Il fallimento non è soltanto finanziario

Ritratto di Angelo Sciortino

6 Marzo 2015, 06:05 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Il 4 sera e fino all'alba ho ascoltato i consiglieri e il Sindaco, che hanno dibattuto per circa sette ore sulla proposta di deliberare il dissesto.

Non so perché, ma ascoltandoli mi è venuto in mente quel Cesare Cremonini, passato alla storia come esempio dell'ottusità accademica. Seguace delle teorie aristoteliche, egli si rifiutò di guardare attraverso il cannocchiale di Galileo, per non ammetterle errate. Esattamente così come hanno fatto il Sindaco e i consiglieri, che l'appoggiano, i quali si sono rifiutati di “guardare” le opinioni degli altri consiglieri, per non ammettere che le proprie erano erronee. A essi si possono rivolgere le stesse parole di Galileo: “Che dire dei più celebri filosofi di questo Studio [l'Università di Padova] i quali, colmi dell’ostinazione dell’aspide, nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia disponibilità, non hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale? [...] Questo genere di uomini ritiene infatti che la filosofia ‹naturale› sia un libro come l’Eneide e l’Odissea e che le verità siano da ricercare non nel mondo o nella natura, bensì (per usare le loro parole) nel confronto dei testi.”

Ammettiamolo pure, l'altra sera di questa filosofia se n'è fatta tanta! Essa non è bastata, però, a cambiare la triste realtà del dissesto e della pervicacia nel non ammettere che forse si era sbagliato in più occasioni nel non seguire azioni idonee, così come Cremonini si rifiutò di guardare le montagne sulla luna. Ieri sera, e stanotte, costoro hanno ritenuto che le verità erano da ricercare non nei fatti, nei bilanci e nelle leggi, ma solo ed esclusivamente nel confronto delle loro opinioni e nella carta straccia prodotta dalla burocrazia.

In questo momento così difficile non si è saputo fare altro, che definire il dissesto come l'occasione per scoprire, finalmente, la verità! Forse tali responsabilità si scopriranno, ma non credo che sia stato corretto presentarlo come un atto responsabile e consapevole, teso a questa ricerca delle responsabilità. Proprio come fece quel marito, che, per punire la moglie infedele, si evirò! In questo caso, però, per trovare l'infedele si è affossato un Paese.

Non poteva che finire com'è finita e, se non ce ne liberiamo, non potrà che andare ancora peggio.

Commenti

PER ACCERTARE LE RESPONSABILITA' ERA NECESSARIO DICHIARARE IL DISSESTO? E' UNO DEI MODI PER CONTINUARE A PRENDERE IN GIRO I CEFALUDESI CHE SARANNO CONTENTISSIMI DI PAGARE TARIFFE ELEVATISSIME LEVANDOSI LO SFIZIO DI SAPERE  IL NOME DEL RESPONSABILE DEL DISASTRO DELLA CITTA'!

MA SI ABBIA ALMENO IL PUDORE DI TACERE,AMMETTERE IN SILENZIO IL FALLIMENTO E RITIRARSI SILENZIOSAMENTE!

...per ritirarsi silenziosamente, bisogna dimettersi e le dimissioni sono il Piave dei nostri piccoli politici: bisogna resistervi anche con la forza delle mistificazione.

Per l'accertamento delle responsabilità, penali e contabili, esiste la Magistratura penale e Contabile.

Credo che la Relazione Vallante sia esaustiva e chiara in ciò ! A meno che non la si voglia richiamare solo quando "conviene" !

Esiste poi una responsabilità "politica" che appartiene a TUTTI !

Anche a coloro i quali si sono candidati prospettando ricette miracolose ed impegni fuori dal normale !

Se non si raggiunge l'obiettivo politico prefissato, si FALLISCE !

E non ci vuole il Vallante di turno per conclamarlo !

...per accorgersi d'aver fallito, occorre non essere colpiti dall'ottusità, ancorché "accademica", come quella di Cesare Cremonini.