PORTO: le passerelle metalliche non ci sono più

Ritratto di Saro Di Paola

23 Settembre 2017, 09:49 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Ieri mattina, sono state smantellate e rimosse le passerelle metalliche, che, dal settembre del 2014, sono servite per sovrappassare le due banchine collassate del martello centrale del porto di Presidiana.

 

Quelle passerelle, che si sarebbero dovute realizzare, già, nell’estate del 2010, come avevo suggerito si dovessero realizzare,

perché soluzione, tecnicamente più valida, più sicura e più duratura, per fronteggiare la contingenza di bypassare le due banchine collassate.
Quelle passerelle, il cui costo avevo quantificato inferiore a 20.000 euro.
Quelle passerelle, alle quali, per il costo quantificato dall’assessore del tempo in 200.000 euro, vennero preferiti i pontili galleggianti,

 

che, ballerini come erano, 

 

non resistevano alle mareggiate e che, per i periodi durante i quali sono stati impiegati “a metti e leva”, ebbero, per la collettività, un costo ben superiore ai 100.000 euro.

 

Quelle passerelle metalliche, che, finalmente, vennero realizzate tra luglio e agosto del 2014,

 

grazie alla liberalità dell’imprenditore, che, con altrettanta liberalità, liberalità per liberalità, aveva ottenuto dal Comune il cambio di destinazione d’uso del terreno agricolo, sul versante orientale del San’Oliva, nel quale sta completando la realizzazione di oltre 50 alloggi di edilizia agevolata.

 

Quelle passerelle da ieri non ci sono più.

 

È stato il primo step dei lavori di demolizione controllata e di rifacimento delle due banchine collassate, per un importo, questo sì, di 200.000 euro.

Solo a ricordare le vicende delle banchine collassate, quelle delle modalità per bypassarle e gli errori commessi dalla politica cittadina per venirne a capo, mi inkazzo.
Come mi sono inkazzato negli anni, dal 2010 al 2014, quando di quelle vicende e di quegli errori la politica cittadina è stata protagonista.
Ma inkazzarmi, oggi, è più inutile di quanto non lo sia stato allora.

Saro Di Paola, 23 settembre 2017

Commenti

Dispiace vedere insensatamente conficcata in un commento di Saro Di Paola, compiaciuto per un risultato conseguito dall'Amministrazione di Cefalù e giustamente arrabbiato per i gravi errori di quanti gestirono la questione "ab origine", una malevola, velenosa e soprattutto falsa frecciata sul fantomatico scambio di favori fra "il Comune" e l'imprenditore che ha realizzato le passerelle metalliche al Porto di Prissuliana. Dispiace davvero che Saro Di Paola, per decenni Consigliere comunale e più volte Assessore del Comune di Cefalù insinui di una "liberalità per liberalità", ottenendo (o cercando?) l'effetto collaterale di far vaneggiare i disinformati e sprovveduti commentatori occasionali di una "corruzione consolidata", per la quale - mio caro Saro Di Paola - io m'inkazzo con te! Infatti, chi ha rivestito ruoli istituzionali come l'ing. Di Paola dovrebbe ben conoscere le carte e la procedura che ha condotto alla realizzazione degli alloggi di edilizia economica agevolata di C.da S. Oliva: sono stato il Presidente di quel Consiglio che ha approvato la localizzazione in quel sito del programma edilizio in questione, ne ho letto le carte, ne ho seguito la procedura e ho dato il mio voto favorevole. Non ho MAI ricevuto una sola pressione dal Sindaco o dagli Assessori per fare quel che ho fatto, non ho patteggiato NESSUNA liberalità con l'imprenditore e non ho MAI intrattenuto alcun rapporto confidenziale con i responsabili del progetto costruttivo (solo un brevissimo incontro per banali questioni burocratiche con l'ingegnere progettista): ho votato, e lo ripeto in questa sede, in modo molto sofferto, la localizzazione di un programma d'edilizia economica agevolata (quindi non finalizzata alla speculazione e alla residenza di lusso, ma di quanti hanno BISOGNO di una casa) che aveva seguito le stringenti normative regionali in materia, partecipando ad un bando regionale e conseguendo un posto utile in graduatoria per il Comune di Cefalù. Se tale localizzazione non fosse stata approvata dal Consiglio comunale secondo la proposta elaborata non da noi consiglieri, ma dall'Ufficio tecnico comunale e munito dei pareri necessari, discusso adeguatamente e approvato dopo confronto con i tecnici dalla Commissione consiliare competente, la Regione Sicilia avrebbe inviato un Commissario "ad acta" che avrebbe ugualmente approvato la localizzazione in quel sito o chissà in quale altro "compatibile". Le localizzazioni di Edilizia economica agevolata - e l'ing. Di Paola lo sa bene - sono oggetto di specifica, inderogabile normativa, così come sa bene che i Comuni sono tenuti ad individuare in PRG o successive varianti le aree per tale tipologia costruttiva: NULLA, NULLA, NULLA c'entrano "gli scambi di liberalità"! Il sito prescelto può far discutere quanto si vuole, ma è già stato oggetto di intensivo intervento edilizio (altra sponda del torrente) e non so se l'ing. Di Paola ebbe allora la stessa cura di avvistare altre ombre su tali questioni; non ricordo voci così alte e accorate dell'ing. Di Paola contro ben altri insediamenti costruttivi, quando le colline anche più impervie intorno a Cefalù, ancora vergini e tutelabili, venivano sfregiate con il cemento! Quello non era totale disprezzo dell'equilibrio idrogeologico, di cui OGGI l'ing. Di Paola tanto spesso parla? Forse ha fatto qualche intervento-fiume in Consiglio comunale, ma dove sono i suoi atti concreti quando è stato amministratore di questa Città, oppure le sue denunce, le battaglie, le manifestazioni? La devastazione di cui, solo purtroppo OGGI, certi commentatori parlano è soprattutto quella, quando in pochi (troppo pochi) la contestavamo apertamente, che era difesa a spada tratta dai governanti di allora, dicendoci in maniera beffarda e arrogante, che eravamo contro "il progresso e lo sviluppo del territorio", contro "il lavoro" di imprenditori, professionisti e operai che costruivano il FUTURO di Cefalù. Eccoci nel futuro e tutti lo possiamo valutare, ma dobbiamo conoscere - caro sign. Mario Furia - fatti, persone, documenti e percorsi prima di parlare fuori luogo di "corruzione consolidata", se non si vuole fare la figura, anzicché del bellissimo e intelligente cavallo che il suo cognome evoca, di tutt'altri equini molto meno nobili, pur rispettabili ma universalmente ritenuti piuttosto ottusi.

Caro Tony, quando mi commenti non ti smentisci mai.
Ho scritto "liberalità per liberalità" non per ottenere effetti collaterali.
Liberalità è "virtù che si concreta nell'offerta spontanea dei propri mezzi a vantaggio del prossimo o della comunità".
Altro che corruzione.

Essere stato, per un decennio e mezzo, consigliere comunale e per due anni assessore, in tempi diversi, mi è bastato per conoscere "le carte e la procedura che conduce alla realizzazione di alloggi di edilizia agevolata".
Tant'è che da consigliere ho anche io approvato altri progetti di edilizia agevolata, senza subire pressioni dal Sindaco e meno che meno da imprenditori.

Durante i miei primi 10 anni di consigliere, dal 1978 al 1988, furono progetti ricadenti nel PEEP, cioè all'interno di terreni ricadenti nel Piano per Edilizia Economica e Popolare di Pietragrossa-Pacenzia, ne ricordo uno : quello della Cooperativa "LA ROCCA".
O in altri terreni ricadenti all'interno dell'altro piano di zona per edilizia economica e popolare, cosiddetto "GREGOTTI", in contrada Sant'Oliva, ne ricordo uno quello della Cooperativa "Nuova Cefalù".
Allora a presentare quei progetti erano i Soci di una Cooperativa che, per Legge, dovevano avere redditti compresi in una certa fascia.

Durante i 5 anni della mia ultima esperienza di consigliere, dal 2002 al 2007, ho approvato il progetto di edilizia agevolata, cosiddetto "Puglisi", dal nome dell'imprenditore che, sull'altra sponda del Sant'Oliva, aveva acquistato un terreno ricadente in massima parte all'interno dello stesso piano Gregotti.
Di quel terreno, al di fuori del piano ed in zona agricola, ricadeva, soltanto, una minima parte, quella che, quasi interamente, serviva per realizzare la strada privata per accedere agli alloggi.
In quegli anni un imprenditore, con forti aderenze negli assessorati regionali competenti,  si presentò a me affinchè sostenessi, magari "con un intervento fiume" la variante da zona agricola a zona per edilizia agevolata, che, "seguendo le strigenti normative in materia" gli sarebbe servita per "partecipare ad un bando regionale e conseguire un posto in graduatoria".
Gli dissi che non era me che avrebbe dovuto cercare.
Non so se sia andato avanti.
Quanto alla nomina dei commissari ad acta, non mi risulta che, per la specifica ragione, a Cefalù ne siano stati, mai, nominati. 

Quanto agli insediamenti, con i quali sono state "sfregiate le colline intorno a Cefalù, anche più impervie, vergini e ancora tutelabili", ricordo a me stesso che sono stati realizzati nel pieno rispetto delle norme del PRG, prima, e del Piano Particolareggiato delle zone collinari, cosiddetto "CALANDRA", dopo.
Tant'è che, a mia memoria, nessun Giudice ha mai emesso una sola sentenza di demolizione di uno solo di quegli sfregi.
A mia memoria, quegli sfregi, tutti o quasi, hanno avuto, soltanto, una difformità col Piano Particolareggiato, che, però, secondo il PRG difformità non era.
La difformità atteneva al rispetto dei limiti di altezza degli edifici.
Limiti che il PRG fissava, razionalmente, per la media delle altezze dei fronti a valle e a monte e che, invece, il PP ha fissato, irrazionalmente, per l'altezza di entrambi i fronti.
Il che, per "l'impervietà" delle zone ciollinari  ha costretto chi elaborava i progetti ad anteporre ai fronti a valle quelle che, allora, definimmo "le mangiatoie".
Cioè "aiuole",  che servivano a riportare entro il limite l'altezza del fronte a valle.
Manufatti in cemento riempiti di terra, nella quale, essendo quasi sempre inaccessibile, finiva, e finiscono, per crescere la sterpaglia e il fieno, che ci suggerì di chiamarli mangiatoie. 
Caro Tony, per quanto io ti conosca, sono certissimo che hai votato in modo molto sofferto la localizzazione di quel programma costruttivo. 
Ti sono grato per il commento.
Con te non m'inkazzo.