7 Marzo 2016, 16:35 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ieri sera in un mio intervento (https://www.qualecefalu.it/node/18900) così scrivevo:
“A questi cospiratori diciamo in coro – credo di poter parlare anche a nome di Cefalunews e di Cefalùweb – che nel tempo che manca al maggio 2017 noi tutti continueremo a seguire le azioni cospirative dell'Amministrazione, facendole conoscere all'opinione pubblica, perché abbia, alla scadenza del suo mandato, tutti gli elementi necessari per decidere se rinnovarle o meno la fiducia.
La nostra non è una minaccia all'Amministrazione, ma una promessa, che facciamo ai lettori.”, alludendo alla scarsa trasparenza dell'Amministrazione e ai suoi frequenti attacchi alla stampa locale. A riprova degli attacchi frequenti a tale stampa, qualcuno a essa legato così ha commentato:
“Ora, c'è anche il portavoce unico della "disinformazione" locale.”, che parlava a “reti unificate” come il Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno.
Se non mi fosse venuto subito in mente Erasmo da Rotterdam, che nei suoi Adagia riporta quello che recita Scarabeus quaerit aquilam – lo scarabeo dichiara guerra all'aquila, m'ero quasi convinto di rispondere che la sola disinformazione è quella proveniente dall'Amministrazione. Mi ha fermato anche il considerare, sempre per restare alla saggezza latina, che aquila muscam non cepit – l'aquila non cattura la mosca – per cui mi sono astenuto dal rispondere al commento.
Non posso astenermi, però, dal precisare ai cittadini-lettori, che non sono né scarabei né mosche, che il commento condito di acida ironia è soltanto l'ennesimo tentativo di distrarre i cittadini dal fatto in esame. E tale fatto era ed è che in questo momento si confonde troppo l'atto di amministrare con quello di cospirare da parte di chi ha invece il dovere alla trasparenza, stabilito non soltanto dai sani principi della democrazia, ma anche dalle norme giuridiche.
A meno che non si voglia il ritorno al pensiero unico!
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Commenti
gaetano lapunzina -
Al portavoce, con pari "gentilezza"
Il volersi elevare ad un ruolo che nessuno ha attribuito equivale a ciò che la saggezza latina definisce Asinus in cathedra.
Così come la demagogia di certi scritti conduce alla mente quel pescatore che, in una favola di Esopo, intorbidiva l'acqua del fiume, battendovi con una pietra legata ad una corda, per costringere i pesci ad impigliarsi nella rete.
Costui impediva agli altri di attingere acqua pulita, così come gli odierni mistificatori distorcono la realtà, per saziare vanità e la presunzione.