2010 : LA SFIDA DA VINCERE COL NUOVO PROGETTO PER IL PORTO DI CEFALU’
27 Aprile 2010, 18:55 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti]
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Il 24 aprile 2010 ha aggiunto un’altra pagina alla sessantennale storia del porto di Presidiana.
È quella della firma del protocollo di intesa tra il Comune di Cefalù e la Provincia Regionale di Palermo, nell’ambito del “Potenziamento delle infrastrutture per il diporto nautico della provincia di Palermo”.
Un protocollo di intesa della “validità di due anni”, con lo scopo primario di “realizzare un polo della nautica sostenibile e di qualità nell’ambito portuale di Cefalù” e con l’impegno da parte della Provincia di redigere “i progetti di livello preliminare e definitivo degli interventi utili allo scopo”.
Sostanzialmente ed in estrema sintesi, entro due anni, Cefalù dovrebbe poter disporre di un nuovo progetto definitivo per il suo porto.
Dopo l’insabbiamento, l’arenamento, l’affondamento o il flop che sia stato dell’ultimo progetto, cosiddetto “Botta” o “Spina”, era proprio da un nuovo progetto che si sarebbe dovuto, e si deve, ripartire.
ALTERA VIA NON DATUR!
Un nuovo progetto che, giocoforza, dovrà fare tesoro della ragione di fondo per la quale tutti i precedenti progetti hanno fatto “FLOP”.
Ragione di fondo dalla quale discende una di quelle CERTEZZE che ho definito DELLA RAGIONE.
Scarno lascito dei sessanta anni di vicende e vicissitudini che, sino ad oggi, hanno scritto la storia del porto.
La certezza, cioè, di dovere rinunziare ad un mega porto con il conseguente ed ineluttabile ridimensionamento del bacino portuale.
Infatti, per chiudere a greco il bacino portuale che si estende dalla diga foranea alla punta di “Calura” non esistono altre soluzioni rispetto a quelle che i progetti sino ad oggi elaborati hanno proposto.
Tutte le possibili soluzioni sono state tentate.
Tutte le rotte sono state tentate e battute.
Nel 1963, con il progetto dell’Ufficio del Genio Civile OO.MM. che prevedeva il cosiddetto “molo di sottoflutto” lungo 250 mt con la radice infilzata alla punta della Calura.
Nel 1984, con il progetto “Migliardi” che prevedeva la diga a forma di YPSILON ben fuori “l’isolotto” e con i bracci protesi uno a est ed uno ad ovest.
Nel 2003, con il progetto Botta-Spina che prevedeva la diga frangiflutti piantumata con le palme, rettilinea e lunga all’incirca 350 metri, con l’asse orientato in direzione sud-est, con le estremità pressoché equidistanti dalla punta della Calura e dalla diga foranea esistente e con l’imboccatura del porto proprio dal lato della diga esistente.
IL RIDIMENSIONAMENTO DEL BACINO PORTUALE E’ INDISPENSABILE PER RIUSCIRE FINALMENTE A CHIUDERE A GRECO,
perché è indispensabile al fine di tutelare la scogliera di Calura e quel che resta dell’arenile di Presidiana.
LA SFIDA PROGETTUALE E’ SEMPRE LA STESSA!
È una sfida che, con il ridimensionamento del bacino portuale, è, CERTAMENTE, PIU’ FACILE DA VINCERE.
Per vincerla sarà indispensabile demolire integralmente il martello centrale esistente, cosiddetta banchina a T, o lo si potrà conservare ?
Sarà questa la prima delle risposte che dovrà dare il nuovo progetto.
Avremo modo ed occasione di parlarne.
Certamente!
Saro Di Paola, 27 aprile 2010
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Una storia che dura 60
Una storia che dura 60 anni.
E si riparte da un “protocollo di intesa” con la Provincia di Palermo dopo che, dal 1963, sono stati bruciati - come ricordato dall’Ing. Di Paola – ben 3 progetti l’ultimo dei quali, quello “Botta-Spina”, presentato solennemente in una delle ultime edizioni del Salone Internazionale della Nautica di Genova, con la benedizione del Cavaliere.
Un protocollo che, allo stato, nulla può essere se non una mera dichiarazione di intenti.
Anche se - ma questa è la mia modesta opinione - ho la nemmeno tanto vaga impressione che tale atto rappresenti una forma di abdicazione della funzione programmatoria sul nostro territorio in favore dell’Ente Provincia.
Mi auguro che i fatti, in futuro, possano smentire questa mia sensazione, ma taluni passaggi mi lasciano alquanto titubante.
Perché il nostro Comune non ha partecipato, quale soggetto principale, al richiamato Bando relativo alla linea di intervento 3.3.2.5, pubblicato nella GURS del 15.10.2010 ??
Perché il Comune di Cefalù non si è attivato, come singolo Ente, utilizzando tutte le opportunità offerte dal “Piano Strategico di Sviluppo del Diporto Nautico in Sicilia”, che prevede la possibilità di attingere alle risorse finanziarie previste nel P.O. 2007.2013 ??
Il nostro Ente ha garanzie circa la “parità di posizione decisoria” all’interno di questo accordo visto che, dallo striminzito schema, si legge che i progetti di livello preliminare e definitivo verranno condotti dalla Provincia (art. 5), che la Provincia si impegna ad identificare l’idonea misura di finanziamento all’interno del P.O. 2007-2013 (art. 7), che la Provincia provvederà alla nomina del RUP per tutte le fasi del procedimento mentre il Comune provvederà a nominare un referente tecnico che collaborerà con il RUP (art. 9).
L’art. 6, poi, prevede che “le fasi esecutive e la relativa costruzione e gestione potranno essere condotte anche attivando, nel rispetto della normativa vigente, le procedure che consentono l’apporto di capitali privati ovvero forme di partenariato pubblico-privato”.
Poiché stiamo parlando della “nostra” area di Presidiana, il nostro Comune avrà voce in capitolo ??
Non credo siano dubbi amletici, ma vista la recente esperienza in tema di “privatizzazioni” sarebbe più che opportuno fissare dei paletti sin d’ora……..
Resta il fatto che, a tutt’oggi, la “T” in cemento è ancora off-limits.
Speriamo di non riparlarne tra 60 anni.
Rosario Fertitta.
Sessant'anni? Così pochi?!
Quanto e come me amate questa Città. Avete anche voi superato il mezzo secolo, per cui come me sapete quanto di questa Città è morto a causa del pressappochismo degli amministratori e del disinteresse del suo popolo. Anche stavolta morirà un altro poco di Cefalù, colpito dalle chiacchiere delle conferenze dei servizi.