Sull'onda del Crocefisso nelle aule scolastiche

ritratto di Giuseppe Riggio

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Sull’onda del Crocefisso nelle aule scolastiche

Non basta il Crocefisso nelle aule scolastiche, adesso si pretende la Croce sulla bandiera nazionale. I due problemi hanno la stessa radice: bisogna fermare a tutti i costi l’avanzata musulmana e difendere con le unghie e con i denti la cultura italiana ed europea che vantano radici cristiane. Ho già espresso la mia opinione sul Crocefisso nelle aule, che va mantenuto finché non diventa un problema di convivenza civile e democratica, sol perché da sempre c’è stato come oggetto d’arredamento, che non ha mai disturbato nessuno. Quieta non movēre! Ma se diventa motivo di contesa, solo il buon senso del Dirigente scolastico e degli Organi di gestione della scuola può evitare che, per difendere una consuetudine, si calpesti, si dice, uno dei diritti fondamentali della persona, quale quello della libertà di coscienza e di religione.
Ma forse l’errore sta proprio qui: è vero che la semplice presenza del Crocefisso sulla parete della classe offende la libertà di coscienza e di religione di un musulmano o di un ateo? E viceversa, è vero che se in classe non c’è il Crocefisso o lo si toglie, anche solo per il quieto vivere, si offende la libertà di coscienza dei cattolici? Sono entrambi falsi problemi nel merito, mentre sono sintomi di un problema molto più grande: la difficoltà di dialogo tra le rispettive culture. Difficoltà, non perché le culture siano inconciliabili, ma perché nel tempo hanno accumulato tante incrostazioni che, a livello popolare, hanno finito per essere scambiate per essenzialità specifiche, mentre a livello politico sono diventate motivo strumentale per difendere posizioni ed equilibri di potere. Un potere tutto sbagliato, perché si fonda sull’ignoranza e sull’arroganza. Le argomentazioni a difesa, infatti, non hanno niente di religioso e tanto meno di teologico: il Crocefisso è un simbolo religioso, per noi cattolici addirittura oggetto di culto, ed in quanto tale non può essere assunto come simbolo culturale. Con i simboli non si scherza! Hanno valore univoco e possono essere usati in altri contesti solo analogicamente, ma non attribuendo loro altri significati. Basta riflettere sul rapporto inverso: si può dire che la nostra cultura esprime il Crocefisso? Altra cosa è che nella nostra cultura numerosi artisti, grazie a mecenati cristiani, soprattutto in determinati periodi storici, hanno espresso nell’immagine del Crocefisso la propria o l’altrui spiritualità o devozione, per finire con chi nella seconda metà del secolo scorso si è servito di quell’immagine per narrare gli orrori del mondo o il degrado socio-politico.
Proporre una modifica costituzionale perché sulla bandiera italiana sia impressa la Croce ed ancora perché si possa fare in Italia un referendum alla svizzera (vedi gli onorevoli Castelli e Calderoli) oltre ad essere espressione d’ignoranza è soprattutto manifestazione d’arroganza politica, che nasce da una concezione della democrazia, propria di questa classe politica che ci governa, intesa a fare appello al voto popolare per soddisfare le loro frustrazioni cerebrali. Non gli basta essere liberi dal vincolo di mandato, cadono invece nel controsenso: pretendono di essere interpreti costanti, nell’hic et nunc della politica quotidiana, degli interessi, della volontà, dei desideri di tutti gli italiani. Non hanno capito che la libertà dal vincolo di mandato non è questa, ma esattamente il contrario. I loro elettori, sottolineo i loro, avrebbero voluto eleggerli, ma glieli hanno imposti, perché nella piena libertà d’intelligenza e di coscienza, strettamente legata alla responsabilità personale, governassero il Paese e non perché ad ogni questione di basso cabotaggio si facessero sanguinare il cervello! Ormai, purtroppo, si naviga vicino alla costa… si è incapaci di andare in alto, perché mancano gli strumenti culturali per farlo. Eppure loro sono tuttologi, s’intendono di tutto, decidono su tutto…persino se un vescovo è in sintonia con i suoi fedeli ( Vedi il Cardinale di Milano, mons.Tettamanzi), perché non deve condannare la xenofobia ed il razzismo e deve invece avere come referente la politica della Lega anziché il Vangelo di Gesù Cristo.
Il livello culturale dei nostri parlamentari è molto basso: ognuno sarà esperto nel settore professionale di provenienza, ma sono rare le persone capaci di una sintesi culturale che li aiuti a leggere la realtà sulla quale devono saggiamente intervenire, e si perdono in quisquilie e pinzillacchere che, ahimé, scambiano per cose importanti, ‘epocali’, ‘mai viste prima’, ‘straordinarie’; omologando tutto e tutti e, quel che è peggio, decidendo su tutto e su tutti. Da ‘buoni politici’ non si fidano dei tecnici; mentre quei tecnici di cui si circondano non sono riusciti a proporre una sola riforma che sia risultata costituzionale! Sono tronfi di potere, ma danno l’impressione d’essere un vuoto a perdere, o meglio, un vuoto vestito di niente.
Il nostro Barone di Mandralisca, un secolo e mezzo fa, li avrebbe chiamati Donquanqueri: per indicare con Don la posizione che occupano, con quanquero la mancanza di cultura e di competenze. Le due cose, messe insieme, in chi esplica una funzione pubblica producono arroganza.

ritratto di Angelo Sciortino

Caro Professore, ho letto

Caro Professore, ho letto con profonda soddisfazione quel che ha scritto e condivido ogni concetto espresso.
Soprattutto condivido il suo giudizio su questa classe politica, che scambia la laicità o la separazione tra Stato e Chiesa con l'ingerenza del primo su questioni che riguardano la seconda e soprattutto la coscienza degli uomini. Dovrebbero, se me lo consente, leggere San Tommaso. Non serve, però, perché ormai hanno i neuroni impastati di gossip, di telenovele e di fratelli più o meno grandi.

ritratto di Daniele Tumminello

Al preside Riggio

Nel darle il benvenuto tra i lettori e i protagonisti del nostro blog, colgo l'occasione per ribadirle la mia stima personale, che ho già avuto modo di esprimerle nel corso dell'anno che ho trascorso al Liceo come tirocinante. Sono sicuro che i suoi contributi arricchiranno il confronto d'idee che intendiamo stimolare per la crescita della nostra comunità.
Riguardo alle considerazioni da lei sopra espresse, non posso che concordare pienamente. Già qualche tempo fa abbiamo toccato su questo blog insieme all'amico Angelo Sciortino e ad altri questo argomento. L'articolo in questione (a firma di Angelo Sciortino) e i relativi commenti si intitola: Serietà dei dibattiti (soprattutto televisivi) su una sentenza.
Cordialmente

ritratto di Giuseppe Riggio

Grazie.

Grazie a Sciortino e Tumminello per il loro benvenuto.Accingendomi a scrivere qualche altra riflessione, non posso fare a meno di ricordare quanto insinuava tempo addietro l'ing.Di Paola: il rischio di suonarcela e cantarcela tra di noi.Poi mi sono reso conto che i lettori sono numerosi e mi sono convinto che vale la pena insistere.
Cordialmente ad entrambi e a tutto lo Staff.