Estetica stradale

ritratto di Daniele Tumminello

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Senza voler andare troppo in fondo alle carte, basta osservare lo stato in cui versano le strade di Cefalù, sia urbane che extraurbane, per avere una prova chiara ed evidente delle enormi difficoltà economiche in cui si trova il nostro comune. La vivibilità di un territorio e di una città, la sicurezza dei cittadini e, non ultima, la qualità dell’offerta turistica non può prescindere dalla buona manutenzione di strade e vie.
Oggi, la rete viaria cefaludese mostra, nel suo complesso, un degrado quanto mai evidente:
buche, avvallamenti, deformazioni e disfacimenti del manto stradale sono le caratteristiche che accomunano la stragrande maggioranza delle strade cefaludesi. A questo stato di cose non è stato possibile offrire una soluzione definitiva volta al rifacimento dell’intera rete viaria, magari da realizzare con progetti a lunga scadenza o con l’apertura di cantieri scuola. Si è sempre proceduto, giocoforza, con la pratica del rattoppo e del “rappezzo”, soluzioni queste quanto mai aleatorie e inefficaci ma le uniche possibili con le casse comunali a secco.
Il fatto è che questo “modus operandi” non elimina i problemi, che puntualmente si ripresentano, semplicemente li maschera. È come mettere delle pezze a dei jeans in cui non ci sono quasi più tracce del tessuto originario.
Se ci si allontana dal centro urbano la situazione è anche peggiore. Quelle che un tempo erano solo strade di campagna oggi sono vie molto trafficate sia da quanti sono residenti tutto l’anno nelle contrade che circondano Cefalù, sia da quanti possiedono una casa di villeggiatura, sia da quanti vogliono usufruire delle strutture ricettive e di ristorazione poste fuori dal centro urbano.
Voglio portare ad esempio la strada che, lasciando la statale 113 (direzione Messina) all’altezza di Fiume Carbone, sale per circa 4 chilometri fino alle contrade Vallegrande e Guarneri, attraversando le contrade FiumeCarbone, Granato, Pianomandrie e Lancenia, per poi ricongiungersi, tramite l’attuale via Saponara, al borgo di S.Ambrogio. Questa strada, con le sue derivazioni, sta diventando progressivamente una trazzera. Le cause sono molteplici: l’azione erosiva dell’acqua, che non trova più facile sfogo nelle cunette e nei canali di scolo in buona parte invasi da terra, detriti e vegetazione; il traffico di mezzi pesanti (camion, ruspe, cingolati, betoniere); la mancata manutenzione, appunto, delle cunette e delle scarpate (la pulizia delle stesse è solo in minima parte assicurata dalla buona volontà dei residenti). Chi percorre ogni giorno questa strada con un’auto, o peggio, con una moto, oltre a correre il rischio di un incidente (per evitare le buche e detriti, infatti, bisogna invadere spesso l’altra corsia), espone continuamente i propri mezzi a danni meccanici anche di grossa entità.
L’unico restyling offerto in tempi recenti a questa come ad altre strade extraurbane, risale all’epoca del sindaco Vicari. Si trattò, allora, di un mirabile ed esclusivo intervento di lifting toponomastico grazie al quale i nomi delle vecchie contrade vennero sostituiti in gran parte da denominazioni nuove di zecca. Le contrade cefaludesi, con la nuova idilliaca nomenclatura, divennero fantastici luoghi disneyani sul modello di Alice nel Paese delle Meraviglie. Da quel momento, infatti, chi si reca a Guarneri o nelle vicinanze transita su via Donnola, via dell’Istrice, via degli Arcieri, via della Martora e, altrove, su via delle Alpi o via monti Erei o Iblei, eccetera eccetera. L’operazione era coerente con il vessillo dell’amministrazione dell’epoca (solo in parte diverso da quello dell’attuale): L’IMMAGINE DI CEFALU’ AL DI SOPRA DI TUTTO. Così si proiettava la storia centenaria di queste contrade (solo onomasticamente per fortuna) nella dimensione del favoloso e del fiabesco: fauna estinta, o quasi, tornava a scorazzare per le campagne, rievocazioni di montagne lontane e incontaminate affascinanavano l’immaginazione del viandante.
Il lifting, però, è bene dirlo, non fu concordato con i cittadini. Si fece tutto nelle stanze del “palazzo”, senza che nessuno si fosse preoccupato di coinvolgere gli abitanti delle contrade e renderli protagonisti di un’iniziativa così importante. Le contrade di Cefalù, tra cui anche quella di Guarneri, hanno nelle chiesette di campagna un luogo di incontro e di aggregazione. Ogni anno i comitati, composti in gran parte dai residenti, organizzano i festeggiamenti, il Comune lo sa e lo sapeva anche allora. Nessuno doveva andare a bussare porta a porta e chiedere la singola opinione, bastava convocare i rappresentanti dei vari comitati, anche attraverso il parroco, e chiedere di elaborare delle proposte in merito. La gente si sarebbe riunita e avrebbe sicuramente reso meno formale e più sostanziale l’iniziativa, valorizzando la storia e la memoria dei luoghi. Sono sicuro che si sarebbero raggiunti risultati decisamente meno risibili.
Oggi, al di là della fantasiosa e suadente toponomastica, queste sono le condizioni reali della “strada di Guarneri”.


Quest'ultima foto non ha nulla a che vedere con le altre: vuole solo essere rappresentativa delle bellezze naturali di questa splendida contrada e dei paesaggi che è in grado di offrire.

ritratto di Angelo Sciortino

Non solo favole

Non solo favole, ma anche sana e vecchia mitologia: che dire della via delle Ninfe, traversa della comunale per Ferla? Ninfe lasciate sole, perché manca la via dei Satiri.
Bravo, Daniele.

ritratto di Daniele Tumminello

I Satiri

sono stati esclusi perchè potevano causare turbamenti alle coscienze più pudiche. A quanto ne so però le Ninfe non sono poi così contente di essere state lasciate sole.
Grazie Angelo.

ritratto di Vincenzo Nastasi

Caro Daniele,............

Hai esaustivamente rammentato a tutti coloro che non frequentano quelle zone,quale sia la reale situazione in cui versano le suddette.Un piccolo,piccolissimo, appunto sono costretto a fartelo:_nel reportage,mancano le foto di via Granato,ridotta ad un tracciato da rally.Se ti trovi a passare per quella strada ti accorgerai che le buche,le siepi(meglio chiamarle con il loro vero "rivette")hanno irrimediabilmente ristretto la carregiata,mettendo di fatto in serio pericolo l'incolumità di coloro che transitano da lì.Quest'estate,alcuni residenti della zona,seguendo l'esempio degli amici di S.Ambrogio,si sono dati da fare per rendere un pò più transitabile Via Granato;non vorrei che ciò che è stato fatto in regime di STRAORDINARIO,divenisse consuetudine.Cordialmente.

ritratto di Giovanni Marino

Piano Pero

Anche altre contrade hanno seguito l'esempio...così coloro che usano la strada di Piano Pero (non Via Nibbio Reale come è stata inopinatamente denominata) si sono autotassati ed hanno reso percorribile una strada molto transitata, piena di buche ed invasa da rovi e sterpaglie varie.
Temo comunque che per qualche tempo questa opera di "beneficienza" diventerà una prassi consolidata.
Giovanni Marino

ritratto di Daniele Tumminello

Via Nibbio reale

Via Nibbio Reale??? Questa mi mancava.
Non oso pensare i nomi delle vie limitrofe: ci sarà sicuramente via Condor delle Ande o qualcosa del genere.
Ma come si fa?

ritratto di Daniele Tumminello

Caro Vincenzo

Innanzitutto, grazie per il tuo commento, che centra perfettamente l'obiettivo che volevo raggiungere con la pubblicazione del mio articolo. Mi sono occupato "solo" della strada di Guarneri non ignorando il fatto che analoghe, se non peggiori situazioni, riguardano altre strade di contrada. Semplicemente ho voluto iniziare da una strada che conosco bene e che attraverso ogni giorno, sperando che i contributi degli altri lettori potessero allargare la riflessione.
Mi auguro di riuscire piano piano a fornire una documentazione più completa. Ovviamente ciò non esclude la possibilità che anche gli altri lettori lo facciano.
Grazie.