12 Dicembre 2017, 14:07 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Un ragazzo di dodici anni forse è ancora più bambino piuttosto che un giovane. In quanto tale non ha ancora un carattere per difendersi dai bulli, che non mancano mai, essendo essi come la gramigna o qualunque altra erba selvatica, che come la gramigna attecchiscono laddove trovano un habitat favorevole, come può essere il cattivo esempio dei genitori e di gran parte della società.
È però strano che una persecuzione di bulli abbia vita a Cefalù e per di più in una scuola. Che cosa hanno imparato questi ragazzini nei cinque anni delle elementari? A usare lo smartphone, ma certamente non l'educazione e neppure il rispetto per i propri simili; non hanno imparato poesie a memoria e neppure ad apprezzare i buoni sentimenti.
Lo so, verrà qualcuno a dire che si tratta soltanto di ragazzate, ma questo qualcuno deve sapere che se le ragazzate non vengono punite, essi non diventeranno mai uomini. Resteranno a vita bambini o bamboccioni, che non potranno contare su se stessi per il loro futuro e sui quali non potrà contare quel che resta della società sana del domani.
Un bambino della scuola media Porpora di Cefalù è da oggi in cura presso alcuni psicologi, come se il malato fosse lui e non coloro che lo hanno perseguitato con il loro bullismo. Il bambino, forse stanco delle angherie subite, ha tentato il suicidio, cospargendosi di benzina e tentando di darsi fuoco. Per fortuna alcuni insegnanti sono intervenuti in tempo e hanno evitato che potesse concludersi l'insano gesto. Questo, però, gli ha salvato soltanto la vita. La fiducia nel suo prossimo e nella società in cui vive tenteranno di fargliela acquistare gli psicologi e forse i suoi genitori, se non sono con il cervello ottenebrato dalle telenovelle o dalle partite di calcio.
Il mio augurio a questo bambino è che i suoi genitori non abbiano questo cervello ottenebrato e che le Forze dell'Ordine indaghino approfonditamente su questo episodio, chiedendo magari che i genitori dei bulli vengano processati per colpa in vigilando e in educando, come stabilisce una recente sentenza di Cassazione. Per il resto rimando a quanto ho scritto sulla decadenza scolastica in questo link: https://www.qualecefalu.it/node/21499.
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Commenti
Angelo Sciortino -
Ho parlato con i genitori del bambino
Questa sera ho parlato con i genitori del bambino. Ho avuto così conferma che il mio augurio risulta pienamente esaudito. Mi hanno raccontato che gli atti di bullismo sono cominciati nella classe frequentata fino al momento del suo trasferimento in altra classe in forza di una loro richiesta motivata al responsabile dell'Istituto.
Nonostante tale trasferimento, però, i bulli hanno continuato a insolentirlo fuori dall'aula. Anzi, a essi se ne sono aggiunti altri provenienti da altre classi.
I genitori sono stati sentiti dai Carabinieri e hanno fatto i nomi dei bulli. Se le loro accuse dovessero essere fondate, credo che sarebbe necessario applicare l'articolo riguardante il reato in vigilando e in educando agli altri genitori. Ed essendo avvenuti alcuni fatti all'interno della scuola, non sarebbe male indagare su alcuni insegnanti, che sapevano, ma che non sono stati capaci d'intervenire per difendere il bambino. Bambino che spesso è stato attaccato anche fuori dalla scuola con sputi e con pugni.
Mi auguro che tutto ciò non lasci nella sua memoria né tristezza né timori per il suo futuro, nonché sfiducia verso la società nella quale vive, che per fortuna non è composta soltanto di bulli e di uomini distratti e noncuranti.