Interruzione della 113. Chiuso l'ingresso a Cefalù.

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Marzo 2021, 15:15 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ore 8, apriremo alle 14; ore 14, apriremo alle 20; ore 20, apriremo domani alle 6; ore 6 del giorno dopo, apriremo alle 14...e via di questo passo. Non so se si rendono conto di essere ridicoli. Intanto si sale per il Roccazzo, si rimane in fila o fermi per troppo tempo e non si sa a chi dirigere le proprie contumelie. Oppure si sceglie l'autostrada fino a Castelbuono, ma anche qui uscire dall'autostrada e immettersi sulla 113 in direzione di Cefalù è peggio del viaggio dantesco attraverso l'inferno.

Fiduciosi e speranzosi, i cefalutani chiedono persino ai cartelli stradali notizie e date di riapertura. In tanti, loquaci ed esperti, danno le più incredibili risposte; persino il Sindaco in diretta su facebook spiega tutto, come può spiegare un testo di fisica quantistica scritto in cinese. Allora, ecco venir fuori un dibattito degno di uno studio psicanalitico, di quelli che neppure Freud osò immaginare.

Intanto la Toto Costruzioni, che un po' di responsabilità su quanto è accaduto e accade, per bocca dei suoi tecnici stila in aramaico le sue spiegazioni sull'accaduto, aiutata da quella Rete Ferroviaria Italiana, che considera il territorio e l'ambiente di Cefalù come un campo da esperimenti ingegneristici. L'ANAS sta a guardare e, comodamente seduta accanto al Sindaco, si gode lo spettacolo; lo spettacolo del dramma recitato dagli automobilisti dispersi nella trazzera del Roccazzo.

Nessuno che si renda conto che il testo di questo dramma è stato scritto ormai dall'impegno dei tanti, che hanno governato Cefalù a partire dagli anni sessanta: da quando fu progettata una circonvallazione, che da Ogliastrillo doveva raggiungere l'ex caserma dei Carabinieri, e la cui realizzazione fu impedita da concessioni edilizie (agli amici potenti). Nessuno che si renda conto che, se Cefalù ha una sola (solissima) via d'accesso, questo è dovuto all'ostinazione di avere una stazione ferroviaria sotterranea vicina al proprio salotto. E nessuno che si renda conto che anche questa Amministrazione non ha saputo ascoltare il tecnico che essa stessa aveva nominato, il geologo professor Vincenzo Liguori, che preferì rinunziare all'incarico, vista la difficoltà a convincere chi era già convinto dalla sua supponenza.

Per tutte queste ragioni, nessuno di noi ha diritto di meravigliarsi e neppure di lamentarsi per i disagi procurati dall'interruzione della 113, perché essa è il frutto dei nostri silenzi e della nostra incapacità di giudicare ciò che altri fanno in casa nostra. Quindi, taciamo e sopportiamo quel che ci meritiamo.

 

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