1 Ottobre 2012, 21:13 - Quale Cefalù [suoi interventi e commenti] |
Fonte: LaVoceweb – 01.10.2012
Lavorava in nero e per di più senza alcuna misura di sicurezza arrampicato sulla facciata di una casa. Morì sfracellandosi sugli scogli dopo un volo di 15 metri. La morte di Salvatore Glorioso, 48 anni, suscitò grande impressione a Cefalù. E ora, dopo più di due anni, la Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a un anno e due mesi per il proprietario dell’edificio, che era anche il committente e il direttore dei lavori. In questa triplice veste è stato giudicato l’architetto Roberto Cavallaro ritenuto responsabile di omicidio colposo in concorso con Francesco Catanese, l’imprenditore edile che gestiva il cantiere in via Vittorio Emanuele, sul vecchio molo di Cefalù.
Nel pomeriggio del 4 febbraio 2010 Glorioso stava lavorando con un martello pneumatico al rifacimento della facciata. Era in equilibrio molto precario su un asse di legno agganciato a due ferri. Nessuna impalcatura, nessun’altra misura di sicurezza. “Operava senza garanzie perché è la disperazione a fare accettare questi lavori”, ha detto l’avvocato Salvatore Tamburo che si è costituito parte civile per il padre e il fratello della vittima. La moglie e le due figlie hanno invece promosso una causa di risarcimento davanti al tribunale civile. […]
Continua a leggere l’articolo all’indirizzo web: http://www.lavoceweb.com/articolo.php?IDArticolo=4789
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 2410 volte
Commenti
Pino Lo Presti -
7 febbraio 2010 - i Funerali