Corte delle Stelle diventi Sede Consulta Associazioni cittadine

ritratto di Gaetano Lapunzina
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Per rispondere alle ingiuste accuse di chi intende accreditarsi come l'unica "voce" in grado di esprimersi sulle tante emergenze della Città, vogliamo ancora una volta fornire un contributo di idee ad una Amministrazione incapace di qualsiasi iniziativa.
Il Comune di Cefalù dia immediata applicazione all’articolo 29 del vigente Statuto Comunale, istituendo l’Albo delle Associazioni ed individuando la “Corte delle Stelle” quale Sede della “Consulta delle Associazioni”, con l’onere per le stesse di garantire, mediante una apposita turnazione, iniziative di carattere culturale o ricreativo, aprendone la fruizione, specie nelle ore serali, ai giovani, così da tutelare il luogo dal degrado ed offrire occasioni di incontro e di crescita, al riparo da fenomeni di devianza.

ritratto di Giuseppe Aquia

ma cosa volete fornire

ma cosa volete fornire voi?siete albergatori?no, siete forse nell'amministrazione?no, ma cosa siete come proponete?avete un vicesindaco nella giunta che ha vinto la medaglia d'oro del salto in alto? allora non potete parlare loro si|||||||||| possono perchè il paese da quando loro sono al comando gira che è una meraviglia tutto risolto.

ritratto di Pino Lo Presti

Mi sembra l'unica idea giusta

sono solo perplesso sul fatto che possa essere vincente in una città che ha posto, da tempo, la socialità (fuori dalle discoteche e dai vari Pub) tra i fenomeni da perseguire.

ritratto di Saro Di Paola

NO FORSE NO..........

Non relazionare la "Corte delle stelle"
- a quello che sarebbe dovuto essere l'AUDITORIUM DELL'ANNUNZIATA,
- a quello che sarebbe dovuto essere il BAR accanto al vicolo della ruota,
- al vicolo Carmine Papa e alla STRATA RU CARCIRI
- al lacerto di STRADA ROMANA che al suo interno è stato valorizzato,

significa

SVUOTARE la corte delle stelle DELLA SUA CONCEZIONE PROGETTUALE, DELLA SUA POLIFUNZIONALITA',DELLA SUA VALENZA INFRASTRUTTURALE E URBANA.

SENZA TALI RELAZIONI SARA' DIFFICILISSIMO EVITARE CHE SIA CESSO, CAMPO DI CALCETTO, CARCERE........

SENZA TALI RELAZIONI, quasi quasi,
SI POTREBBE TAPPARE IL BUCO DEL SOPPALCO!

Già, si potrebbe aumentare la sua superficie "commerciale sfruttabile",
si potrebbero fare due "bei magazzini" o due "bei locali" uno al piano terra e l'altro al primo piano.

Se non può essere polifunzionale, almeno potrebbe essere bifunzionale......che ne so........
la consulta delle associazioni al piano terra
e una sala giochi al piano primo!
No forse no......
al primo piano una sala da ballo!
No forse no......
la sala da ballo al piano terra
e la consulta al piano primo!
No forse no .....

ritratto di Pino Lo Presti

Hai ragione Saro

Ma si farà mai l'Auditorium e quando si farà avrà il numero di posti sufficiente per una possibile gestione economica (vedi Teatro Comunale)?
E, tu cosa proponi di aspettare e intanto lasciarla così (la Corte)?
Non pensi, visto che siamo in vista della presentazione in C.C. del tanto atteso Regolamento di affido dei Beni comunali, che - visto i tempi (di dismissione) che corrono - sia molto rischioso?

ritratto di Saro Di Paola

CARO PINO,

l'Auditorium dell'Annunziata per Cefalù avrebbe dovuto avere quelle funzioni che, per Palermo, ha l'auditorium del SS. Salvatore.
Una struttura a disposizione della Città per occasioni ed eventi di musica.

La Corte delle stelle, tra le sue funzioni, avrebbe dovuto avere anche, sottolineo anche, quella di "sfogo" esterno per gli eventi musicali che si sarebbero svolti all'interno dell'auditorium.
Che pensi che non mi renda conto di quanto sia difficile che ciò possa avvenire ?

Con il mio "no forse no....." ho voluto essere provocatorio rispetto ad una proposta di destinazione d'uso che, personalmente, non condivido.
Non solo perchè snaturerebbe l'idealità progettuale di quel luogo ma, sopratutto, perchè come "sede della consulta delle Associazioni" difficilmente potrebbe rendere quel luogo "aperto alla fruizione dei giovani specie nelle ore serali" e "tutelato dal degrado".

Quali potrebbero essere, infatti,"le iniziative di carattere culturale o ricreativo" con le quali la "turnazione tra le associazioni" potrebbe "offrire ai giovani occasioni di incontro e di crescita, al riparo da fenomeni di devianza" ?

E poi, credi veramente, che le Associazioni riuscirebbero a raggiungere un accordo sulla turnazione serale ?

Tu mi chiedi : allora che fare o che farne ?
Personalmente, prima di sparare anch'io un cambio di destinazione d'uso mi permetterei di chiederlo ai progettisti.
Loro che quel luogo hanno concepito e che di quel luogo conoscono le potenzialità potrebbero essere preziosi nell'indicarne le possibili nuove destinazioni d'uso.
Meglio di me e di chiunque altro.

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Saro

Il consigliere provinciale G. Lapunzina, ritenendo di dover “rispondere a delle ingiuste accuse”, ha considerato opportuno “fornire un contributo di idee”. “Una volta tanto” che la Opposizione prospetta una possibile risposta alla consueta “voi cosa fareste invece al posto nostro”, non gli si può “togliere la dignità della parola” considerando cosa più valida fare richiesta piuttosto direttamente ai progettisti circa la destinazione d’uso d’uno spazio architettonico da loro stessi concepito.
Dici costa giusta: è più saggio infatti chiedere prima alla madre quale possibile “destinazione” per il figlio, piuttosto che “provare ad azzeccarla” sulla sua pelle. Questo però dovresti ricordarlo anche più spesso, e prima, - credo - alla Amministrazione.

Io ho avuto la fortuna di avere spiegato direttamente da “Marcello”, allora, quando ancora c’erano gli operai, l’idea che animava la sua visione progettuale, e ne fui entusiasta.
Così la ricordo:
un punto di interscambio tra le energie verticali della storia e quelle orizzontali dello spazio.

Erigendosi sul confine tra un tempo urbanistico “chiave” ed un altro della storia cefaludese - i cui resti erano emersi durante gli scavi -, una statua di donna (l’anima, lo spirito, la energia di quel passato) si avvoltolava a spirale, dal quel mondo sotterraneo - attraverso una botola ricavata nel pavimento della piazza superiore - verso l’alto, per incontrarsi lì, sulla superficie del Presente, con la “luce” che dall’alto-futuro giungeva dalle stelle.
Una condizione “magnetica”, magica da vivere, e dove far decantare le emozioni evocate dalla musica che si era appena spenta - o forse ancora no - lì accanto, all’Auditorium.
Sul piano orizzontale un attento studio degli allineamenti metteva in relazione tra loro le case ed in particolare con il mare.
Sicuramente un luogo di stimolazione, di materiali provenienti dal profondo, della coscienza e nello stesso tempo luogo della loro decantazione e distillazione.
Ma il prof. Panzarella potrà correggermi.

Erano, in ogni caso, altri tempi in cui il “sogno” era un materiale ancora possibile nelle “progettazioni”, oggi ridottosi a quello di un ascensore per la rocca al servizio del turismo industriale!
Prendendo atto che i tempi sono cambiati e che è il business l’anima e lo scopo dei nuovi progetti di destinazione, francamente mi chiedo e soprattutto chiedo a te: ammesso che questo Auditorium fosse infine realizzato non ci troveremmo di fronte ad un altro gioiello, ad un’altra “bomboniera”, come il Teatro comunale, non gestibile secondo la onnipotentemente e globalizzata religione del “ritorno economico”?
Credimi, è una domanda sincera!

Allora, se quello spirito che animò il progetto, nella sua essenza, vogliamo che infine si esprima in quel luogo-spazio, dobbiamo cominciare a considerare la necessità di una “nuova forma”, rispetto a quella pensata nel passato, essendosi questa ormai “sclerotizzata”, rattrappita come il guscio ruvido di un seme, fuori dal tempo. Lasciamo che l’essenza di quella energia seminale si esprima in una nuova forma, possibile in questo tempo.
Quella della Consulta giovanile, di un Parlamento-laboratorio dei giovani, è una scommessa - considerate le condizioni in cui versa la socialità in generale, e quella giovanile in particolare -, ma è una scommessa che questa città ha estremo bisogno si faccia al più presto: potrebbe ancora esser, per questa città, un salvavita!

ritratto di Saro Di Paola

CARO PINO,

nel non condividere la proposta della nuova destinazione d'uso per "la corte delle stelle" che il segretario del PD di Cefalù, Gaetano Lapunzina, ha sottoposto all'Amministrazione comunale, non ho avuto l'intendimento, sia pure minimo, di "toglierli la dignità della parola".
Non è un costume che mi appartiene.
Non avrei titolo alcuno per indossarlo.

Se, personalmente, ritengo che, al riguardo dovrebbero essere consultati i progettisti, il prof. Panzarella e l'architetto Parlavecchio, è per una ragione abbastanza semplice.
Almeno dal mio punto di vista che, magari, può essere "professionalmente deformato".

La "corte delle stelle", insieme alla "casa comunale", sono state le opere di attuazione del piano particolareggiato del centro storico di Cefalù che la letteratura specialistica ed il mondo accademico, non solo nazionali, hanno maggiormente esaltato.

Ironia della sorte sono le opere che, a Cefalù, sono state maggiormente offese.
L'una dalla MANO PUBBLICA e dalla MANO DEI VANDALI, l'altra, per fortuna o per sfortuna, come forse sarebbe il caso di dire,soltanto dalla MANO PUBBLICA.

Una mano pubblica che, sostanzialmente, sulle stesse è intervenuta profanandole.

Per la corte delle stelle, mi riferisco alle destinazioni d'uso che, nel tempo, ha ritenuto di dare ai locali chiusi che la compongono : sede dell'AUSER in quello che sarebbe dovuto essere un bar, teatro dei pupi in quella che sarebbe dovuta essere una sala polivalente.
Quasi che nessuna relazione funzionale, verticale e orizzontale, vi fosse tra i locali medesimi e gli spazi delle stelle.
Ma non solo!

Per la corte delle stelle mi riferisco, anche, alle cancellate con le quali la mano pubblica ha pensato di porre rimedio agli atti di vandalismo.
E per finire, anche, alla assoluta mancanza della benchè minima manutenzione che, essa stessa, è il primo ed il più forte degli stimoli per gli atti vandalici.

Per la casa comunale mi riferisco a tutti quegli interventi che la mano pubblica ha eseguito al suo interno.
Già all'indomani del suo utilizzo.

Per l'una e per l'altra opera senza che la MANO PUBBLICA abbia avuto la SENSIBILITA' di INTERPELLARE I PROGETTISTI.
Dal mio punto di vista è stato come aver detto ai progettisti : avete finito di rompere ora facciamo quello che vogliamo.

Personalmente,a prescindere dalla valenza delle due opere e dalla statura professionale e dall'amore per Cefalù dei progettisti delle stesse, sono convinto, magari per deformazione professionale, che tutti i progetti siano frutto di riflessione, di studio, di elaborazione di idee.
Idee che in funzione di esigenze che il tempo può, certamente, cambiare e/o che il progettista ha potuto, anche, non prevedere possono rendere necessaria una rivisitazione dell'opera progettata, nei suoi aspetti architettonico-funzionali e, perchè no, anche nella sua destinazione d'uso.

Ebbene, nei casi in cui si renda necessaria la rivisitazione delle scelte progettuali di un opera pubblica tra le quali è indubbio sia la destinazione d'uso, per mutate esigenze della collettività e/o per quanto sarebbe dovuto essere e non è stato, l'auditorium nel caso della corte delle stelle, sono fermamente convinto che, i primi interlocutori della pubblica amministrazione, dovrebbero essere i progettisti.
La prima parola dovrebbe essere quella loro.
L'ultima quella della politica.

Diversamente trovare una linea di demarcazione che distingua una scelta dall'altra sarebbe problematico.
Una scelta potrebbe valere l'altra.
Per tutte le opere.
Compresa la corte delle stelle:
teatro dei pupi e sede dell'Auser che sia stata o sede della consulta delle associazioni che si vorrebbe fosse.

ritratto di Pino Lo Presti

Sono comunque d'accordo con te

Che la cosiddetta "politica" cefaludese - tranne rare individuali eccezioni -, esprimendo il livello culturale e civico di questa città, ha fatto e fa sfregio dei migliori contributi creativi (frutto di riflessione, di studio, di elaborazione di idee) sia che questi fossero di stimati professionisti che di semplici cittadini. Sono d'accordo con te quando rilevi il loro fastidio di fondo di fronte alle "idee indipendenti" dai loro miseri obbiettivi: "avete finito di rompere ora facciamo quello che vogliamo".
Lo abbiamo toccato con mano in questi ultimi mesi persino sul tema del traffico nel nostro Centro Storico.