Presente e futuro di Cefalu', prima di tutto.

ritratto di Gaetano Lapunzina

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La primavera 2010 ha fatto il suo esordio. Ci avviamo, a lunghi passi verso una nuova stagione turistica, anticipata, quest’anno, da una Pasqua che il calendario introduce precocemente, già nella prima settimana di aprile.
Sparuti avventori iniziano a intravedersi per le vie della nostra Città. L’immagine che trovano, se confrontata con quella di altre blasonate mete turistiche, è desolante: strade dissestate e sporche. Come il lungomare di stamani, con piccoli cumuli di rifiuti, disseminati qua e là. Quel lungomare in cui, allo stato di degrado che deriva da una decennale assenza di manutenzione, si aggiunge la deturpazione arrecata dagli scheletri delle “nuove” strutture alberghiere, ancor oggi, a distanza di alcuni anni dall’avvio dei lavori, incompiute.
Per noi vige uno stato di assuefazione, lo stesso che ci lascia quasi indifferenti passando giornalmente accanto all’area Miccichè, o ad altre aree di degrado. Il nostro occhio vi si è ormai abituato; quello del turista no.
Specie di colui che a Cefalù è stato qualche tempo fa e che, facendovi ritorno, immagina di trovarla migliorata. E invece, se il tempo non può cancellare la bellezza, ne segna i tratti con rughe sempre più profonde.
Ci sono tanti temi attorno ai quali la Città dovrebbe discutere: dal mancato avvio della raccolta differenziata porta a porta, cui i Comuni sono obbligati, ai contrastanti annunci sul completamento del Club Mediterranee; dalla situazione di inagibilità in cui versa il Porto di Presidiana (senza che l’Amministrazione abbia partecipato ai bandi per attingere alle risorse europee), allo stato di dissesto del territorio, colpito dagli incendi in estate e dalle frane in inverno. Dall’utilizzo del centro storico a quello dei beni pubblici in genere, tra i quali Rocca, il Teatro comunale e la Corte delle Stelle. O, ancora, sul perché persiste una gestione delle aree di sosta, il cui affidamento, giudicato irregolare, doveva essere revocato dalla Civica Amministrazione; ma non lo è stato.
Malgrado ciò, all’onore delle cronache vi è uno strano dibattito riguardante le vicende politiche di tre anni or sono. Si discute degli ideatori e dei gregari, delle potenzialità di questo o quel candidato, delle dinamiche politiche all’interno di partiti scomparsi da anni (e che lo erano già quando quelle dinamiche si sarebbero svolte !!!). Si discute, fondamentalmente, di quanto sarebbe stato bello il “progetto” …se il candidato a sindaco prescelto non fosse stato il Dottore Giuseppe Guercio.
Già, perché nessuno di coloro che evocano, ricordano, deducono, giunge poi alla conclusione che non può esistere alcun progetto (al di sopra, al di sotto, di lato, o obliquo che sia rispetto alla città), che prescinda dalla figura, dal carisma, dalle capacità, dalla coerenza del primo cittadino.
Se è consentito l’ardito paragone, è come se oggi si discernesse di ciò che di male l’Italia e il mondo intero avrebbero potuto evitarsi, se a fondare e guidare, quasi un secolo fa, il Partito Fascista fosse stata persona altra rispetto a Benito Mussolini.
Il Sindaco Guercio non è stato costretto da alcuno ad accettare l’appoggio di quelle componenti politiche che, in campagna elettorale, aveva dichiarato di volere avversare. Piuttosto, le sue scelte sono in linea con il DNA culturale di chi già è stato amministratore nella passata sindacatura. Chi ha creduto nella sua voglia e capacità di cambiamento, chi lo ha presentato alla Città come l’artefice del nuovo, dovrebbe avere, oggi, il buonsenso di tacere, e non insistere sulla bontà del progetto “Cefalù al di sopra di tutto”: è solo una favola, neanche delle migliori.
La politica è mediazione tra interessi diversi. Una politica al di sopra di tutto semplicemente non esiste. E’ utopia per chi ci crede o inganno per chi vuol farlo credere agli altri.
Non siamo certo noi che immaginiamo di fare “terra bruciata” attorno ad un dibattito che giudichiamo comunque sterile e poco interessante per la Città.
Oggi c’è un’Amministrazione che ha il dovere di dare risposte rispetto alle innumerevoli questioni sul tappeto.
Non vorremmo che questo tuffo nel passato servisse a dimenticarcene.

ritratto di Giuseppe Aquia

complimenti consigliere la

complimenti consigliere la sua disamina è perfetta.bravo