2 Ottobre 2012, 11:51 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
È di stamattina la notizia che la Procura di Spezia ha iscritto nove persone nel registro degli indagati per la frana verificatasi una settimana fa sulla via dell'Amore : il suggestivo “sentiero azzurro” che si snoda lungo il costone roccioso, da Riomaggiore a Monterosso, per collegare,lungomare, i borghi delle Cinque Terre.
Quella frana ha travolto quattro turiste australiane che sono rimaste ferite.
Soltanto e quasi per miracolo.
Tra gli indagati dalla Procura il sindaco del Comune di Riomaggiore nel cui territorio è avvenuta la frana ed il presidente del Parco delle Cinque Terre.
Per i due politici l’accusa è di "omesso controllo".
Secondo la Procura,infatti, avrebbero omesso "di monitorare lo stato dei versanti e di adottare e/o far adottare le misure di consolidamento e/o protezione necessaria".
Tra gli altri indagati cinque sono tecnici.
Professionisti di una società spezzina che era intervenuta tempo fa, nella zona, per i lavori di consolidamento del versante franoso.
Per i tecnici l’accusa della Procura è di ''cooperazione nel delitto colposo''.
Infatti, la frana si è verificata in un punto in cui la Via dell'Amore è protetta da apposite reti di protezione che, però, non sono state sufficienti a proteggere il sentiero.
Dopo avere appreso la notizia della frana ho chiesto la collaborazione tecnica di Pino Lo Presti per fotografare alcune criticità che, da tempo, osservo sulla parete della nostra Rocca che sovrasta la strada del Faro.
La parete sulla quale il tempo non è, ancora, riuscito a “sanare”, neanche nei colori, le ferite che le mine degli anni 50 hanno inferto alla pietra calcarea.
Cioè, la parete che si staglia, sub verticale, sull’ampia curva lungo la quale la strada lascia, alle sue spalle, il versante orientale della Rocca per proseguire sotto le pareti, a strapiombo, del suo versante settentrionale.
In quella parete del versante orientale della Rocca le criticità sono tante.
Purtroppo!
Nelle foto che seguono abbiamo evidenziato quelle che, per quanto è possibile osservare da sotto, sono, o almeno sembrano, le più gravi.
Nel malauguratissimo caso si dovesse verificare un distacco le conseguenze potrebbero essere le più gravi.
Non solo per quanti transitano per quella strada ma, anche, per quanti, proprio sotto quella parete, si fermano :
turisti per scattare foto e residenti per “commentare” quanto avviene al porto.
Dall’alto.
Proprio dal centro di quella curva da dove nulla può sfuggire alla loro non sempre benevola “attenzione”.
Basteranno le reti già impiantate a salvaguardarne la incolumità nel caso si dovesse definitivamente staccare uno dei massi che le reti imbrigliano alla cresta della parete?
La via del Faro di Cefalù non è la via dell’Amore delle Cinque Terre, però …….
Chi ha il dovere Istituzionale di “controllare” quella parete ?
Di chi è l’onere di “monitorarne lo stato per adottare e/o far adottare le misure di consolidamento e/o di protezione necessaria" ?
Chi ha il dovere di evitare, per gli altri e per sé stesso, la malauguratissima accusa di “omesso controllo” ?
Saro Di Paola, 2 ottobre 2012
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Commenti
Angelo Sciortino -
In attesa della valanga.
Per la verità, io spero che nessuno dell'Amministrazione comunale intervenga,
Con l'abitudine che hanno di agitarsi, potrebbero causare con il loro movimento il distacco di quelle rocce, che le tue fotografie mettono bene in evidenza.
Oppure, con l'abitudine al silenzio, potrebbero farle rovinare senza fragore di valanga.