13 Gennaio 2019, 20:09 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
OSPEDALE "GIGLIO", POLO DI SPERANZA IN FIERI
(Si dia a Cesare ciò che è di Cesare)
Chiunque acceda ad una struttura sanitaria pubblica, vuoi per una urgenza, vuoi per un esame, vuoi per un ricovero o per qualsivoglia altra necessità inerente alla propria salute, ambirebbe trovare nel nosocomio non quella professionale indifferenza che spesso viene ostentata dal Personale in servizio impegnato nel proprio delicato ruolo, ma quella cordiale e familiare attenzione che gli facciano superare il trauma del trovarsi in un luogo estraneo al proprio ambiente mentre versa in istato di bisogno.
La prima cosa che il paziente che accede ad un nosocomio si aspetta, infatti, è quella di essere accolto come in un ambiente familiare e di sentirsi affidato alla concreta esperienza e competenza di sanitari supportati da una tecnologìa adeguata, innovativa e fattivamente rispondente alle esigenze del suo ad esso ricorrere.
Per quanto, inoltre, appaia ovvio rimarcarlo (il riproporre un concetto non è mai improprio od effimero, né alcunché mai inficia o lede, perché implicitamente rappresenta un rafforzativo di convinzioni accettate e che in tal modo vengono ulteriormente focalizzate e ribadite in modo che, ripetutamente inculcate, permangano nella nostra mente lasciandovi un indelebile e duraturo segno), la nostra sicurezza di mantenere il benessere fisico ricorrendo al bisogno a competenti ripari non può che derivare dalla valenza dei presidi posti a tutela della nostra salute.
E più essi presidi sono dotati di attrezzature all'avanguardia, più essi presidi mantengono nel proprio quorum maestranze capaci e con al proprio attivo decenni di esperienza nei vari settori, più rappresentano una garanzia assoluta per quanti vi fanno ricorso sotto il richiamo di una qualsiasi attendibile urgenza.
La constatazione della valenza di una struttura sanitaria non può che maggiormente imprimere nel nostro humus interiore quel senso di benessere mentale, di pace fisica, radicato nella fiducia, dimensione affettiva (affettiva nel senso che Nietzsche dà al sostantivo "affetti") che rappresenta il primo supporto per il nostro vivere tranquilli.
E proprio questo intendimento, hoc erat in votis, quello, cioè, di seguire attentamente il paziente che si presenta in ospedale e metterlo completamente a suo agio indirizzandolo al meglio, questo intendimento, dicevo, credo di averlo intuito dal dialogo intercorso l'altro ieri con il Dott. Albano, che ho avuto il piacere di conoscere in sede, nell'esercizio delle sue funzioni di Presidente del nosocomio "Giglio".
Non ho potuto fare a meno di notarne l'eleganza, la squisita cortesìa del tratto, la competenza, la classe, l'impegno profuso nella direzione del suo dicastero e la disponibilità nel venire incontro alle esigenze della domanda.
Da notizie acquisite spulciando diverse note pubblicazioni ho avuto modo di approfondire la sua conoscenza professionale.
Il Dott. Giovanni Albano, giovane personaggio alquanto conosciuto ed apprezzato per tracciarne un ulteriore excursus biografico (mi limiterò, pertanto, ad elencarne solo i titoli accademici), è medico specializzato in radioagnostica.
Coadiuvato da validi elementi della sua segreterìa, quali le Dott.sse Barbara Santini, Silvia Butindari ed Annalisa Leggio, ha dato un forte impulso al nosocomio sin dal suo primo insediamento.
Già Coordinatore gestionale del reparto di radiologìa del Policlinico "Paolo Giaccone" di Palermo e dal 2013 Coordinatore gestionale dell'Unità operativa di diagnostica per immagini al "Giglio" di Cefalù nonché Presidente ad interim dello stesso nosocomio, dal Giugno dello scorso anno è stato confermato a pieno titolo nella predetta carica dal Presidente della Regione Siciliana; vanta una lunga esperienza in radiologìa ed ecografìa pediatrica ed inoltre ricopre gli incarichi di Coordinatore del Dipartimento assistenziale di radiologìa e di Direttore dell'Unità operativa di Radiologìa Pediatrica del Policlinico di Palermo.
Sotto la sua direzione, tra le innovazioni tecniche e gestionali intraprese al civico "Giglio" della nostra città emerge il progetto di ricerca e sviluppo "InRadioChir" (Innovazione in Radioterapia e Chirurgìa mini-invasiva), progetto che potenzierà la ricettività dell'Istituto portandolo a più eccelsi traguardi, riqualificando nel contempo l'offerta sanitaria e l'innovazione della medicina personalizzata in oncologìa.
Tale nuovo traguardo, a detta dello Stesso in una sua recente dichiarazione: "amplierà le attività dell'Istituto con la ricerca sulle biotecnologìe e con investimenti in alta tecnologìa. In più darà l'opportunità a tanti giovani ricercatori di lavorare in Sicilia" (sic).
Inoltre questi investimenti consentiranno di sperimentare nuovi protocolli diagnostici in medicina nucleare e terapeutici mini-invasivi sia in radioterapia che in chirurgìa.
L'ospedale "Giglio" di Cefalù, con la recente attivazione di un settore di Oncoematologìa, polo sanitario in progress, soprattutto in questi ultimi tempi in cui la gestione evidenzia un manager colto, di vaglia, lungimirante e, perché no, ardimentoso nei suoi progetti programmatici e nelle sue molteplici iniziative, si mostra suscettivo di ulteriori importanti raggiungimenti che gli consentiranno di assolvere onorevolmente alle esigenze presenti e future di una cittadina costantemente in evoluzione oltre che di altri centri madoniti che a questa struttura sanitaria di Cefalù fanno capo.
Programmi eseguibili grazie alla fornitura di attrezzature di nuova generazione che a breve dovrebbero far parte della dotazione ospedaliera.
Tra queste nuove dotazioni tecnologiche a fornirsi, così come appreso: un modulo Pet integrato ed una Risonanza Magnetica di 3 Tesla (unica nel Sud Italia), l'implementazione di attività di radioterapia con l'acquisizione di un acceleratore lineare integrato ad una Risonanza Magnetica di 1,5 Tesla (presente in pochi centri internazionali), attraverso cui è possibile effettuare una personalizzazione del trattamento quotidiano, di un sistema robotico per la sala operatoria e, infine, l'implementazione di infrastrutture come il laboratorio di genetica molecolare ed un laboratorio di anatomìa patologica digitalizzato.
Un assetto gestionale così programmato, diretto con mano sicura da un manager avveduto e capace, non può che deporre a favore della funzionalità di un polo sanitario che si presenta di tutto rispetto e sicuramente innovativo nell'ambito dell'intero comprensorio madonita siciliano.
Cefalù, 13 Gennaio 2018
Giuseppe Maggiore
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Commenti
Enzo Rosso -
Aderisco
Caro Pippo,
aderisco, aderisco incondizionatamente al tuo plauso per la gestione dell'Ospedale da parte del Dott. Albano. Infatti, se un ente complesso come un ospedale funziona, ciò si deve al manico, cioè a chi lo dirige. E' nota la passione del sullodato per il suo lavoro che egli intende non come mestiere, ma come missione e passione, e l'efficienza dell'intero ospedale ne è lo specchio.