GRAZIE!

Ritratto di Saro Di Paola

14 Dicembre 2014, 09:36 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Le partite si vincono con i gol.
Con gli autogol si perdono.
Nel calcio, come nella Vita.

Grazie!
Per la solidarietà.
Comunque ce la abbiate espressa.

Grazie!
Per le telefonate e i messaggi.
Per i “mi piace” e le “condivisioni”.

Grazie!
Per esserci stati.
Come ci siete stati.

Grazie!
Per esserci.
Come ci siete.

Grazie!
Anche a nome di Totò Testa, Giovanni D’Avola e Pino Calabrese.

Grazie Cefalù!

Saro Di Paola, Angelo Sciortino, Salvatore Culotta, Pino Lo Presti, Gianfranco D’Anna

(14 dicembre 2014)

Commenti

Questa Amministrazione verrà ricordata per il numero abnorme di querele, fatte o minacciate.

Ciò rappresenta la sconfitta peggiore per chi dovrebbe amministrare.

Ciò rappresenta un distacco totale tra gli amministratori e i cittadini.

Essi invece di spiegare, come dovrebbero, sono muti, e quando non lo sono, si scagliano contro chi li critica dimenticando che la critica e i dubbi sull'operato del Pubblico Amministratore sono questioni che dovrebbero essere risolte con le risposte, con i fatti e non con le denunce.

Ricordo a quante critiche fu esposto l'Assessore Vito Patanella, ad esempio. Egli rispondeva sempre in modo colloquiale, a volte corrosivo ma sempre in modo efficace e a volte perfino con ironia. Non ne stò valutando il lavoro ma solo il suo modo di porgersi nei confronti di chi poneva questioni.

Oggi chi fa querele senza porre giustificazioni preventive o senza confrontarsi vuol dire che ha perso il senso del suo essere amministratore, oltretutto, in questa epoca travagliata di scetticismo verso la politica. Tale scetticismo, con questo comportamento, cresce a dismisura e decreta una frattura insanabile coi cittadini. Scetticismo confermato ed alimentato perfino dalla richiesta di una audizione a porte chiuse in Consiglio Comunale, cosa che nella storia recente non avevo mai sentito.

Credo che oggi nessuno in città possa condividere l'operato del querelante, non tanto per le querele in sè, ma per il fatto che esse non siano state precedute da un dialogo costruttivo che, se ci fosse stato, avrebbe senza dubbio resi chiari i passaggi del lavoro svolto ed evitato gli strascichi giudiziari. Perchè chi le ha posto questioni voleva solo sapere, conoscere, capire, ma è evidente che in mancanza di risposte di qualsivoglia tenore, le questioni si allargano, diventano congetture, pongono ulteriori quesiti. 

Caro Ing. Duca, io non la conosco e tantomeno conosco le questioni tecniche che Lei affronta. Non sono in grado, dunque di affermare se il Suo lavoro sia stato ottimo o pessimo. Semplicemente non lo posso giudicare. Ma so per certo che oggi la questione amministrativa ha bisogno di chiarezza e le domande lecite di cittadini meritano risposte e non silenzio. Naturalmente Lei di questo silenzio si può avvalere, come in effetti ha fatto. E si può avvalere anche dell'esercizio della querela perchè si sente diffamato da qualcosa.

Ma le posso assicurare che di fronte alla città Lei non ha fatto una bella figura da un punto di vista di trasparenza e collaborazione.

Bastava spiegare. Non lo ha fatto. Ora ha tutti contro. Anche se avesse ragione. Perchè ciò che percepisce la città è un modo di porsi anomalo se non oscurantista. Ne valeva la pena?

"Signori, non condivido le vostre idee, ma mi batterò fino alla morte, affinché anche voi possiate professarle liberamente".
Così scrisse Voltaire circa tre secoli fa.

A Cefalù, invece, oggi coloro che, erroneamente, si considerano detentori della verità assoluta non solo non vedono di buon occhio chi osa pensare diversamente, ma, addirittura, cercano di zittire attraverso le querele. A queste persone dico che non è così che si acquista la fiducia dei cittadini e, soprattutto, non è così che si permette alla società di crescere.

A voi tutti, giornalisti e opinionisti, che ogni giorno, nonostante gli attacchi, continuate a informarci, non posso, invece, che dire grazie. I cittadini, che sono cosa assai diversa dai sudditi, vi sono grati.