Come e quando è nata la ntinna a mare

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Maggio 2015, 11:52 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Mi sono chiesto più volte quale fosse la vera data di nascita della “Ntinna a mare”. Non credo che la curiosità deve considerarsi superficiale e peregrina, perché è importante sapere quando e perché nascono le nostre tradizioni.

Ho sempre ritenuta troppo semplicistica la data del 1783 e la motivazione della dimostrazione di gratitudine a Gesù Salvatore, che salvò, secondo la tradizione, Cefalù dal terremoto, che in quell'anno distrusse molti paesi del Messinese e della Calabria. Non mi ha mai convinto tale motivazione, perché il carattere agonistico della Ntinna mal si presta con la devozione.

Ho cercato, perciò, altre origini e altre motivazioni. Quelle che ho trovato, mi permetto di sottoporle alla riflessione di quanti a Cefalù hanno a cuore le tradizioni e la cultura del passato.

Tra il '600 e il '700 i trasporti si svolgevano quasi esclusivamente per mare. I vascelli, i brigantini e altre imbarcazioni erano a vela. A prolungamento della prua esse avevano una lunga antenna, detta bompresso, ancora esistente su certe imbarcazioni e avente sviluppo quasi parallelo all'imbarcazione.

Quando, davanti alla cala della Marina, oggi Molo, queste imbarcazioni erano costrette a sostare per più giorni, per attendere il completamento del carico e scarico delle merci, i marinai spesso si sfidavano a percorrere il bompresso, che, per rendere più difficile il percorrerlo, veniva unto con grasso, per essere più scivoloso. Accadeva, talvolta, che si scommettesse su chi sarebbe stato il vincitore, al quale non di rado veniva riconosciuto un premio, oltre che il plauso di tutti.

In un paese marinaro come Cefalù non poteva mancare l'impegno di far propria questa tradizione marinaresca, per cui si finì con il ripetere questa gara negli anni successivi, finché essa non ottenne la data precisa del 6 agosto.

Lo stesso accadde, per quanto riguarda la nascita, negli altri Comuni marinari, dove essa si svolge ancora. La volontà espressa dagli organizzatori di quella di Cefalù, tendente a organizzare una sorta di festival della ntinna, alla quale dovranno partecipare anche gli altri Comuni, è una bella volontà e mi auguro che i proponenti abbiano successo.

Commenti

Quanto dici coincide per alcuni versi con quanto  pubblicato, nel 1987, a cura di M. Miceli e A. Rosso in un opuscolo sulla 'Ntinna a mari di cui riporto un brano :

"...Sembra, a tal proposito, che la 'Nntinna di Cefalù risalga al 1783 e che sia da collegarsi alla tradizionale festa di ringraziamento dello scampato pericolo del terremoto che in quell'anno sconvolse gran parte della Sicilia Orientale. Ma la sua origine storica è certamente più antica, legata all'epopea dei velieri.
E' noto infatti che queste antiche navi erano dotate nella parte prodiera di un albero di bompresso: dalla sommità di quest'albero, secondo alcuni, i marinai durante qualche pausa del loro duro lavoro, si tuffavano in acqua per una sorta di gioco o di divertimento. Da questo fatto sarebbe nata l'idea di insaponare ed ungere con grasso animale l'albero di bompresso per dare vita ad una competizione vera e propria e renderla nel contempo più difficile e duratura.
Il vincitore era naturalmente colui che fosse riuscito ad afferrare una bandierina o un pezzo di stoffa posto in cima all'albero.
Sarà andata realmente così? Sarà leggenda?
Ci piace comunque pensarlo, perché ripetiamo questa gara ad emulazione non può essere datata con sicurezza: la storia della nave a vela è vecchia di millenni, come millenaria è la vicenda che lega l'uomo al mare.
Da qui molto probabilmente la necessità di continuare, conservare, tramandare questa tradizione che suscitava e continua a suscitare lo spirito di emulazione  e l'orgoglio dei marinai.
Che l'origine possa non discostarsi di molto da quanto detto sopra, lo dimostrano alcune circostanze: il fatto che anticamente (come avviene ancora in altre località) la 'Ntinna a mari si svolgeva su di una barca; il fatto che l'albero della competizione è modellato volutamente sull'esempio dell'albero di bompresso; l'attaccamento secolare della gente di mare a questa tradizione, vista e vissuta da essa non come una semplice gara ad uso e consumo dello spettatore o del turista, bensì come il rinnovarsi periodico di una sfida con se stessi, prima ancora che con gli altri, sollecitando allo spasimo le proprie forze, la propria abilità, il proprio orgoglio."
 
Ne scrisse anche il Prof. D. Portera in un opuscolo dedicato al mondo della pesca di Cefalù
 
        
 
Più interessante, conclusivo  e documentato è quanto scrive Roberta Cortina in "Dialoghi mediterranei" :
“… è un’ipotesi assai credibile che il gioco dell’antenna sia diffuso almeno fin dal 1729, come attestato da un documento notarile del 1750 custodito presso la biblioteca del Museo Mandralisca. Il manoscritto, firmato da Nicolò Caruso, Regio Maestro «Notaro della Corte Giuratoria» di Cefalù, responsabile dell’erogazione dei finanziamenti per la festa del ss. Salvatore, fa riferimento, oltre alle «onze […] per far venire trombette da fuori», al denaro destinato all’acquisto di «polvere […] tanto per li bombardieri quanto per la milizia urbana», di «luminarie d’oglio e legna», di «palij della corsa alle volte per mare, e quasi ogn’anno per terra, e per opere, antenne ed altre spese minute di festino» (Caruso 1750).”
Roberta Cortina  su “Dialoghi mediterranei”
 
Immagini e più ampia citazione si trovano su: http://www.arkefa.it/Ar.ke/ntinna_mari.html