Una grande opportunità, speriamo! (Parte 1°)

ritratto di Pino Lo Presti

Versione stampabile

E’ vero che le parole a volte sono pietre ma pietre fatte di parole ... non ne avevo mai viste, per quanto autorevoli .

-il Gruppo Folkloristico di Lascari
Le foto dei preliminari e la trascrizione integrale del discorso del Sindaco .

Si è detto quando dovrebbero finire i lavori: il 2012 ( l’anno delle prossime elezioni comunali) ma non ho udito una indicazione per la data d’inizio.

L’Attesa

- I Viginti Millis di Cefalù.

Una grande organizzazione e un grande dispiegamento di forze di sicurezza, sulla Statale e sui vari accessi al Club, come poche volte si è visto a Cefalù. L’atmosfera è davvero delle grandi occasioni.

- l’arrivo del Commissario Borsellino annuncia quello imminente di qualcuno di importante

- l’on. Gianfranco Miccichè, e altri

-in cima al viale, l’attende il Presidente generale del Club Henri Giscard d’Estaing

-si procede verso il grande piazzale della cerimonia, Cefalù e la sua silente Rocca è sullo sfondo, forse inconsapevole, forse indifferente: quanti sono stati nei secoli i giorni “storici” per lei e quanti per altri, in suo nome?

-l’incontro con il Sindaco, Guercio

-

-un gradito rinfresco

-l’incontro con tanti amici

-non poteva mancare una icona del Club, Ciccio Liberto

-c’era gran parte della Cefalù che conta

-un momento di tranquillità con il Ministro Fazio

Per quanto l’occasione non meriti queste piccole polemiche locali però, visto il clima disteso e conviviale in attesa dell’avvio dei discorsi, ci concediamo una confidenza con il lettore. Abbiamo saputo, da un amico, che l’accesso era ad inviti (che erano stati invitati tutti i giornalisti) predisposti in un lungo elenco, pare dal Sindaco (certo dal suo Ufficio), dal momento che come blog di informazione ci eravamo chiesti il perchè non avevamo avuta alcuna comunicazione dal Comune e, quindi magari, un invito, pur noi non essendo giornalisti.
Soltanto il mattino precedente, incontrando per caso il Vicesindaco, ho avuto assicurato che avrebbe provveduto lui. Mi sono presentato ai cancelli soltanto con la speranza che almeno in un qualche elenco fosse stato aggiunto il mio nome o quello del blog. All’ingresso del parcheggio mi hanno avvertito che se non avevo l’invito poi, una volta al cancello non mi avrebbero fatto entrare. Comunque poi nessuno mi ha chiesto niente.
Mi è sovvenuta questa cosa leggendo su cefalunews, in “esclusiva”, il discorso del Sindaco. Come può un discorso pubblico del massino rappresentante pubblico di una comunità essere concesso per la pubblicazione in “esclusiva”? Ciò che, come l'acqua, è un dovere fornire e un diritto ricevere, non si dovrebbe dare "in concessione": è sempre lo stesso vizio!
Si è vero: un blog non è un Giornale, e noi de “laltracefalu” non siamo giornalisti! E’ vero, però mi resta un pò di amarezza in un giorno che si vuole “storico” per Cefalù, in cui si chiamano a convegno le “forze positive” e fattive della città. Almeno questo: “positiva e fattiva”, considerato anche il puro spirito di volontariato che la anima, poteva essere riconosciuta ad una “presenza” che non si è posta e non si pone al servizio dell’informazione (per quanto modesta possa essere , comunque nella “chiarezza”) di un partito preso ma della città.

-davvero tante squisitezze.

Il discorso del Sindaco di Cefalù, dott. Giuseppe Guercio
(noi, come gli altri discorsi, li abbiamo faticosamente trascritti da nostra registrazione, non avuti concessi in “esclusiva”)

Signor Presidente Henri Giscard d’Estaing, signor Ministro, Fazio, onorevole Gianfranco Miccichè, senatore Battaglia, autorità politiche, religiose e militari e signori convenuti al club Med di Cefalù.
Nei secoli scorsi, per decenni, 28 vedute italiane hanno arricchito l’atrio del palazzo reale di Monaco di Baviera. Una di quelle 28 vendute era di Cefalù. Carl Rottmann, il celeberrimo paesaggista tedesco, l’aveva dipinta su tela nel 1827. Quella tela oggi esposta nel museo di Nyphenburg, a Monaco di Baviera, consacrò e consacra Cefalù “land di paradiso”! Cefalù, una “land” di paradiso sino ad allora abitata da contadini, pescatori e artigiani. Cefalù, una “land” di paradiso nella quale quanti altri l’hanno abitato dopo, persino alla metà del secolo successivo, hanno continuato a trovare le uniche fonti per il loro sostentamento nella pesca, nell’agricoltura e nell’artigianato. Fu il 1950, l’anno che segnò una svolta epocale nella vita, nella economia, nel costume e nella cultura nella “land” di paradiso rotmaniana. Nell’autunno di quell’anno infatti, Salvatore di Paola, un cefalutano innamoratissimo della sua terra, uno dei cefalutani che per primi intuirono le straordinarie risorse e le altrettante straordinarie potenzialità turistiche della nostra terra, accompagnò Paule Mourhien, un francese che si occupava di turismo, qua, in questo luogo. Qua, proprio nel lembo di terra sul quale ci troviamo, in questa punta di Santa Lucia, prezioso ricamo che madre natura ha tessuto, ritagliato e modellato sul mare; su questo lembo di paradiso che si affaccia sul paradiso.

Salvatore di Paola e il dottor La Fisca, del E.P.T. di Palermo, accompagnarono monsieur Mourhien, in questo luogo, per una ricognizione che gliene facesse cogliere la straordinarietà. Quella ricognizione fu fatale; segnò l’inizio di quella svolta che a Cefalù avrebbe cambiato il corso della propria storia. Infatti l’ 1 giugno del 1951 - l’anno successivo a quella ricognizione - il segnale della svolta epocale divenne tangibile; in questo luogo si vedete un segnale di colore bianco crema, il colore cioè di quel centinaio di tende da campo che in questo luogo vennero piantate da coloro che già da tempo la storia ha affidato alla memoria, come gli autentici pionieri del turismo a Cefalù. In questo luogo magico, 60 anni addietro, vennero piantate tende da campo, qua e là, tra i mirtilli, i sugheri, gli agavi, gli ogliastri, i ristinchi, le ginestre, i fichi d’India ed i ciuffi di “disa”: di quella vegetazione spontanea che per secoli la natura, in questo luogo, aveva insinuato e fatta attecchire rigogliosa. In questo luogo magico, sessanta anni addietro, tende da campo vennero incastonate qua e là tra rocce, schiacciate al suolo, tra pinnacoli di pietra protesi al cielo. In questo luogo magico, 60 anni addietro tende da campo vennero posizionate qua e là intorno alla villa e alla Chiesa Sancte Luciae dicata. La villa e la Chiesa, le due architetture che, nel settecento, alla magia dell’architettura della natura, aggiunsero la magia dell’architettura dell’uomo, furono opera della famiglia nobiliare degli Agnello di Ramata, poi allargatasi alle famiglie discendenti Martino e Musso.

In questo luogo magico, sessant’anni addietro, pionieri venuti dalla Francia con un centinaio di tende da campo realizzarono quella tendopoli che, ex post, possiamo affermare che sia stato il primo villaggio turistico di Cefalù e della Sicilia tutta; un villaggio magico in un luogo magico, cui altro nome non si sarebbe potuto dare se non di “village magique”. Un villaggio che nel 1954, un regista transalpino Jean Paul Le Chanois e il siciliano Francesco Alliata, pubblicizzarono con il film-commedia, interamente girato a Cefal: “Vacanza d’amore”, interpretato da Lucia Bosè, Walter Chiari e Domenico Modugno.
Poi nel ‘57, Gilbert Trigano, un altro francese e Gerard Blitz - un belga tagliatore di diamanti e campione olimpionico - con 200 tucul di tipo polinesiano soppiantarono le tende da campo. Le Village Magique di Cefalù divenne il Club de la Mediterranèe di Cefalù. Per Cefalù fu la svolta definitiva, la svolta epocale; con il club Med Cefalù entrò in un’altra dimensione: da paese di pescatori, di agricoltori e di artigiani, divenne città di turismo, città cosmopolita. Con il club Med, a Cefalù si innescò una sorta di rivoluzione copernicana, che “al centro di tutto” mise il turismo.

l’interprete, traduce al Presidente Giscard le parole pronunciate dal Sindaco

Giuseppe De Gaetani fu il più solerte a cogliere la straordinarietà dei nuovi orizzonti che per, Cefalù, il Club aveva dischiuso; trasformò in un bar la stalla che aveva alle nostre spalle, sulla Statale; vi realizzò anche la prima pista da ballo. Poi, Enzo Cesare ne realizzò un’altra all’ “Eucaliptus”, con bar e pizzeria. Con il Club Med, a Cefalù si cominciarono ad aprire i primi negozi di souvenir, le prime pizzerie. A Cefalù si tagliarono e si stamparono i primi “pareo”: quelli che, indossati dalle francesine, accendevano la fantasia dei ragazzi di Cefaù e del circondario.
Ciccio - oggi qui presente in mezzo a noi -, un calzolaio del centro storico che si trasferì qua, di fronte al Club, per modellare le sue “infradito”, in cuoio, ai piedi degli ospiti del villaggio. Con il Club Med, Cefalù ebbe un’altra immagine; da quel 1957 Cefalù venne reclamizzata nel mondo intero: dalla immagine della “land di paradiso” intravisto attraverso i tucul del club Med.
Con il club Med, la stazione ferroviaria di Cefalù divenne “fermata obbligatoria” per tutti i treni in transito. Con il club Med, il passaggio a livello - che abbiamo attraversato entrando - diventò “fermata ferroviaria” per i treni turistici Palermo-Parigi-Cefalù. Con il club Med, tanti giovani e meno giovani di Cefalù trovarono occupazione, seppure stagionale. Con il club Med tanti giovani di Cefalù vennero introdotti nel turismo; per alcuni di loro si aprirono orizzonti che sino ad allora erano stati semplicemente inimmaginabili, orizzonti che finirono per portarli in ruoli apicali della struttura organizzativa della società “Club Med”, che frattanto aveva esteso la sua internazionalità realizzando villaggi in tanti altri paesi del globo.
Su tutti e per tutti non posso non ricordare il compianto carissimo Alex Agnello. Altri giovani cefaludesi - pur essi introdotti nel turismo dal club Med - hanno finito per ricoprire importanti ruoli in altre internazionali del turismo. Per tutti, mi consentirebbe di menzionare mio fratello Tore Guercio, alla Valtur.

-il M° Veronesi, ass.re alla Cultura, del Comune di Cefalù

Con il Club, mezza Cefalù si francesizzò : “chez aldo”, “chez Nino”, “chez Umberto”, lo “chez” francese venne anteposto al nome dei proprietari degli esercizi commerciali; tutti cominciammo a balbettare in “fransè”. I giovani imparammo subito le parole più importanti, quelle per abbordare “le francesine”: “bonjour mademoiselle”, “sa va”, “mon amour”, “tu es sì bon”. Le “francesine” ci sorridevano, ma ci capivano benissimo - eccome se ci capivano! Con il club Med - con una sola espressione -, a Cefalù il turismo fece boom!
Dopo il club Med, alberghi e residence cominciarono a sorgere un po’ ovunque, uno dopo l’altro, con un numero di posti letto che di, anno in anno, è andato aumentando progressivamente e che - ancora nei prossimi mesi - aumenterà ulteriormente con l’apertura di tre nuovi alberghi nel centro urbano. Insieme al numero dei posti letto, di anno in anno, si è alzato il livello della richiesta di “comfort” da parte dei turisti che, di anno in anno, sono diventati sempre più esigenti.

Nel club Med, i limiti di vivibilità del tucul polinesiano del villaggio - nel suo complesso - cominciarono ad essere sempre meno tollerati dai turisti; ciò sin dalla fine degli anni ’80. La struttura organizzativa della Compagnia fu costretta a farvi fronte riducendo la durata della stagione d’apertura: non più da maggio ad ottobre, ma da giugno a settembre. Con la riduzione del periodo di apertura si riuscirono a ridurre i disagi climatici - che nei mesi di maggio ed ottobre sono certamente più frequenti di quanto non lo siano negli altri mesi estivi - ma non bastò. I tucul - anche se progressivamente migliorati nella loro struttura - non erano sufficienti a garantire il comfort degli standard abitativi richiesti dalla clientela. Così nel 2005, per il club Med, ineluttabile è venuta la chiusura! Il Villaggio, concepito dalla genialità dei Trigano e Blitz, aveva fatto il suo tempo, aveva esaurito le sue stagioni.
Il club Med doveva essere ri-concepito.
Il club Med di Cefalù doveva essere ri-fondato. Il processo di “rifondazione” è stato lungo e tormentato non solo perché lunghi e tormentati sono tutti i processi di rifondazione ma soprattutto perché, sull’ultimo lembo di “land di paradiso” - che Cefalù, grazie al Club era ed è riuscito a conservare come madre natura aveva creato - era il bisturi l’unico strumento che si sarebbe dovuto impiegare per la sua rifondazione. Ed il bisturi è stato usato per i concpire e ri-progettare la struttura del Villaggio.
Il Progetto che andrà a realizzarsi ha avuto l’approvazione indispensabile.

-Angelo Micciche, attuale Presidente del Distretto Turistico “Cefalu-Madonie-Imera”.

Siamo così giunti ad oggi, 14 settembre 2010, giorno in cui ci siamo ritrovati qua per “posare la prima pietra” del nuovo Club, un Club che in Europa sarà il primo Resort a cinque Tridenti; sarà cioè una struttura ricettiva a “cinque stelle”, una struttura che dovrebbe restare aperta 10 mesi l’anno, con 650 posti letto e 160 impiegati.
I posti letto sono dimezzati però gli impiegati sono raddoppiati; è questo un fatto molto importante per l’economia di Cefalù; una struttura perciò che dovrebbe garantire a tantissimi giovani, sbocco occupazionale non indifferente: anzi sbocco occupazionale di vitale importanza.
Mi accingo alla chiusura.
È un po’ lungo il discorso però l’ho fatto col cuore, meritava questo il Club: una struttura che dovrebbe essere operativa per il 2012, una struttura sulla quale la città di Cefalù, e il circondario tutto, puntano per le ricadute sull’indotto che certamente avrà. Una struttura sulla quale la città di Cefalù punta per quel turismo elitario, da sempre agognato, per il rilancio della sua immagine a livello internazionale, per la definitiva consacrazione del suo turismo. Una struttura della quale, oggi 14 settembre del 2010, stiamo ponendo la “prima pietra”, nella certezza che la stessa, per il futuro di Cefalù, sarà il più forte dei capisaldi, il più sicuro dei cardini.

-il Presidente della Fondazione Mandralisca, il notaio Angelo Piscitello.

Gentilissimo Presidente Henri Giscard d’Estaing, a lei va il mio personale doveroso ringraziamento ai sensi della mia più profonda stima, ed il mio sentito riconoscimento anche in nome della nostra collettività che ho l’onore e l’onere di rappresentare.
“Fortuna al club de la Mediterranèe, fortuna alla città di Cefalù” è il grido che esce forte dal più profondo del mio cuore, è il grido che esce forte dal più profondo dei vostri cuori.
Viva il club de la Mediterranèe, viva Cefalù “land di paradiso”!

ritratto di Giuseppe Aquia

Caro pino per il discorso

Caro pino per il discorso bastava che lo chiedessi a chi lo ha scritto, sicuramente avresti avuto meno problemi a trascriverlo, per il resto il discorso ha una sola pecca non abbiamo visto la pietra che è la cosa più importante che ci interessa davvero ciòe l'inizio dei lavori.

ritratto di Pino Lo Presti

Vuoi dire che

la storia della "esclusiva" se la è inventata qualcuno?