3 Settembre 2016, 13:40 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Guarito dall'irritazione provocatami da una certa stampa (https://www.qualecefalu.it/node/19808), a mente serena voglio ritornare sulla sentenza del TAR, che ha dato ragione al Comune sulla vicenda delle ex poste di Largo Di Giorgio.
Dopo 25 pagine tra ricostruzione storica della complessa vicenda e spiegazioni giuridiche, il TAR così conclude: “Il Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia, Sezione Seconda, definitivamente pronunciando sul ricorso come in epigrafe proposto, in parte lo dichiara inammissibile e, per il resto, lo rigetta.”.
Rigettato il ricorso della MFM, quindi, questa si trova proprietaria di un bene, ma non ne può disporre per renderlo produttivo, investendovi per servirsene a scopi commerciali. Il Comune, infatti, vorrebbe destinarlo a scopi sociali: un centro internet, ma non una biblioteca; un luogo di aggregazione per i giovani e altri non precisati scopi, aventi però scopi sociali.
Ottime intenzioni, ma c'è una piccola difficoltà: il Comune non è proprietario del bene! Potrebbe diventarlo con un esproprio, ma dovrebbe pagarlo.
Ci troviamo, pertanto, di fronte all'assurdo che chi è proprietario del bene non può disporne e chi invece potrebbe disporne non ne è il proprietario. Una situazione dal sapore kafkiano, che potrebbe prolungarsi per anni, lasciando la Villa occupata da quello che presto sarà un rudere, che farà compagnia all'area Micciché.
Come cefaludese sono grato all'avvocato Terregino, che ha difeso il nostro Comune con abilità professionale, come in passato aveva fatto per le aree destinate a case popolari o per difendere l'ospedale in costruzione in contrada Pietra Pollastra. Così come non possiamo imputare a lui la chiusura del Punto Nascite o del cattivo funzionamento di qualche reparto, non potremo farlo oggi o domani, se la vittoria giudiziaria non sarà seguita da un'azione corretta della nostra Amministrazione. L'eventuale responsabilità di non coglierne i vantaggi non potrà che ricadere su di essa. È questa la ragione per cui rivolgo al Sindaco alcune domande, alle quali spero che risponda. Lo spero, perché, rispondendovi, egli dimostrerà il rispetto dovuto ai cittadini e quindi il suo diritto a rappresentarli.
Ecco le domande:
Ha il Comune la disponibilità finanziaria per procedere all'espropriazione?
Supposto che tale espropriazione avvenga, può garantire che il bene non farà la fine di altri beni comunali, abbandonati al degrado?
È disposto a informare subito i cittadini più chiaramente di che cosa si vuole che diventi l'edificio delle “poste vecchie”?
Soltanto tre domande. Fermo restando che la risposta non esclude un appello della MFM, con la conseguenza che la situazione di degrado del Largo Di Giorgio sarà destinata a continuare.
Per ogni buon conto, riporto ancora il testo della sentenza: sentenza MFM c Comune TARn. 1743 del 2016.pdf
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Commenti
carmen brocato -
Io spero che ...
Io spero che il vecchio edificio postale venga abbattuto senza tentennamenti, che la piccola villetta comunale venga ampliata per i nostri bambini, per i nostri giovani.
Spero che quel posto ridiventi una piccola piazza fruibile, un polmone verde, un giardino in pieno centro storico.
Anche questo è secondo me pubblica utilità!!!!
Ed, inoltre, finalmente ritornerebbe visibile il prospetto del palazzo di via Spagnolo più interessante da vedere rispetto all'edificio della posta vecchia.
Angelo Sciortino -
Non ti si può dare torto! Ma
Non ti si può dare torto! Ma bisogna tener conto che ci siamo impelagati in un ginepraio, in cui è difficile muoversi, tanto sono pungenti le foglie di ginepro. Così si chiamano in questo caso i fogli delle memorie e delle sentenze, che stanno coprendo il letto di chiacchiere di chi dovrebbe, ma non sa agire.