Qualcosa di grave sta accadendo a Cefalù sul Centro Storico -

ritratto di Pino Lo Presti

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Qualcosa che spiega perchè il Comitato dei C.C.S. è inviso alla Amministrazione Guercio e alle lobby turistico-commerciali cefaludesi, e fatto oggetto di non-informazione e di disinformazione!

Da tempo denunciamo che la imprenditoria speculativa, dopo aver distrutto il territorio cefaludese con una urbanizzazione selvaggia, sposta ora le sue mire sul Centro Storico della città.

A quella edilizia si aggiunge la speculazione immobiliarista, la cui pressione sul Centro Storico, in particolare, è un elemento di realtà molto evidente, sebbene del fenomeno manchino, ad oggi, dati statistici.
Il prezzo delle case, in questi ultimi anni, vi è salito a dismisura, sia perchè vi sono ricchi acquirenti forestieri (che le eleggono a propria abitazione stabile o meno), sia perchè impresari vari le vogliono utilizzare per attività ricettive (alberghi, pensioni, Bed and Breakfast, o semplici case-vacanze).
Le condizioni di vivibilità vi si sono di molto aggravate (specie per i residenti effettivi che nel centro storico vivono perciò tutto l’anno) per il caos, i rumori, la difficoltà a tenere ed utilizzare un mezzo di trasporto proprio.
Chi, dei residenti “storici” è proprietario dell’unica casa in cui vive, si trova, da una parte, puntato il “coltello” di una sempre più insopportabile invivibilità, e, dall’altra, offerta una consistente mazzetta di denaro.
Se non ha profonde ragioni di attaccamento alle proprie radici, si trova perciò ragionevolmente indotto a vendere, e con il ricavato andare a comprare - magari “due” case - in un paese vicino: in una ci vive, l’altra la mette a frutto.
Più facile, per chi è proprietario di più case, vendere quelle/a in cui non vive, o, a sua volta, farsi “imprenditore”.
Stritolata nel mezzo è quella fascia della popolazione (spesso la più disagiata) che vive in case in affitto; non solo ne è diventata insostenibile la pigione ma soprattutto è diventato impossibile trovarne.
Questa fascia di popolazione soprattutto è così costretta ad “emigrare”, un’altra parte lo fa “per scelta”, per i motivi prima esposti.
Sarebbe interessante avere dati sugli spostamenti della popolazione in “uscita” dalla città e di quella in “entrata”, come sulle case che risultano “sfitte” o su quelle che sono abitate solo per una parte dell’anno - cioè da non-residenti -, quanti B&B reali e quante case-vacanza

Lo svuotamento del Centro Storico dai suoi residenti è un problema che è stato segnalato al Sindaco e denunciato su questo blog: “Dove va il nostro Centro Storico”? (https://www.qualecefalu.it/lac/node/1247). La risposta del Sindaco, al problema segnalato, è ormai nota:

Sono convinto che il Centro storico di Cefalù diventerà tutto un albergo, dove non ci saranno più residenti ... questi B&B creano una certa economia nella nostra città. I Proprietari oggi come oggi non affittano più le loro case a famiglie ma le affittano per 4/5 mesi, l’anno, ai turisti e questo ha un certo ritorno economico. Questa è un’evoluzione che noi subiremo. Penso, da un certo punto di vista, che non è tanto positivo perché viene meno l’identità della nostra città, ma dal punto di vista economico può essere un fatto positivo, e anche di occupazione della nostra città”... (...) ... “Per quanto riguarda questa evoluzione che sta subendo il centro storico che si va svuotando di residenti, questa è una mutazione di cui noi non abbiamo, come amministratori, alcuna colpa.
(Crm, 27 dicembre 2009).

Questo “progetto” di “cambio di destinazione d’uso” della Città da “abitativo” a “commerciale-turistico-ricettivo” non è nato certo con la Giunta Guercio, ma è con questa - assessore Terrasi - che il “progetto” ha ripreso alito con la proposta, alla fine del 2007, di svuotare “sic et simpliciter” tutto il Centro Storico dalle macchine dei residenti (senza aver idee chiare su dove andare a parcheggiarle e sugli eventuali necessari collegamenti) e quella di “chiuderne” la circolazione veicolare.
Nel maggio 2008, un non meglio identificato “Comitato per la vivibilità del Centro Storico” in una lettera al sindaco, pubblicata da cefalunews il 1° del mese, scriveva: “Fatte salve le emergenze e le occasioni particolari da autorizzare singolarmente e con attenzione, ci pare sufficiente per le necessità quotidiane la libertà di ingresso fra le 6 e le 9 del mattino”. Immediate le manifestazioni di adesioni di F. Attardi, per il consorzio Holidays, di S. Di Giorgi ed altri autorevoli esponenti della imprenditoria immobiliar-turistica cefaludese.

Il Comitato dei C.C.S. , nei primi mesi del 2008, nasce avendo una idea diversa della “Vivibilità”, centrata, per loro, sul diritto all’Abitare dei residenti e non sul diritto a godersi le vacanze dei forestieri; a difesa della dignità dei cittadini contro l’invadenza degli interessi economici.
Le attività economiche devono essere compatibili non solo con un ambiente naturale da preservare ma anche con l’ambiente umano esistente; l’idea che questo non rientri tra i “beni tipici da preservare” sembra essere quella dominante ed è quella con la quale, si è scontrato il Comitato a partire dalle problematiche del traffico nel Centro Storico (sul cui terreno, solo in parte, si svolge la “grande ultima partita”) che passa anche attraverso un'altra "Idea di Turismo", e una concezione diversa dei "Beni" e del "Bene" comuni.

Z.T.L. fasce orarie, concessioni di suolo pubblico, paletti fissi e dissuasori a scomparsa, categorie di Pass, adeguamento della segnaletica, Ordinanza unica, potenziamento del personale dei VV.UU etc..., diventano allora problematiche non solo di tecnica della viabilità e del traffico: come si può evincere dai resoconti dell’incontro del 15 c.m. 1°parte (https://www.qualecefalu.it/lac/node/1883) e 2° parte (https://www.qualecefalu.it/lac/node/1884) e, più in generale, dalla storia dei rapporti del Comitato con l’Amministrazione nel corso di questi anni (paletti fissi, dissuasori mobili etc..., sicurezza: prese del gas, fili elettrici, accesso dei mezzi di soccorso).
Informiamo chi non lo è a sufficienza che il Comitato, attraverso il proprio Portavoce, in un Consiglio comunale, ha chiarito che i primi a volere che il Centro Storico sia senza macchine parcheggiate sono proprio i residenti (almeno quelli più avvertiti), e non solo per le ragioni generali di vivibilità e godibilità per residenti e turisti, piuttosto anche per ragioni di sicurezza proprie; ad esempio pensando - in vie tanto strette - al propagarsi di un incendio lungo la catena di vetture parcheggiate sotto i balconi e davanti le porte delle case!

Ma, è ovvio che una Amministrazione deve prima provvedere a trovare il dove e il come sistemare le auto(prima dei residenti e poi di tutti gli altri), garantendo quei collegamenti (auspicabilmente elettrici) minimi, rispettosi della dignità della persona e della sua vita familiare.
La “bacchetta magica” di una Amministrazione non può essere mai un “bastone” per gli “Amministrati”!

Un “eccesso di democrazia” nei confronti del Comitato, da parte di Terrasi, pesò negativamente certo nelle vicende delle sue dimissioni. Il contrasto deciso del Comitato alle ordinanze Lombardo, contribuì certo - anche in questo caso - alle vicende delle sue dimissioni. Ora è la volta di Corsello, vincerà la brama del potere, vincerà lo spessore della coscienza?

Il Comitato è stato un ostacolo imprevisto, potenzialmente pericoloso perchè parla di "Residenti" come di una categoria di cittadini avente una peculiarità antropologica-culturale depositaria della Identità del luogo Cefalù. Perchè pone come primario, in un centro urbano - quale il Centro Storico di Cefalù -, il diritto all’Abitarvi, e come subalterno quello a Lavorarvi (nel senso che questo deve essere compatibile con il primo), perchè voci, vicine al Comitato, parlano di una civiltà in decadimento a fronte di una pandemica diffusione del virus del “business” come unico valore!

Su questi valori, che sono quelli in campo in questo momento, sarebbe bene che la città - prima di imboccare una strada senza ritorno - argomentasse interrogandosi con una informazione onesta, utile ad una visione lucida della coscienza.

ritratto di Salvatore Solaro

La parola d'ordine è: P R O

La parola d'ordine è: P R O F I T T O, soltanto PROFITTO. Il fenomeno dello svuotamento del centro storico, è soltanto la conseguenza di decisioni mai prese. Non esiste il bene pubblico, tanto meno gli interessi della collettività. Esiste soltanto un groviglio di interessi privati, per i quali, si stravolgono le più elementari regole di convivenza civile.
Il Sindaco ci informa che il centro storico "subisce un'evoluzione", non si capisce se si tratta di un fatto positivo o negativo. Chi subisce senza reagire, diventa soggetto passivo. Infatti questo atteggiamento di passività amministrativa, determina per i residenti del centro storico, una condizione di vita che somiglia tanto a quella dei palestinesi nella striscia di Gaza, "reclusi" all'interno di uno spazio per niente ospitale. Chi abita nel centro storico è soltanto un'ostacolo al progetto in atto, che ne prevede lo svuotamento per farlo diventare un guscio vuoto, senz'anima, dato in pasto ai turisti. Mai nessuna decisione verrà presa, in grado di arrestare questa "mutazione" genetica della città, i "mercanti del turismo" non lo vogliono. Non sia mai.
Hai ragione Pino, quando affermi che è cambiata le destinazione d'uso del centro storico, infatti il Centro Storico si sta trasformando in Centro Commerciale.L'Amministrazione, avrà cura di adeguare la segnaletica turistica alla "mutazione" genetica in atto:Shopping Center Cefalù No Stop. Si invitano i signori residenti a sgomberare quanto prima, per non ostacolare la crescita del PIL. I "Mercanti del Turismo", sentitamente ringraziano.

ritratto di Giuseppe Aquia

Caro pino non sono tanto

Caro pino non sono tanto d'accordo col vostro profitto, anche perchè in questo paese tutto si fà tranne che il famoso profitto come lo chiamate voi,ma signori avete visto un posto turistico che porta veramente profitto hai residenti?io si e vi garantisco che a cefalù tutto si fà tranne che per il profitto strade piene di macchine vie storiche maleodoranti e sporche davanzali inguardabili, colori a vanvera, arie condizionate, dappertutto, messe in bella vista sino quasi alla cattedrale,questo mi chiamate centro storico profittuoso?
la verità e una sola, a cefalù non si vuole davvero fare niente, e far fare niente, nulla deve cambiare, perchè ognuno di noi ha il suo orticello da coltivare, e se cambia qualcosa magari rischiamo che l'orticello migliori!!! perchè di questo si tratta migliorare per tutti.
Non solo per alcuni quindi in parte ma solo in piccolissima parte avete ragione ma anche noi dobbiamo essere pronti ad accettare e cambiare qualcosa senza ostacolare tutto e tutti, come sempre è stato nel nostro meraviglioso paese. quindi un bagno di umiltà e come dice saro di paola remare tutti dalla stessa parte chi non lo è bisogna isolarlo.il benessere è pulizia servizi e vivibilità ma anche un buon guadagno per tutti non solo per alcuni.

ritratto di Maria Teresa Testa

Ancora sul Centro Storico

In questi ultimi mesi ho letto di tutto e di più sul centro storico, sul Comitato, su persone il cui commento è stato rifiutato, ecc. Spero solo che presto si arrivi ad una soluzione. Da una parte sono d'accordo sia con Pino Lo Presti sia con Peppe Aquia. Il centro storico di Cefalù è molto esteso non dimentichiamocelova: da est verso ovest dalla Giudecca alla Porta Terra ma possiamo considerare ancora centro storico anche il rione Borgo (Chiesa Santa Maria e vie ricadenti sulla via UmbertoI). Quindi la vastità e la diversità di territori, vie, cortili e quant'altro sono di una complessità non indifferente. Il problema "centro storico" non si può a mio avviso risolvere con poche battute ma bisogna affrontarlo con serenità e con ampie vedute. L'errore è stato fatto a monte quando nel 1997 la giunta Vicari ha abolito, per la prima volta, la possibilità di sosta nelle vie del centro storico che dal Corso Ruggiero vanno verso Via Vittorio Emanuele ed ha inserito le fasce orarie di pertinenza per l'entrata/uscita dal centro storico per i residenti. Quello era il momento giusto di agire e di trovare un'alternativa al parcheggio e transito sul centro storico con costruzione di parcheggi nelle zone più vicine possibili al centro fornite di servizio navette, così non è stato e cosi non è, con le conseguenze che ora piangiamo. Il centro storico, soprattutto le vie confinanti con il Corso Ruggero, si è sempre più spopolato di residenti per i motivi chiariti da Pino Lo Presti, di conseguenza lì dove il residente non c'è più regna l'abbandono e la sporcizia e non ultimi atti vandalici (scritte sui muri, ecc.), mentre in quei luoghi dove ancora vive il residente è pulito, molto spesso abbellito con piante (a proposito spero che per queste non facciano pagare il suolo pubblico, altrimenti spariranno, come quelle davanti a qualche negozio, che non facevano danno a nessuno, anzi!) ed i cittadini non chiedono altro di continuare a vivere in questi luoghi a loro cari in maniera dignitosa e legale.