Il Contributo culturale dei monaci irlandesi - conferenza del Dr. E. Farinella

Ritratto di Laura Grazia Miceli

13 Settembre 2012, 15:29 - Laura Grazia Miceli   [suoi interventi e commenti]

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 Il Centro Ecumenico Internazionale La Palma ha offerto nella Chiesa di San Francesco, l’11 settembre, una conferenza del Dr. Enzo Farinella avente per tema il “Contributo culturale e religioso dei monaci irlandesi all’Italia e all’Europa
 


Il Presidente del Centro Ecumenico, Prof. Liborio Asciutto, ha introdotto la conferenza sottolineando la disponibilità dell’amico Enzo Farinella e quella di Padre Aurelio Biundo, parroco della Chiesa dedicata a San Francesco, per l’organizzazione.  Don Liborio ha evidenziato l’enorme differenza del monachesimo da tutti gli altri ordini religiosi
sorti nel secondo millennio. I monasteri del primo millennio erano vere e proprie cittadelle dotate di vita sociale agricola e culturale di  grande importanza, portate avanti da una quantità enorme di monaci e di questo ne troviamo traccia solo visitando gli antichi monasteri. I monaci, a differenza da tutti gli altri religiosi, entrano in monastero per
trascorrervi la vita intera e, in caso di spostamento, ciò avverrà in altri monasteri. La conferenza rende edotti di alcuni schemi del passato per arrivare al presente e dare indicazioni per costruire il futuro.



La Vicepresidente Misuraca illustra la figura di Enzo Farinella : originario di Gangi, vive da oltre quarant’anni a Dublino dove dirige un centro culturale, è collaboratore ANSA e corrispondente da Dublino della Radio Vaticana. Ha insegnato a Genova e a Napoli ed è stato impegnato presso il Centro Mariano. Ha al suo attivo 10 pubblicazioni e dal
2002 ha tenuto conferenze riguardanti i legami culturali tra Italia e Irlanda, tenute a New York e presso gli Istituti di cultura italiana di Polonia, Lettonia oltre che a Belfast e Budapest e, ovviamente, Dublino.



Quando prende la parola  il dr. Enzo Farinella fa uscire dall’ombra, per così dire, Padre Aurelio Biundo, che ha dato la piena disponibilità sua e della parrocchia ad ospitare  la conferenza, confermando l’ impegno culturale e sociale straordinario profuso in prima persona e attraverso l’opera della parrocchia. E’ un impegno, quello di padre Aurelio, come si è detto anche fisico oltre che spirituale: palese nei momenti in cui si sente cedere alla stanchezza, alle otto di sera, dopo una giornata densa di tutto, e deve soddisfare ancora richieste di chi vuole confessarsi. O quando è di esempio per guidarci sulla Rocca a veder sorgere l’alba, o ad accogliere al porto la processione di barche o si pone alla testa dei pellegrinaggi a Gibilmanna o in luoghi lontani o ci ammonisce in chiesa e si ammonisce in prima persona e prima di noi. Dovremmo sostare nel corso della giornata e riflettere sul modo di fare accoglienza non solo a chi non ha pane e alloggio e abiti ( elementi che in qualche modo si trovano ), ma anche e forse soprattutto sul modo di fare accoglienza a chi ha bisogno di non sentirsi escluso da paletti e super- rigidi paletti.



Per tornare al tema, Enzo Farinella, si rivolge a Padre Liborio ricordando la sua opera pastorale e culturale : negli anni ’80 quando i primi irlandesi vennero a Cefalù,  egli era sempre fra loro, a celebrare messa e a dare il conforto della sua parola di sollievo e di illuminazione. Sottolinea la partecipazione dei molti intervenuti per approfondire temi di
interesse culturale. Evidenzia e ricorda che questo Centro Ecumenico svolge un ruolo di rilievo nella ribalta internazionale che, dalla Sicilia, si dirama per il mondo intero.

                           

Si concede, Enzo Farinella, un breve excursus sulle parole recentemente pronunciate dal Presidente USA Barak Obama relativo alla necessità di un impegno per la pace, e sottolinea come 400 anni fa i monaci irlandesi iniziarono un percorso che ha avuto molto a che fare con l’Umanesimo e col Risorgimento.  I centri monastici irlandesi, si è detto, divennero villaggi, castelli ospedali, cittadelle universitarie, vere oasi di pace e di preghiera, meditazione e contemplazione, apprendimento e insegnamento.  
         
 



Si diffusero ovunque, i monaci irlandesi, lasciare l’Irlanda per Cristo, “peregrinatio Christo”, divenne loro vocazione. Molti andarono in pellegrinaggio alla Terra Santa, altri a Roma, ma, sia come missionari, sia come pellegrini, essi con i loro libri legati a dorso, seminarono lungo il cammino cultura e fede. 
 
                                                                  

La storia del Monachesimo irlandese da San Patrizio a San Declan, gli iniziatori di questo movimento, agli “itineranti” è quanto mai affascinante.



Tutte le immagini illustrano chiaramente il tema e le radici-percorso-ruolo dei monaci irlandesi in Italia e nel mondo.



Una leggenda, che suggella in modo lieve questa dotta conferenza è legata alla costruzione di un ponte. San Colombano, non trovando manodopera, si era trovato in grave difficoltà poiché l’unico che si era offerto di finire l’opera in una notte era il diavolo in cambio, però, dell’anima del primo essere che avesse attraversato il ponte. L’accordo fu concluso, confidando il santo nell’aiuto divino. Il ponte, risultò un mosaico di arcate, una diversa dall’altra, poiché recava, ognuna, l’impronta di chi l’aveva costruita. Sorse l’alba e il primo a percorrere il ponte fu …un  cane. E il diavolo lo ebbe. Povero innocente animale che dimostrò così, col suo sacrificio di possedere uno
spirito.


             

  Il gruppo scout adulti

  Giacomo che si riposa

Commenti

alla diffusione di alcuni tra i momenti più alti della vita culturale cefaludese, quali sono quelli proposti dal Centro Ecumenico Internazionale La Palma, animato da Padre Liborio Asciutto; un esempio di come si può contribuire alla vita culturale di questa città, quello della sig.a Laura Grazia Miceli, che già si espresse, assieme al compianto suo compagno Ugo Fontana, nella ricercata attività teatrale della associazione "I Vastasi di vicolo Saraceni"; un esempio per tanti giovani da parte chi ha superato da tempo gli anni verdi del fisico ma non quelli dello spirito.

Grazie, Laura