi una cosa, un appunto - però non te la prendere a male -: per il prossimo anno, se si può evitare di mettere lo stand proprio davanti al “monumento dei caduti”, perché io penso è importante un certo rispetto per chi ha sacrificato la propria vita per l’Italia. Quindi se possiamo evitare il prossimo anno di mettere questo stand di fronte al monumento dei caduti! Non è un rimprovero; spesso le cose vengono fatte anche superficialmente senza pensarci”.
D’altra parte, da un Sindaco che vede come “evoluzione” - non priva di qualche ritorno economico - una Cefalù senza i suoi abitanti, non ci si può aspettare altro.
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LE PROPOSTE
Sulla “Immagine”
Se una “Donna” vuole promuovere se stessa, cura autonomamente la propria immagine (possibilmente non falsificandola, ma valorizzando la propria originale naturalità-identità); non lascia che il compagno di turno - sulla base della promessa di un futuro “di fama nel mondo” - la curi invece al suo posto, come a lui sembra più efficace.
La “Immagine” di una città non è una cosa che si trova per strada. Una città dovrebbe custodirla e “concedere a condizione”, così come un autore non cede i diritti di riproduzione di una propria opera a chiunque e per qualunque scopo.
Essere “conosciuti nel mondo” ma con una immagine che non si sente propria, anche se fruttasse tanti soldi, non si addice ad una “donna” o ad una città di sani costumi!
Ma Cefalù non ha un suo Progetto Turistico perchè non ha chiaro “chi è” e dunque cosa deve promuovere; per cui viene qualcuno e le dice: mettiti in minigonna che ti faccio diventare famosa; viene un altro e le dice: mettiti in questa posizione che attrarrai l’attenzione.
Cefalù non può supinamente prestarsi alle campagne pubblicitarie degli Imprenditori di turno che la vogliono “usare” come “location”.
Non siamo noi a doverci adattare ma gli altri alla nostra di “location”: quella che noi abbiamo deciso di darci!
Sul famoso triplice accostamento, della campagna pubblicitaria dello Sherbeth di quest’anno, sono nati dei risentimenti che non possono avere minore valore delle ragioni per le quali il presidente Alaima parla di “efficacia” del prodotto del suo staff di “creativi”.
Per me non è stata una questione religiosa, ma anch’io quando ho visto quel “messaggio” ho sentito qualcosa allo stomaco.
Esistono “Immagini” (quali la veduta di Cefalù da S.ta Lucia, la Cattedrale, la torre della Kalura, etc... ) che possono “significare” un posto, ed esistino “simboli” (il Pantocratore, l’Ignoto) che sono “sostanza” stessa invece dell’anima di un posto.
Esiste una etica dell’uso dei “significanti” (non è etica una “immagine” di un albergo in riva al mare quando ne dista più di un chilometro), esiste una etica dell’uso dei simboli.
Con i “Simboli” bisogna andarci piano, in quanto essi sono la “transustanziazione”, attraverso il sentimento (e per opera di una dato livello d’Arte), dell’anima, dello spirito del posto. Un simbolo ha più a che fare con un “momento interiore” dell’Identità.
Non può, su una foto “cara” di una madre, arrivare chiunque e farne il supporto provocatorio per un suo proprio scopo pubblicitario, per quanto intelligente ed efficace dal punto di vista del marcketing.
Ecco, chiunque venga a Cefalù a proporre delle buone idee (e quella dello Sherbeth certamente lo è) queste dovrebbero “sposarsi” con il Progetto che, di sè, ha Cefalù, con la Immagine ed il percorso che Cefalù vuole avere nel mondo (ma Cefalù (non ha una “sua” immagine; non ha un Progetto proprio perchè non sa chi è)!
Sul “Rispetto dei sentimenti”
Quasi per una sorta di “richiamo”, quella sensazione allo stomaco si accentuò quando, giunto alla Villa, ho visto “oscurato” il monumento ai Caduti.
Lì “svelato” (senza permesso) un intimo segreto legame dell’anima e del cuore, qui “velato” (senza permesso) un intimo ricordo della mente. In entrambi i casi avvertivo la stessa “offesa” (“ Non è un rimprovero; spesso le cose vengono fatte anche superficialmente senza pensarci”) a qualcosa dell’intimo cefalutano.
Vuol dire questo essere contro lo Sherbeth? Non mi pare proprio!
Se vogliamo che lo Sherbeth sia “figlio” di un “padre”, che si chiama “Iris”, e di una “madre” che si chiama “Cefalù”, felicemente sposati (oppure - se proprio deve restare figlio-naturale della Iris - se vogliamo che impari a rispettare “la casa” della nuova madre e a condividerla con i nuovi fratelli), occorre che la sposa-madre abbia una propria identità e - consapevole della propria progenie e storia - la faccia rispettare a chi viene a casa sua.
Sulla “La logistica”
Quando la Iris si è presentata a dire: devo mettere tanti stand, c’è stato qualcuno al Comune di Cefalù che, con criteri che non fossero solo quelli di non “oscurare le vetrine dei negozi”, ha detto dove e come si potevano mettere? Non sarebbe il caso che ci fosse qualcuno, “urbanisticamente” abilitato, a trovare soluzioni utili anche ad un maggiore loro decentramento che avesse anche il fine di far conoscere luoghi ed angoli diversi del Centro Storico?
Sulla “La decenza”
Non è un buon invito al rispetto, certo, quello di far trovare all’ospite la propria casa sporca!
Che la Corte delle Stelle, la Iris la abbia praticamente dovuta ripulire e vestire è una vergogna che resta tale anche se “spiegata” dalla “povertà”.
Come non è un buon invito al rispetto non tenerla poi (la casa) quotidianamente pulita.
Non è un problema di “triplicare” o decuplicare i cestini dei rifiuti (magari anche questi senza sacchetto interno) ma di provvedere - quando affluiscano 200.000 persone in quattro giorni - ad un servizio straordinario e continuo, di una “squadra” di mantenitori della pulizia, durante le ore di maggiore afflusso.
Sul “Far valere i diritti anche dei propri, di figli”
E’ possibile che, pur nel rispetto della organizzazione interna del “sistema-macchina Iris”, una maggiore parte di “occasioni lavorative” siano colte da cefaludesi?
E’ possibile che gli artigiani locali - pur nel rigoroso rispetto del protocollo di produzione - abbiano una data quota percentuale fissa di rappresentanza all’interno della esposizione?
Ottima la collaborazione con l' I.P.S.S.A.R.!
Sull’ “Avere una sedia su cui far sedere le persone invitate”- leggi “parcheggi”.
Lasciamo perdere; uno troppo dolente nota!
Mi è sembrato surreale però sentire ancora parlare di “aree ad est e ad ovest collegabili con navette”, soprattutto con l’aggiunta finale: “ Questo è qualcosa che si può realizzare con niente”! (Sindaco, a Crm, 19.09,’10)
La domanda è: ma dove eravate (intesa anche come "VV.UU." per la storia del parcheggio dei furgoni in pieno Corso Ruggero)?
Sul “Tirare le somme”
A parte, la “promozione”, cosa ci ha guadagnato economicamente la città ed i cittadini di Cefalù?
I Commercianti abbiamo visto che non hanno avuto tutto questo interesse (come è stato evidenziato) per non aver usato dell’Ordinanza che consentiva loro di prolungare l’orario di apertura serale.
Certamente gli albergatori ed i ristoratori sono tra i primi beneficiari.
I Bar non sò, certo hanno visto a dismisura aumentare i richiedenti “servizi”.
Nessuna invidia, ma cosa ci hanno guadagnato i residenti del Centro Storico (che hanno subito, in particolare, questi giorni di caos); cioè: almeno le casse comunali (da cui poi - si spera - “servizi” per la città) hanno incassato qualcosa?
Si parla addirittura di fare pagare ai cittadini di cefalù, oltre ai vari 5 euro di ticket, anche 60.000 euro presi dalle loro (da chi le paga) tasse faticosamente versate.
Siamo sicuri che i soldi incassati dagli albergatori e dai ristoratori siano poi equamente ridistribuiti a quell’intera città che si vuole collabori con spirito di squadra?
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“Conclusione”
In assenza di progetti alternativi, bisogna ringraziare chi, assessore o no, si fa “mediatore”, sul piano della promozione del business, portando a Cefalù “occasioni”. Ma, occorre che la città, attraverso la sua Amministrazione civica, sia capace di essere più presente, in modo più qualificato (e con idee più chiare), a questi “matrimoni”
D’altra parte, lo stesso Sindaco, domenica scorsa a Crm ha detto: “Noi come amministrazione speriamo di far proseguire questa manifestazione nei prossimi anni e di perfezionarla ancora di più e soprattutto con un impegno maggiore da parte della amministrazione comunale”.
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Grande pino adesso si ti
Grande Pino adesso si ti riconosco. Hai scritto quello che io da ignorante avrei voluto scrivere quello che molti cefaludesi pensano ben vengano sherbeth o altre manifestazioni altrettanto importanti che portano interesse e turismo alla città ma ben vengano anche le persone che collaborino con la cittadinanza tutta e non gente che avendo tutti gli aiuti regionali e nazionali bypassano un paese intero è una vergogna che la città di cefalù subisca il festival senza partecipazione attiva alcuna. tranne sempre per pochissimi eletti naturalmente amici del presidente. Per quanto riguarda l'icona è stato un errore noi poveri ignoranti per l'ntinna a mari fatta dopo i festeggiamenti abbiamo avuto il pudore di non usare la bandiera del nostro e ripeto nostro Gesù Salvatore loro non hanno avuto nessun pudore, ed è normale cosa conoscono di Cefalù? nulla!!!!! cosa è la nostra storia per loro? Niente? grazie anche hai politici che si divertivano a dividere i biglietti gratuiti per i gelati visti con i miei okki politici e non politici dare i bigliettini gratuiti per i gelati. Ecco si può dire esattamente hanno venduto Cefalù per dei biglietti gratuiti.
fedele e corretto.
fedele e corretto.
Grazie Peppe
Sei un amico, e il tuo apporto al dibattito in questa città - comunque scrivi - non deve mai - per nessuna ragione - mancare, perchè tu - più di tanti "eletti" - rappresenti istanze e sentimenti di una parte, non secondaria, del popolo cefaludese.