Lettera aperta del Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo” all’On.le Simona Vicari

Ritratto di Salvatore Ilardo

13 Marzo 2016, 15:47 - Salvatore Ilardo   [suoi interventi e commenti]

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LETTERA APERTA AL SOTTOSEGRETARIO ALLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI ON.LE SIMONA VICARI
da parte del Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo”

 

Oggetto: Raddoppio ferroviario Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono della linea Palermo-Messina.

 

Perché non condividere l’ottimismo e l’invito del nostro Presidente del Consiglio.

Pochi giorni fa, il 10 marzo u.s., il Presidente del Consiglio ha tenuto a presenziare all’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria Mormanno (Cosenza), dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Con non poca enfasi ha annunciato che entro il mese di dicembre di quest’anno, sarà completata quella che era finita con l’essere l’emblema per eccellenza delle opere pubbliche incompiute del nostro Paese.

Questo messaggio di ottimismo, questo “invito all’Italia a rimettersi in moto”, vorremmo, mutatis mutandis, che venisse applicato anche ad un piccolo progetto, che è il raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono della linea Pa-Me. Ancor più adesso, che tale tratta è stata declassata da RFI a linea metropolitana.

L’esperienza della prima tratta Fiumetorto-Cefalù/Ogliastrillo è alquanto eloquente. Avviata nel 2003, si prevedeva di completarla nel 2011. L’ultima proroga ne prevede il completamento nel 2018. Ben 15 anni per 16 km di raddoppio, per di più su terreno pianeggiante. Tralasciamo poi l’impattato paesaggistico, che è stato devastante.

Per la seconda tratta Cefalù-Castelbuono vorremmo evitare tale esperienza negativa. In alcuni recenti incontri pubblici, sono stati evidenziati i non pochi rischi geologici che il previsto scavo di alcune gallerie di servizio nel centro urbano di Cefalù potrebbero comportare.  Contestualmente, non sarebbero pochi i disagi per la popolazione, in termini di vivibilità, di mobilità, di inquinamento, a causa dei cantieri che dovrebbero essere allestiti per realizzare la Stazione sotterranea e relative gallerie di accesso e di emergenza.

Tantissime persone di Cefalù si sono rese conto, ultimamente, che trovarsi a subire, per oltre dieci anni, tali enormi disagi, oltre naturalmente i pesanti riflessi sulle attività economiche e sul turismo, forse non vale proprio la pena. L’opzione di ritornare al progetto originario, di realizzare tale Stazione nella contrada di Ogliastrillo (distante pochi chilometri dal centro urbano), risulta sempre più condivisa.

I vantaggi sarebbero vari e consistenti, oltre ad evitare enormi disagi e costi all’economia locale.

Con la realizzazione della Stazione ad Ogliastrillo, non occorrerebbe procedere verso Castelbuono con lo scavo di due canne (gallerie), come è attualmente progettato, proprio perché verrebbero meno le esigenze tecniche di una Stazione sotterranea. Basterebbe solo una canna.

Inoltre, lo scavo della galleria potrebbe avere inizio con la perforazione, ad opera della cosiddetta talpa, sul versante est (Castelbuono), evitando così di intasare con mezzi pesanti la rete viaria dell’hinterland di Cefalù. Peraltro il materiale di risulta troverebbe un sito di destinazione molto vicino nella cava Rocca Lupa di Pollina, evitando quindi ai mezzi pesanti lunghi percorsi.

Naturalmente questi vantaggi avrebbero riflessi diretti, nel contenimento sensibile dei costi per la realizzazione del raddoppio della predetta seconda tratta.

Infine, i tempi di realizzazione potrebbero accorciarsi di molto. Si valuta che lo scavo della galleria Cefalù-Castelbuono, lunga 11.000 mt., possa essere compiuto in 314 giorni, come risultante di una media di avanzamento della talpa di circa 35 mt. lineari al giorno (rif. Ing. Pinna della Toto Costruzioni S.p.A.). Ci rendiamo conto che sono dati di massima, che comunque percepiamo che possano risultare alquanto realistici.

Proviamo quindi, a recepire il messaggio che ci viene trasmesso dal nostro Presidente del Consiglio. Si organizzi quanto prima una Conferenza di Servizio, per rimodulare il Progetto Esecutivo di questa seconda tratta ferroviaria, sulla base di tali considerazioni che, naturalmente, andranno valutate in modo più approfondito nei dettagli tecnici.

E poi, si cominci subito “a correre”, come dice il nostro Premier, per tagliare il traguardo, diciamo non  “alla fine di questa’anno”, ma almeno alla fine del prossimo anno (2017).

Cefalù, 13  marzo 2016

                                                                                           per il Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo
                                                                                        (Salvatore Ilardo)

Via Roma, EGV Center - scala E
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Commenti

Ma com'è possibile che io conoscevo i dettagli del progetto definitivo già anni fa e invece a Cefalù si stanno svegliando tutti solo ora quando ci sono già gli appalti fatti, i soldi stanziati e gli operai con la pala e il pico pronti in mano?

Seconda cosa: rendetevi conto che ogni sacrificio che i cefaludesi di oggi rinunceranno a fare saranno benefici economici che mancheranno in primis ai figli cefaludesi, ma anche a tutti i siciliani e non che usufruiranno della Palermo Messina, a partire da fra 10 anni a finire almeno fra 110 anni!

Terza cosa: anche nello scenario più apocalittico di cedimenti strutturali che determinerebbero un necessario abbattimento di palazzi (come citato nell'esempio di vicolo Bernava a Palermo, dove per altro i lavori si sono solo interrotti per un tempo relativamente limitato e per i proprietari è in corso l'iter di esproprio e rimborso a prezzi di mercato), il danno economico sarebbe sempre nettamente inferiore dell'avere, per 100 anni almeno, la stazione ferroviaria fuori dal centro abitato.

L'ultimo progetto definitivo si conosce dal 2003.
I "dettagli" sono definiti dal progetto esecutivo.
E si stanno conoscendo da circa 2 mesi.
Che poi tali "dettagli", abbiano evidenziato una lacuna, non da poco, quale è stata la "dimenticanza" di un tubo di 180 cm, nel quale scorrono le acque del vallone Spinito, è o non è una giusta causa che abbia fatto "svegliare tutti"?
Per inciso la lacuna progettuale è stata fatta appalesare da chi l'ha rilevata, guardando quei dettagli, qualche giorno dopo, il 15 febbraio, quando secondo il cronoprogramma dei lavori sarebbero dovuti iniziare i lavori di quella che è, soltanto la prima delle opere che devono essere realizzate nel centro urbano per arrivare ai binari della fermata sotterranea.

Gli operai sono "con pala e pico pronti in mano" e niente impedisce che comincino a lavorare: da tutti gli altri fronti da cui devono iniziare i lavori.
Tutti i siciliani e i figli dei cefaludesi potrebbero, addirittura e paradossalmente, fruire dei benefici, non della Palemo-Messina, ma del raddoppio della Castelbuono-Punta Raisi, certamente prima di quando ne potranno fruire.
Ciò perchè qualche giornata lavorativa in più la stazione sotterranea, probabilmente, la richiede.

Lo scenario di vicolo Bernava non è affatto apocalittico: più reale di com'è non potrebbe essere.

I lavori in corrispondenza di quel vicolo si sono fermati nel 2012.
Per quanto, non io, ma i tecnici hanno detto nella conferenza del 16 luglio 2015 i lavori sarebbero dovuti riprendere nello scorso mese di ottobre, con una soluzione, che, secondo il Prof. Giovanni Barla, dopo la demolizione degli edifici prevederebbe la realizzazione di una galleria artificiale in una trincea a cielo aperto profonda 28 metri e lunga 60 metri.
I lavori, ancora, nel 2016, non sono ripresi. 
Addirittura, sino alla settimana scorsa, non so se ancora nei prossimi giorni, si sta monitorando il livello piezometrico della falda idrica.
Che sia la riprova che, ancora, i tecnici non hanno ben chiara la soluzione da adottare per eliminare quel diaframma di appena 56 metri che non ha consentito al Ministro Del Rio, di inaugurare, per intero il passante ferroviario di Palermo?  

I lavori in vicolo Bernava non cominceranno ancora per un po'. Proprio pochi giorni fa una mezza bagarre in Sala delle Lapidi ha fatto slittare la firma al parere urbanistico alla variante del prg che consentirà i lavori necessari. Parere tra l'altro non strettamente necessario, in quanto per l'importanza dei lavori a carattere comunitario, il dato parere non sarebbe vincolante, e la regione, seppur allungando la tempistica dell'iter burocratico, potrebbe ugualmente far sbloccare la cosa.

Per il resto io non contesto le diverse problematiche messe in evidenza sia grazie all'apporto del comitato, così come delle riunioni di quartiere per mezzo della pastorale parrocchiale dello Spirito Santo, o degli incontri pubblici svolti; il fatto che ci sia qualcuno competente che "vegli" sui cittadini è il massimo di quanto una comunità cittadina possa sperare di avere. Però in mia opinione l'obiettivo dovrebbe essere il rendere di sicura attuazione il progetto attuale, perché decentrare la fermata ferroviaria costituirebbe un autogol di proporzioni ancora più grandi che andrebbe a scapito di tutti.

Essendo il passante ferroviario di Palermo un'opera strategica di interesse nazionale, il voto del Consiglio sulla variante al PRG, che trasforma un'area edificata in area a verde non è vincolante.
L'Assessorato regionale al territorio può decidere a prescindere da tale voto.
Il fatto che il Consiglio sia stato chiamato a pronunziarsi potrebbe, a mio giudizio, essere legato alla necessità di velocizzare, il più possibile gli espropri, che in assenza della variante al PRG, potrebbero subire il ritardo dell'impugnativa da parte dei privati.
Che poi la seduta del Consiglio sia finita in gazzarra è un'altra storia.

"Sull'autogol di proporzioni ancora più grande" costituito dal "decentramento della fermata" a dare spunti di approfondimento potrebbe essere il fatto che non sempre un luogo per essere meno decentrato di un altro è più facilmente raggiungibile.
Un esempio per tutti:
"A Crucidda", cioè la Croce accesa sulla rocca, rispetto a Piazza Duomo è "meno decentrata" del Villaggio dei pescatori.
Eppure è molto più veloce e più agevole raggiungere il Villaggio piuttosto che la Crucidda.

Inoltre, sul piatto della bilancia potrebbero essere messi tutti quei vantaggi, in termini di razionaliazzazione dei servizi e della rete viaria,  di cui il centro urbano di Cefalù potrebbe godere per la totale dismissione della sede ferroviaria, dal passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, e  dell'attuale stazione e dalla loro acquisizione al patrimonio comunale.
Ma non solo.

...non è dove mettere la stazione, ma guardare con consapevolezza ai problemi derivanti dai lavori previsti. A questi problemi non può rispondersi né con l'irresponsabile ironia di chi dice che "C'è chi si infurierà, ma, a leggere certi scritti sul raddoppio ferroviario, qualcuno, come MINIMO, avrà subito un IMPATTO, da quale, evidentemente, è uscito assai male. Svegliatevi: Le opere sono già cantierate", né con "Ma com'è possibile che io conoscevo i dettagli del progetto definitivo già anni fa e invece a Cefalù si stanno svegliando tutti solo ora quando ci sono già gli appalti fatti, i soldi stanziati e gli operai con la pala e il pico pronti in mano?". Queste due osservazioni, infatti, non soltanto non sono proposte di soluzioni, ma finiscono con l'essere un ostacolo a ricercarle.

Nessuno credo che voglia fermare i lavori. Anzi, si spera che essi possano durare il meno possibile, anche se già oggi hanno triplicato da Fiumetorto a Ogliastrillo i tempi di sei anni, richiesti ai primi del '900 per l'intero percorso da Messina a Palermo! Si vuole soltanto evitare che vengano arrecati danni irreparabili anche al paesaggio, con grave nocumento anche per le generazioni future, nel cui interesse si consiglia di "lasciar guidare il conducente", anche se è diretto verso un baratro.

IMPATTO COL  VOCABOLARIO
CANTIERARE (Treccani): "Aprire un cantiere nel luogo di esecuzione dei lavori di un progetto edilizio".

Non risulta che nei luoghi, BEN SEI,  di esecuzione dei lavori del progetto edilizio della fermata sotterranea siano stati aperti cantieri.
Nei Paesi dove le opere non restano incompiute, generalmente, i cantieri si aprono dopo che vengono redatti i progetti esecutivi, cioè i progetti nel rispetto dei quali saranno realizzate le opere. 
Quelli veri, però!
Per la fermata metropolitana, il primo dei cantieri,  quello della galleria di sfollamento, si sarebbe dovuto aprire il 15 febbraio.
Non lo hanno, ancora, aperto. 

Il "progetto esecutivo" c'era!
Ma non era vero!

SVEGLIATEVI!