Si riprende a parlare di Piano Regolatore? L'Inizio è dell'anno 1993, secolo XX della nostra Era

Ritratto di Giovanni La Barbera

31 Gennaio 2021, 19:34 - Giovanni La Barbera   [suoi interventi e commenti]

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Mi arriva notizia della ripresa del cammino procedurale, previsto dalle disposizioni di legge regionale, per la formazione e l'approvazione del Piano Regolatore Generale. Molte cose sono cambiate da che l'allora Pubblica Amministrazione protempore dette l'avvio ai “lavori”.

In queste note, appena un cenno per sollecitare qualche breve riflessione.

Metto come invariante la comune percezione del ritardo culturale di cui, strutturalmente, la Comunità siciliana è storicamente afflitta. Esso (ritardo) passa per essere un ineluttabile destino disegnato da forze soprannaturali, a cui nessuna volontà terrena può opporsi. In questa certezza si vive o si fugge da questa terra, sebbene da sempre risuonano, nei suoi “quattro canti”, voci passive, sterili, di orgogliosa speranza. Altro non accade. Qui, come in molte parti di quest'Isola, le cose avvengono senza che i soggetti che dovrebbero assumere il ruolo di protagonisti, si sentano artefici del fato che li riguarda.

In ogni pensiero che mi sovviene in urbanistica ho l'abitudine di collocarlo nell'ampia e complessa questione che riguarda il rapporto COMUNITA'/TERRITORIO. Da questa relazione, che concerne il modo di vivere della Comunità e come essa fa uso e gestisce lo spazio fisico e quello sociologico, si leggono, in un rapporto di causa, tutti i fenomeni, che si producono in conseguenza della presenza, anche, di un potere istituzionale amministrativo.

In estrema sintesi. Il ritardo nella formazione di un progetto con il quale si definiscono i temi fondamentali di quel Rapporto, che siamo abituati a chiamare PRG, è sempre da associare ai soggetti a cui gli elettori hanno dato il Potere di Governo dell'ente locale. Questi, secondo la preliminare osservazione, in queste note, non hanno in alcuna considerazione il Rapporto a cui si fa cenno, a mio modo di vedere, perché non dispongono di un apparato culturale, insieme sistematico e, anche se non necessariamente, specialistico, per amministrare.

Tuttavia Essi dispongono di un Potere, che esercitano sostanzialmente con contingente occasionalità, mirando alla conservazione di se stessi ed elargendo amichevoli favori. La cifra identificativa del loro agire è: governare il sistema in modo da essere arbitri, o apparire tali, delle decisioni riguardanti i cittadini. C'è da chiedersi se questo è normale o appartiene a disturbi non trattabili con i farmaci psicotropi, presenti sul mercato. Da qui il sistematico disinteresse per le discipline che sviluppano il senso critico dei cittadini e la partecipazione alle decisioni che li riguardano, com'è il caso del Piano Regolatore Generale.

Per ciò che riguarda la storia dell'iter del PRG, che mi sembra di una qualche utilità, si descrivono i fatti che in estrema sintesi lo riguardano; anche per dare il senso di cosa vuol dire pervenire a una pianificazione, sempre del Rapporto sopra detto, in un lasso di tempo in cui tutto è cambiato, dai fenomeni reali e alle prospettive, all'assetto delle norme dell'ordinamento regionale del governo del territorio.

Primo PRG 1974

La Pianificazione attualmente vigente era stata strutturata nella seconda metà del 1968, secolo XX della nostra era, dai Professori Giuseppe Samonà e Carlo Doglio, l'uno architetto urbanista nonché accademico, e l'altro sociologo impegnato ad introdurre nei processi di formazione dei Piani urbanistici, il metodo della ricerca propria della sociologia, già impegnato nella prassi pianificatoria, dall'Ing Adriano Olivetti, per la formazione del PRG di Ivrea.

Nel 1993

L'Amministrazione protempore decide di incaricare il Professore Salvatore Dierna dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" . L'incarico, non seguito da un reale convinto interesse da parte della Pubblica Amministrazione, non ebbe quindi alcun effetto pratico. (Sindaco Prof. La GRUA).

Nel 1994

Viene affidato l'incarico al Geologo Carmelo Iraci lo studio geologico.

Nel 1994

Viene affidato l'incarico dello studio agricolo-forestale al Professore Francesco Maria Raimondo.

Nel 1997

Con l'ausilio dell'Ufficio Urbanistica e la commissione consiliare per l'assetto del territorio vengono redatte le “DIRETTIVE GENERALI”, che il Consiglio adotta con atto deliberativo (Sindaco La Grua)

Nel 2004

Nomina dei consulenti per l'Ufficio di Piano per la redazione della Variante Generale al PRG: Professore Ing.Arch.Giuseppe Trombino, Professore Arch.Marcello Panzarella.

Nel 2004

E' stato trasmesso al Sindaco protempore (Vicari) lo Schema di Massima del PRG, la quale nello stesso giorno o forse nello stesso momento lo ha trasmesso al Presidente del Consiglio (Dolce).

Nel 2009

Il Consiglio comunale delibera di rinviare ai Progettisti lo Schema, formulando una “pregiudiziale”.

Nel marzo del 2010

Il Consiglio comunale si dichiara incompatibile ad adottare lo Schema (13 consiglieri su 20) chiedendo la nomina di un Commissario ad acta alla Regione.

Nell'Agosto 2010

Il Commissario ad acta delibera l'adozione dello schema di massima.

In questi giorni si è saputo che il progetto definitivo è stato vistato, come previsto dalla legge, dal Genio Civile.

Ora, sempre per contenere queste note in un modo lapidario, si osserva che ridurre la formazione di un progetto di pianificazione territoriale e urbanistica a una serie di adempimenti giuridici, senza interrogarsi sulle aspettative della popolazione, se non nel breve periodo della pubblicazione che seguirà l'approvazione definitiva del Piano, mi pare troppo poco.

Soprattutto se si tiene in chiara evidenza che la formazione di un PRG ha in sé lo scopo più importante nella partecipazione dei cittadini, nella quale si possono dialetticamente scontrare diversi modi di pensare la civiltà urbana e da cui sperare una sintesi più proficua, che si possa intravedere realizzabile l'interesse generale.

Sarebbe stato interessante che i temi che oggi sono contenuti nella recente Riforma Urbanistica Regionale (Norme per il governo del territorio) fossero dibattuti, innanzi tutto tra i Consiglieri e poi con le diverse parti costitutive della società cefalutana.


 

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