I Comitati di Contrada

ritratto di Pino Lo Presti

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un argine alla “dispersione sociale”, un seme, da conservare, di democrazia dal basso

Colgo l’occasione per pubblicare le foto della Festa di Campella, che non avevo ancora pubblicato, riguardanti la Gente, per cui qualche amico mi aveva pure “richiamato”.

Non me ne ero dimenticato.
In realtà mi piacerebbe poter documentare-raccontare tutte le feste che ancora si svolgono in diverse contrade del territorio di Cefalù, al rischio di intasare il blog per qualche settimana ancora.

Mentre è giusto che da qualche parte ci si veda e si pensi al futuro della nostra città e quindi al nuovo progetto politico, l’attenzione e la sensibilità dovrebbero pure non perdere i contatti con questa umanità sociale mai così naturalmente espressa come nelle feste di contrada.

Non importa quanti si è ma “intorno a cosa” ci si riunisce: la comunione di un valore; se poi è quello di un amore materno (lo “Stato” socialista, liberale o cristiano) è anche meglio: fin quando non diventi alibi per atteggiamenti regressivi quali la perdita di un’autonoma opinione (nei regimi totalitari) o il consumismo (nella democrazia capitalista), che è lo stesso.

Uno Stato, una forma di Governo, così come una Madre, non dovrebbero mai, per nessuna ragione, rendere i propri figli-cittadini incapaci di intendere e di volere.

Solo attraverso la dovuta trasparenza (sincerità), e comunicazione, della Istituzione-Madre, il cittadino-figlio diventa consapevole dello “stato” delle cose, e quindi di quale può essere il suo contributo perchè migliori.

Il Governo di una Comunità non solo dovrebbe comunicare (in entrambe le direzioni) meglio possibile con essa, per renderla soggetto, ma dovrebbe essere pronta poi a fornirle un minimo di “infrastrutture” utili a che i cittadini sperimentino il loro protagonismo sulla strada di una piena e matura “cittadinanza attiva”!

A Cefalù non si è mai vista una politica del genere nei confronti della Comunità della gente; e si continua a non vedere!
Nessun incentivo alla socializzazione, alla integrazione-condivisione, alla formazione civica.
Dividi, addormenta con il consumismo privato ed egoista, ed impera!

I Comitati spontanei che si formano nelle Contrade, sono la forma “prima” del desiderio di assunzione di responsabilità dei figli-cittadini nei confronti della propria madre-stato (o di “servizio” nei confronti dell’idea-simulacro religiosa). In essi si fa esperienza di “gestione” pratica del bene e dell’interesse collettivo, con, e per guadagno, solo onore.

I Comitati, non sono soltanto dei laboratori di democrazia; essi possono essere un supporto formidabile a qualunque Amministrazione, potendole fornire quella conoscenza approfondita del territorio utile a monitorarne "in tempo reale" i bisogni e una “organizzazione” embrionale che può tornare utile nel mettervi in atto le risposte, specie in casi di emergenza, come gli incendi.

Le realtà sociali campestri “autoctone” sono state completamente sradicate lungo la costa, quelle urbane sono esangui; resistono ancora nelle colline dove la penetrazione speculativa immobiliare è ancora relativa.
In queste realtà, le feste di contrada, l’esistenza di un Comitato permettono di conoscersi tra vecchi e nuovi residenti e di integrarsi in un sano senso di appartenenza, e di responsabilità, ad un “luogo”

Una Amministrazione comunale, ancor prima che investire in costosi (non è il nostro caso, almeno questa estate) spettacoli di attrazione turistica non dovrebbe far mancare le irrisorie cifre peraltro - che sono grandi invece per un Comitato -, quali la Siae o la logistica tecnologica (“service”), tra cui gli attacchi all’Enel, a queste realtà comunitarie di cittadini cefaludesi.

- il Comitato di Campella

ritratto di Giuseppe Aquia

Caro pino mi piace il tuo

Caro pino mi piace il tuo punto di vista su questa questione molto importante per cefalù e ti ringrazio molto perchè stai dicendo delle cose importanti di cui nessuno e ripeto nessuno ne parla mai. Tutti criticano tutti accusano queste persone eccezionali che organizzano queste feste chiamiamole di rione ma esse sono come tu hai detto il sale ed il pepe della nostra cultura se non ci fossimo persone che pur rimettendoci tempo ed il resto meglio non nominarlo, si impegnano loro e le loro famiglie pur di creare questi momenti belli di aggregazione molte cose sarebbero finite molte tradizioni molta cultura persa negli anni.Oggi queste feste, (personali) perchè di questo si tratta per l'impegno profuso da queste persone non esisterebbero più!!!!!!! ma i nostri politici o amministratori cefaludesi e non, di questo non se ne possono fregar di meno.il problema caro pino e che non solo ti impegni per organizzare tutto questo con tutte le critiche e le accuse che ricevi. Ma devi fare i conti coi problemi che ti creano i nostri governanti problemi per il suolo pubblico problemi di siae che a cefalù costa tantissimo non solo; oggi il comune non ti aiuta economicamente; ma anche ti crea problemi!!!!!.ti dicono, allora devi organizzare!!! beh vediamo se puoi farlo, se lo fai devi anche ringraziarlo senza che ci abbia messo nemmeno la presenza.Quindi io penso caro pimo che tu abbia scritto qualcosa di importante per questa gente che di queste feste ne fanno il loro vivere anno dopo anno. Non rimane che ringraziarle visto che non lo fa chi dovrebbe, lo facciamo noi tutti!!!!! propongo un grazie a tutte queste persona e ripeto tutte da sant'ambrogio a campella passando per la ferla e per la marina grazie a tutti ed un grazie speciale per padre santino uno di noi per sempre

ritratto di Pino Lo Presti

Mi unisco anch'io

ai ringraziamenti per "queste persone eccezionali che organizzano queste feste", sempre criticabile certamente il loro operato per qualcosa se si vuole ma non si può non sottolineare la portata del loro ruolo nella vita sociale e culturale della nostra comunità.
La politica - certa politica - non li vede di buon occhio e semmai usa queste occasioni per avere "visibilità" e ringraziamenti per qualche "elemosima". Ma non sono tutti uguali, altri politici sono presenti con discrezione e senza megafono dei loro atti di vicinanza", altri ancora hanno fatto senza che nessuno lo sappia o li abbia visti.
Alla fine del ciclo di queste feste, se avrò raccolto sufficiente materiale, dedicherò un intervento proprio sul rapporto tra i politici e queste realtà, che tutto dovrebbero essere tranne che elettorali.
L'idea dei Comitati di Contrada non è mia (so che era stata presente in un Programma elettorale di qualche lustro fa); in ogni caso le idee giuste non hanno copyright, esse appartengono al Buon senso di tutti.