Lodo Arbitrale Sorgenti Presidiana

ritratto di Rosario Lapunzina

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Nel ringraziare l'amico Saro Di Paola per le parole di stima, tengo a precisare che il giudizio arbitrale Comune di Cefalù/Sorgenti Presidiana non ha riguardato la vicenda dell'autorizzazione sanitaria per la quale si è in attesa di una indagine della Magistratura a seguito di denuncia già presentata alla Procura della Repubblica di Termini Imerese.
Il collegio Arbitrale, composto dagli Avvocati Liborio Sabatino, Giuseppe Lanza e Rosa Vinci, si è pronunciato sulle domande proposte dalla società Sorgenti Presidiana s.r.l.su aspetti meramente "contabili";

E'stato chiesto:

1) il pagamento della fattura per il semestre antecedente l'ordinanza di potabilizzazione cioè quel I°semestre del 2005 che è servito per effettuare le analisi e le prove dell'impianto;

2)il pagamento della fattura 1/07 dell'8 gennaio 2007 per un importo di 127.000,00 euro oltre interessi convenzionali;

3)il pagamento della fattura 1/08 dell'8 gennaio 2008 per un importo di 277.139,24, oltre interessi convenzionali;

4)il pagamento di interessi per ritardato pagamento per diverse fatture tra il 2006 e il 2008.

Purtroppo oltre alla condanna per il Lodo arbitarle, il Comune di Cefalù ha avuto notificato un'Ordinanza dal Giudice Ordinario per il pagamento di fatture 2008 e 2009 per un totale di 1.250.000,00 euro oltre interessi per ritardato pagamento.

ritratto di Saro Di Paola

il mio ragionamento "terra terra"

Fatta eccezione per il contratto stipulato tra il Comune di Cefalù e la "Sorgenti Presidiana" in data 31 maggio del 2000, relativo alla "Concessione di costruzione e gestione dell'impianto di potabilizzazione" non dispongo di altre "carte" e, pertanto, neanche del "lodo" tra i due contraenti.
Il ragionamento che mi ha portato a scrivere il post dal titolo "IL POTABILIZZATORE DELLA DISCORDIA (9) : il giorno della verità" è stato, ed è, di quelli "terra terra".
E', però, un ragionamento che il post dell'amico consigliere Rosario Lapunzina mi fa ritenere doveroso spiegare.

L'articolo 14 del predetto contratto prevede il ricorso all'arbitrato per "tutte le controversie che dovessero insorgere tra le parti per l'interpretazione e l'attuazione della convenzione, una volta fallito il tentativo di conciliazione" da parte della commissione paritetica prevista dall'articolo 12 della convenzione medesima.

Quanto chiesto dalla Sorgenti Presidiana ed elencato da Rosario nel post altro non configura se non una controversia strettamente connessa alla esecuzione del contratto.
Non si fosse configurato come tale a risolvere la questione non sarebbe potuto essere quel Collegio arbitrale espressamente previsto dal citato art. 14.

Ora, secondo il mio ragionamento "terra terra", se il CONCESSIONARIO fosse stato INADEMPIENTE NEI CONFRONTI DEL CONCEDENTE, per la mancanza di quella "certificazione e/o autorizzazione sanitaria all'impianto" di cui, per convenzione, si sarebbe dovuto fare carico il concessionario ed in mancanza della quale,come è stato reiteramente sostenuto, l'impianto sarebbe stato, ADDIRITTURA, "FUORI LEGGE", il Collegio Arbitrale "NON AVREBBE AVUTO LUOGO A PROCEDERE".

Assolutamente DIRIMENTE, o come dicono i francesi, TRANCHANTE, sarebbe stato l'argomento per il quale come ha scritto Rosario "si è in attesa di una indagine della Magistratura a seguito di denuncia già presentata alla Procura della Repubblica di Termini Imerese".

Sempre secondo il mio ragionamento "terra terra" il Collegio Arbitrale, piuttosto che chiedere consulenze, avrebbe dovuto decidere seccamente e subito.
NON AVREBBE DOVUTO RICONOSCERE ALCUN INDENNIZZO AL CONCESSIONARIO INADEMPIENTE.
AVREBBE DOVUTO CONDANNARE IL CONCESSIONARIO AL PAGAMENTO DI TUTTE QUELLE SPESE CHE INVECE HA DECISO DEBBA PAGARE IL COMUNE CONCEDENTE.

Ma il mio, lo ripeto, è un RAGIONAMENTO "TERRA TERRA".