25 Novembre 2015, 07:31 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Giorni fa avevo fatto riferimento alla natura delle cosiddette opere di compensazione nelle opere pubbliche (https://www.qualecefalu.it/node/18202). Dopo la recente risposta del Sindaco a una precisa e opportuna domanda dell'architetto Valeria Piazza (https://www.qualecefalu.it/node/18313), mi corre l'obbligo di insistere sull'argomento delle compensazioni, perché ho avuto l'impressione che si tende a considerarle come un ristoro economico per i danni subiti dall'ambiente e per i disagi procurati ai cittadini.
Niente è più sbagliato di guardare alle opere di compensazione in questo modo; come se fossero, cioè, un compenso comunemente inteso. Esse sono, infatti, l'insieme delle prestazioni che, nella esecuzione di un'opera pubblica, devono offrirsi, perché la stessa si amalgami con il territorio che attraversa, limitando al minimo i cambiamenti dannosi. Sono le opere che devono fare in modo che sia rispettato l'ambiente, ma anche le caratteristiche urbanistiche, quando a essere interessato alla sua nascita è un centro urbano, come accade con la nuova stazione ferroviaria.
I lavori del raddoppio del binario, la nuova stazione in galleria e la dismissione del binario esistente riguardano proprio il centro urbano di Cefalù, che dovrà subire danni durante l'esecuzione dei lavori e mutamenti urbanistici notevoli, quando l'opera sarà terminata. Nel primo caso la compensazione potrà prevedere un ristoro economico per i provvisori disagi; nel secondo caso, invece, la compensazione non potrà limitarsi a essere un ristoro economico, ma dovrà consistere nell'integrare o, meglio ancora, nell'amalgamare l'opera con l'esistente, apportandovi quei cambiamenti necessari a dare alla sua nuova presenza un motivo di miglioramento dell'urbanistica esistente o programmata da un piano regolatore generale (PRG).
La risposta del Sindaco all'architetto Piazza non mi sembra supportata da queste considerazioni. Egli, infatti, dichiara la sua impossibilità di richiedere opere di compensazione, perché queste dovevano essere richieste al momento della “conferenza approvativa del progetto” nel 2003.
A prescindere che allora fu approvato un progetto, poi mutato per le osservazioni e i dettati degli Organi regionali, per cui le eventuali compensazioni previste in quell'occasione non avrebbero, ancora, con ogni probabilità, alcuna ragion d'essere, è oggi innegabile che queste compensazioni si sarebbero dovute richiedere in occasione della conferenza di servizio del 2015. Ma vi è di più: i mutamenti subiti dal progetto iniziale avrebbero dovuto spingere gli Uffici tecnici comunali a porre richieste diverse. Richieste di compensazioni, che non sono state fatte in sede di conferenza di servizi.
Una colpa grave, che il Paese e i suoi cittadini sconteranno amaramente. Sconteranno amaramente l'incapacità dell'Amministrazione e della sua burocrazia tecnica di avere una corretta conoscenza delle opere di compensazione, della loro vera ragion d'essere e della loro funzione di dare a un'opera pubblica, come il raddoppio ferroviario e la nuova stazione, il compito di migliorare l'ambiente, l'urbanistica e la stessa società.
Il maldestro tentativo di addebitare al passato la mancanza di accordi sugli oneri di compensazione è, alla luce di queste considerazioni, una fuga dalle proprie responsabilità!
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Commenti
Giovanni Marino -
Calpestati ancora una volta
Calpestati come quando l'impresa Pontello (autostrada A20 gallerie S. Elia e seguenti) ci trattò come una colonia, inquinando falde acquifere, bruciando spazzatura della mensa all'aperto e lesionando case per il brillamento di mine in galleria molto devastanti, per fare presto (piccoli terremoti).
Non è cambiato nulla..... solo che questa volta siamo dentro Cefalù, non nelle campagne.... e ci saranno ancora più danni....
Mi chiedo perchè hanno fatto dei sopralluoghi fotografando case....!!!
Angelo Sciortino -
Forse perché...
...sono soltanto dei pessimi fotografi!