Un appello al Ministro Lorenzin

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Aprile 2015, 16:17 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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So che ci sarà qualcuno che m'inviterà a spalare m..da; qualcun altro che mi accuserà di cambiare le carte in tavola; non mancherà certamente chi m'imputerà un eccesso di polemica; non mancherà chi, infine, mi accuserà di avere l'insana voglia di mettermi in mostra. Eppure non posso tacere altre critiche all'azione del Comitato Madonie Nebrodi e a quella dei Sindaci e della stessa assessora Borsellino, che è, sottolineiamolo, colei che ha firmato il decreto di chiusura del centro nascite. Quell'Assessore con le lacrime agli occhi quando parlava con alcuni rappresentanti del Comitato nato dopo la sfilata dell'8 marzo, che non riferiva, però, che già il 13 marzo (5 giorni dopo la sfilata di protesta!) aveva inviato una nota al Ministero, per chiedere una deroga per diversi punti nascita, ma non per Cefalù!

I suoi interlocutori non potevano sapere che quella donna dagli occhi lucidi aveva fatto per altri Comuni, di sua spontanea volontà, ciò che dichiarava di essere disposta a fare per Cefalù soltanto se il Comitato si fosse fatto carico di stilare un documento di richiesta di deroga e se avesse ottenuto la condivisione a detto documento dalla dirigenza dell'ospedale.

Ottenuta la condivisione, il documento fu protocollato presso l'Assessorato e poi sottoposto e discusso da membri del comitato con alcuni responsabili del Ministero della Salute.

Credo che il Ministro sia rimasto, dopo questi e altri documenti provenienti dalla Sicilia, profondamente scossa e confusa sul da farsi. Concedere le deroghe richieste dall'Assessore, con l'esclusione di Cefalù? O includere Cefalù? Nell'uno e nell'altro caso la decisione non era preceduta, e ancora non lo è, da un obiettivo e responsabile esame, che dia, sugli ospedali interessati alla proroga, consapevolezza che essi meritino o meno di mantenere un centro nascite. Un esame che manca anche per la totalità delle attività sanitarie in Sicilia.

In Sicilia, infatti, proprio sulla sanità si sono prodotte solo e soltanto chiacchiere, carte burocratiche e decreti. Della vera situazione in cui versa la sanità, invece, non si sa niente. Non per nulla lo stesso Ministro ha inviato una nota per chiedere alla Regione e al suo Assessore note più responsabili e chiare, soprattutto note che spieghino qual è la situazione dei singoli ospedali.

Il Ministero forse non sa che l'ignoranza sulla condizione dei singoli ospedali non è soltanto sua, ma anche dell'Assessore, se essa chiede, per esempio, una deroga per Mistretta, il cui centro nascite è virtualmente chiuso da oltre due anni.

Che cosa fare a questo punto? Credo che il Ministro, vista l'incapacità della Regione, del suo Assessore e dei comitati tecnici e politici regionali, abbia soltanto una strada: nominare un suo comitato tecnico, che indaghi per scoprire qual è la vera situazione sanitaria in Sicilia. Indaghi, soprattutto, se in ogni singolo ospedale rimasto aperto e in ogni singolo ospedale, per il quale è stata chiesta la deroga, sussistano le condizioni tecniche e scientifiche, perché ciò avvenga.

È, questa soluzione, quella che il Ministro non mancherà di considerare, se non vorrà commettere errori d'improvvisazione e dannosi, come quelli a cui siamo abituati ormai da decenni. Congeli, quindi, ogni decisione di chiusura o di deroga e acquisisca tutti i dati che le permetteranno di conoscere per deliberare.

Personalmente non mi resta altro da fare, se non aspettare questa decisione del Ministro. Di una eventuale deroga alla chiusura del centro nascite di Cefalù non può né deve importarmi soltanto per vieto campanilismo, se la deroga non dovesse essere accompagnata dalla certezza che l'intero ospedale di Cefalù dev'essere assolutamente salvato dalla china, alla quale ha dato la prima spinta il suo ex presidente Cirillo dopo il ritiro del San Raffaele. Una deroga, senza la salvezza dell'intero ospedale, equivarrebbe a lasciare il centro nascite a fungere da levatrice; equivarrebbe a dilazionare la sua chiusura e a procurare problemi alle gestanti.

Né posso aspettarmi iniziative consone dall'attuale dirigenza dell'ospedale, visto che i suoi uomini sono stati nominati da quella politica, che oggi mette in forse sia il centro nascite e sia l'intero ospedale, e alla quale devono fare riferimento, perché hanno accettato di rappresentare essa e non gli interessi dell'ospedale e il diritto dei cittadini alla salute, tradendo il loro giuramento d'Ippocrate. Per questa ragione trovo inutile interloquire con essi, come ha fatto il Comitato Madonie Nebrodi. Equivarrebbe interloquire con la politica regionale, che ha dimostrato ad abundatiam il suo vero (dis)valore.

Spero che quanto precede venga letto dal Ministro e che, convenendo sulle mie riflessioni, agisca per ridare anche alla Sicilia un vero e funzionante sistema sanitario.

Spero, infine, che questi miei suggerimenti e queste mie argomentazioni vengano lette pure dalla senatrice Simona Vicari e che essa le condivida, per servirsene per continuare la sua opera in favore dell'ospedale di Cefalù presso il Ministro, contribuendo a salvare ciò che in parte ha creato anche lei.

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Commenti

Sembra che i miei dubbi su quanto sia pericoloso fidarsi di questi politici regionali, siano condivisi da altri, se non da coloro attaccati a un pilone caduto. Così, infatti, scrive oggi LiveSicilia:

L'assessore alla Salute che aveva annunciato le sue dimissioni è ancora al suo posto. Ogni labile dibattito pubblico sulla qualità dei servizi della Sanità siciliana è scomparso. La politica - in altre faccende affaccendata – ha i suoi pascoli clientelari da curare, specialmente sotto minaccia di possibili elezioni, dunque non può occuparsi della vita e della morte delle persone.”

L'articolo, interessantissimo, può e dovrebbe essere letto dai tanti che condividono i miei timori nel seguente link: http://livesicilia.it/2015/04/27/addio-nicole-morta-di-malasanita-questa-sicilia-ha-gia-dimenticato_620807/.