Il burqa francese e le maschere italiane

ritratto di Giusi Farinella

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Il burqa francese e le maschere italiane

Sui temi dell’immigrazione bisogna seguire sempre con grande attenzione ciò che succede in Francia, Paese dove il fenomeno è cominciato ben prima che da noi seguendo percorsi spesso infelici.
Per rendersene conto basta attraversare le periferie di una delle capitali europee come Strasburgo in auto (a piedi non ci vanno neppure gli abitanti delle zone vicine): quartieri come la Meinau o Neudorf, costruiti per dare case agli africani venuti a lavorare lungo il Reno, sono diventati ghetti impraticabili perché i nuovi venuti hanno rifiutato l’integrazione.
La gran parte degli abitanti non parla il francese e per qualsiasi documento o pratica burocratica, dall’anagrafe alla sanità, c’è bisogno di un mediatore culturale.
Non basta dare case e lavoro per poter parlare di integrazione.

Oggi il problema è nuovo.
Con l’allargamento dell’Unione Europea ai Paesi dell’ex blocco sovietico gli immigrati “comunitari” si sono affiancati agli “extracomunitari”.
L’Ue ha regolato il fenomeno consentendo libera circolazione tanto alle merci quanto alle persone, senza assegnare agli Stati membri misure efficaci contro i comunitari che delinquono, soprattutto coloro che commettono reati minori ma percepiti con crescente timore dal resto della popolazione: furti, rapine, scippi, molestie.
Una volta catturati, costoro passano qualche notte in cella e tornano a delinquere certi dell’impunità.
Chiedere che la giustizia possa intervenire non c’entra nulla con le accuse di razzismo.

La direttiva che regola il fenomeno doveva essere recepita dai singoli Parlamenti.
La Francia ha introdotto qualche vincolo, il che le consente di procedere alle espulsioni, mentre l”Italia (governo Prodi, 2007) si è attenuta alla lettera alle prescrizioni europee che garantiscono piena libertà di circolazione. Abbiamo gli stessi problemi di Sarkozy, ma nel 2008 i francesi hanno rimpatriato 7000 romeni, noi 40.
Lo stesso capo del governo di Bucarest ha riconosciuto che metà dei connazionali ricercati scappa in Italia.
I romeni sono la più grossa comunità straniera nel nostro Paese, lavoratori seri e ovunque bene accetti; ma il comportamento di piccole minoranze (soprattutto rom) inevitabilmente getta ombre sull’intera etnia, al punto che sono loro stessi a chiedere l’allontanamento dei criminali, grandi e piccoli.
Ma la giustizia italiana può fare ben poco senza modificare la direttiva Ue.

L’altra vicenda che scuote l’opinione pubblica francese (e non solo) è la messa al bando del burqa, dall’anno prossimo vietato nei luoghi pubblici.
Burqa (velo integrale) e niqab (velo con una fessura all’altezza degli occhi) sono indumenti tradizionali in Egitto, Arabia e Afghanistan, e nelle comunità più radicali. Di essi non fanno menzione né il Corano né la Sunna.
Il burqa è vietato in Tunisia e Turchia in quanto non è un simbolo religioso ma identitario e, oggi, ideologico.
Un segno di sfida, se indossato lontano dalla terra d’origine, e allo stesso tempo di sottomissione della donna, messo all’indice dagli stessi ambienti musulmani più moderati.
Sbaglia dunque chi ne fa una guerra di religione, perché qui l’islam non c’entra: è una faccenda di ordine pubblico e di tutela della dignità della donna.

In Francia, da anni alle prese con il radicalismo islamico che si ingrossa nelle banlieue-ghetto, questa legge riafferma il valore della cultura e della tradizione occidentale.
E nei prossimi sei mesi, prima dell’entrata in vigore, dà tempo agli islamici perché svolgano un’opera di sensibilizzazione al loro interno evitando ulteriori radicalizzazioni.

In Italia, terra di immigrazione musulmana più recente, il fenomeno è meno evidente ma in crescita.
Si parla anche da noi di una legge “ad hoc” per rafforzare la norma già esistente che vieta di indossare in pubblico indumenti che impediscano il riconoscimento.
Lasciare le cose come stanno e limitarsi a chiedere la rigorosa applicazione della legge esistente è un piccolo passo; mentre un provvedimento specifico avrebbe il valore, come in Francia, di fronteggiare la preoccupante avanzata del radicalismo islamico.
Le donne islamiche tolgano i veli, noi però gettiamo la maschera.

ritratto di Rosario Fertitta

è un tema molto delicato

è un tema molto delicato sul quale non sono mancate e non mancano le riflessioni...
ne avevo letto una due giorni addietro ;-)

http://blog.ilgiornale.it/filippi/2010/09/16/il-burqa-francese-e-le-masc...

ritratto di Giusi Farinella

Caro Avvocato

Ormai da tempo sono riconosciuto come il signor "copia e incolla" .
Quindi nessuna scoperta e nessuna novità.
In ogni caso aspetto una sua illuminante riflessione.
Saluti

ritratto di Rosario Fertitta

Premetto che nel mio

Premetto che nel mio intervento precedente avevo inserito l'icona "occhiolino" proprio per dare il tono distensivo al tutto....quindi nessuna idea di scoperta o altro.
Sul punto,però, già da tempo sono sorte non poche polemiche (a lei, peraltro, ben note) relative ad altri siti telematici ed all'uso e/ abuso di nick e "copia e incolla".
La mia modestissima idea è che, sino a quando un blog consente l'intervento anonimo ovvero a mezzo nick, ciascuno può gestire i propri interventi a proprio piacimento ( si intende nei limiti del rispetto altrui...).
Pino Lo Presti ha creato una "creatura telematica" che, proprio per una scelta di immagine, ha tagliato fuori tutto il possibile anonimato destabilizzante.
Scelta che ciascuno di noi, intervenendo su queste pagine, sta dimostrando di condividere.
Io non contesto (ne potrei arrogarmi il diritto) il suo "copia e incolla": però, nel rispetto di una "deontologia telematica" e proprio perchè adesso anche lei "ci mette la faccia" (ed è un motivo di indubbio merito)sarebbe, a mio modesto avviso, più carino che nei casi di "copia e incolla" si citasse la fonte o, comunque, si inserissero le virgolette.
Altrimenti non sarebbe un normale confronto di idee...pensi se ciascuno di noi inserisse come risposta altri "copia e incolla"....
Bastano solo piccole personali riflessioni.....giammai illuminanti: non ho mai avuto questa pretesa, la lascio ad altri ben noti.....
Saluti

ritratto di Leonardo Mento

"Copio e incollo" Ergo sum...

francamente preferisco il "cogito ergo sum". Noi rappresentiamo posizioni che sono frutto della propria cultura ed insegnamenti e pertanto il nostro "pensare" ne è influenzato. Nulla vieta di rappresentare posizioni e pensieri altrui da noi condivisi; nondimeno quando si rappresentano "pezzi" altrui questo andrebbe specificato. O meglio si può partire da "posizioni", "pezzi" altrui, come spunto, per poi elaborarne di propri. Confesso che ho preso "spunto" dalla risposta dell'Avvocato Fertitta, da me condivisa, per riaffermare il "cogito ergo sum", in ricordo del Maestro Leiva, alle elementari, che nei compiti in classe di aritmetica, ripeteva: Mento non copiare da Totò Scaccia o Armando Geraci( più bravi di me) ti metto due ed in effetti copiare o non copiare sempre due avevo. Cordialmente Leonardo Mento
p.s. il contenuto dell"articolo" di Farinella è condivisibile.

ritratto di Giusi Farinella

Ma no.... non è possibile

Caro Pino Lo Presti

Forse è già l'ora che cessi di inviare miei interventi gravemente destabilizzanti...
Infatti sono un elemento (unico pdlino che scrive anzi che copia et incolla) irresponsabile e calunniatore e cosa terribile pro Berlusconi ed oggi (cavolo) anche pro Pippo Guercio, et conseguentemente vivo nel disprezzo più assoluto dell'interesse della nostra città.
Che ne pensi ??
Non ritieni che io sia dannoso per il tuo giornale?
Con simpatia
Giusi

ritratto di Pino Lo Presti

Il Principio è semplice

Il blog ha come scopo quello di fare scambiare informazioni e opinioni tra soggetti con una propria identità. Naturalmente - se per supportare la propria opinione - può risultare utile una citazione, che ben venga.
Cosa diversa è proporre solo delle citazioni più o meno lunghe.
In questo modo la "potenza di fuoco" di un soggetto diverebbe smisurata e ciò indipendentemente dall'interesse che le citazioni potrebbero avere.
La "fatica" dello scrivere "del proprio" è un "filtro" opportuno per moderare i rapporti di forza tra i soggetti che si scambiano delle opinioni.
In ogni caso, di ogni citazioni deve sempre essere citata la fonte (il diritto di proprietà vale anche per i beni immateriali quali quelli intellettuali).
Colgo l'occasione per dare il benvenuto, anche a nome dello Staff, al sig. Giusi Farinella (confesso che è un piacere poterti chiamare per nome e cognome).
Il problema di avere delle proprie idee non è un problema in questo blog, anzi. Il problema è solo di esprimerle con una forza (quantità, "volume di fuoco") e modi adeguati ad uno spazio che è e deve restare comune.
Aggiungo inoltre che dovrenmmo concentrarci su quanto ha rilevanza o ricadute il più vicino possibile alla vita di Cefalù.
Riflessioni di ordine generale vanno anche bene ma solo se proprio si tratta di tematiche di particolare importanza, e di importanza generale.
Tutti quegli aspetti, interni della vita dei partiti (che non siano locali), per esempio, meglio trovano posto in organi di stampa più specializzati o di livello regionale e nazionale.
Questo è ciò che lo Staff pensa sia conveniente perchè questo spazio resti soprattutto "cefalutano" e le discussioni finalizzate e focalizzate, quindi utili, alla nostra realtà.