6 Novembre 2012, 10:20 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
La Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo ricorderà Pasquale Culotta, nel sesto anniversario della scomparsa, con la mostra “TRACCE DI UN PERCORSO” nella Galleria Espositiva della Facoltà, nel Viale delle Scienze di Palermo.
La mostra, curata da Vincenzo Melluso, sarà inaugurata alle ore 12 di venerdì 9 novembre e resterà allestita sino al 30 di novembre.
Quest’anno, affido il mio ricordo di Pasquale alle parole che, stanotte, in un brevissimo sogno, ho scambiato con Lui.
Nel sogno era come se Pasquale fosse tornato a Cefalù.
Dopo anni di assenza.
Con grande meraviglia, Pasquale mi ha detto :
“Ma come, a Cefalù, non avete fatto nulla? Non avete realizzato nessuno dei miei progetti?”
Non meno meravigliato di Lui, Gli ho risposto :
“Perché tu non lo sai che, a Cefalù, suordi ‘un ci ‘nnè?”
Il sogno è finito lì.
L’incredulità del mio subconscio mi ha svegliato.
Peccato!
Mi sarebbe piaciuto continuare a parlarGli.
Saro Di Paola, 6 novembre 2012
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Commenti
Tania Culotta -
i sogni come progetti
Caro Saro,
gli anni passano insieme ai nostri sogni che si solidificano in ricordi lasciandoci, oltre ad una profonda nostalgia, la consapevolezza che ciò che abbiamo vissuto, operato, condiviso e sperato possa, se non nell'immediato futuro, essere realizzato.
I progetti di cui tu parli nel sogno sono sempre e comunque realtà, sì di carta, ma frutto di lavoro e studio sulla nostra città, che ad un illuminato consesso amministrativo, possono tornare utili (senza soldi) anche solo per abbeverarsi alla fonte della conoscenza.
Saro Di Paola -
Nescire quid .........
E già, cara Tania : "abbeverarsi alla fonte della conoscenza" !
Questa tua espressione mi ha riportato indietro.
Ad una conversazione con Pasquale.
Reale, in quel di via Roma.
Una conversazione che tu ricorderai.
Certamente.
Per averla io ricordata "ricordando Pasquale" qualche anno addietro.
Una conversazione sulla "memoria".
Quella delle "rerum veterum".
Una conversazione cui aveva dato spunto una locuzione in "latinorum" :
“Nescire quid ante quam natus sis acciderit, id est esse semper puerum”
cioè alla lettera
“non conoscere che cosa sia accaduto prima della nostra nascita significa restare sempre bambini” .
Non è locuzione mia e, neanche, tua.
Non è locuzione di oggi e, neanche, di ieri.
E' di Cicerone ed è di ieri l'altro : oltre duemila anni addiestro.