16 Agosto 2019, 09:00 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
A sinistra il giudice Salvatore Martino
Adesso so perché c'era – e forse c'è ancora – l'abitudine nelle redazioni dei giornali di tenere pronto il cosiddetto “coccodrillo”, che avrebbe dovuto ricordare un collega o un uomo di grande valore, che era morto. L'ho capito ieri, quando ho appreso della scomparsa di Salvatore Martino, i cui funerali si terranno oggi pomeriggio nella chiesa di San Francesco. L'ho capito perché non trovavo parole per esprimere i miei sentimenti di tristezza e di dolore per ritrovarmi privo della sua presenza; di pensare che, anche se ormai sofferente, c'era e che avrei potuto vederlo.
Soltanto adesso, a quasi un giorno dalla sua scomparsa, trovo la forza e un poco di lucidità per ricordarlo con le parole e non soltanto con il rimbombo del vuoto, che sentivo dentro di me.
Salvatore aveva appena sette anni più di me e quando c'incontravamo parlavamo come se fossimo coetanei. Io venticinquenne e pieno di sogni e lui poco più che trentenne e già giudice presso il Tribunale di Mistretta, quando accadeva d'incontrarci provavo nei suoi confronti una sorta di timore reverenziale, che egli però smorzava con la sua cordialità e con la paziente attenzione, che prestava alle mie parole. Ricordo sempre quante mie opinioni corresse con il suo pacato argomentare e quante me ne suggerì. Negli ultimi anni lo incontrai talvolta al Solito Posto, ma le sue condizioni di salute lo rendevano meno lucido di un tempo, per cui non potevo arricchirmi ancora delle sue argomentazioni. Toccava adesso a me ricambiare, restituendogli tutto l'affetto, che negli anni si era guadagnato con la sua nobiltà d'animo, con la sua intelligenza e con la sua cultura. Oggi ancor più di ieri provo questo affetto, ma non posso che rivolgerlo al ricordo di lui.
Un abbraccio, caro Salvatore; quell'abbraccio che per timidezza non ho saputo darti tutte le volte che ne sentivo il bisogno. Tu adesso vedi tutto e sono sicuro che gradirai questo abbraccio, perché sai come e quanto esso nasca dal profondo del mio cuore.
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Commenti
Giuseppe Cassata -
Ricordo di Salvatore Martino
ERAVAMO AMICI, ED ERA UN GRAN PIACERE CONVERSARE CON LUI. A CAUSA DEI MIEI PROBLEMI DI SALUTE DA TANTO TEMPO NON POTEVAMO INCONTRARCI.
CREDO CHE LA COMUNITA' CEFALUDESE DEBBA RICORDARLO COME "UN SUO ESPONENTE CHE HA COSTITUITO ESEMPIO DI UOMO COLTO E GENTILE, CHE HA ONORATO LA CITTA' DI CEFALU' COL SUO DELICATO E NOBILE LAVORO DI GIUDICE".
SONO CERTO CHE IL NOSTRO AMICO SAVATORE, CESSATE LE SUE PENE E SOFFERENZE TERRENE, GUARDA I SUOI CARI E I SUOI AMICI E SORRIDE SERENO.