Il bello, mediato dall'Arte, tende al sublime

Ritratto di Giuseppe Maggiore

10 Novembre 2014, 21:48 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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IL BELLO, MEDIATO DALL'ARTE, TENDE AL SUBLIME. 

(...pictura ut poesis...)

 

Si è conclusa, ieri sera, 9 Novembre 2014, la mostra di pittura dal coinvolgente titolo Cromatismi Floreali del M° Franco D’Anna, inaugurata lo scorso 25 Ottobre nella Sala delle Capriate del Comune di Cefalù alla presenza delle autorità cittadine (Curcio, Franco, Marinaro, Macaluso), di un congruo numero di relatori per la presentazione del relativo catalogo moderati dalla impeccabile regìa della stessa Macaluso (Lapunzina, Gallà, Nicastro, Portera e il sottoscritto) e di un folto e numeroso qualificato pubblico, fra il quale spiccava il pittore Michele Cutaia; mostra che è proseguita, poi, nei locali della Corte delle Stelle per la materiale fruizione delle opere esposte: cinquanta tele esclusivamente focalizzate sulla tematica floreale e sapientemente collocate con studiato effetto scenografico sulle pareti dei locali.

A tale pregevole sistemazione, oculatamente ideata dall’Autore, ha provveduto direttamente lo Stesso, collaborato nell'apposizione dal sempre disponibile amico Italo Piazza.

Si è quasi frequentemente osservato, espresso e scritto, inneggiando al buon tempo antico per le realizzazioni in esso prodotte da artisti indiscutibilmente di vaglia. Ma si è un pò abusato di tale concezione, quasi che l’Arte si fosse fermata lì e non avesse concesso ai giorni nostri il merito di una apprezzabile continuazione.

Ma il luogo comune non può eternizzarsi: e, pertanto, è e rimane tale. Per quanto noi si cammini sulla polvere del passato, le ataviche esperienze immortali su cui si basa l'odierna dottrina non sono rimaste sterili, ma hanno germogliato (alla luce dell'assioma che recita che tutto scorre, cambia, si modifica, si elabora) sortendo prestigiosi conseguimenti in una loro nuova dimensione connaturata agli attuali tempi, ai recenti raggiungimenti culturali, tecnici, scientifici e a quant'altro.

L’Arte, com’è risaputo, è sempre stata ed è la più pura espressione esistenziale che scaturisce dalla umana sensibilità, il vibrante sottaciuto anelito che alita nelle più riposte pieghe della coscienza, la base formativa della nostra più intima personalità; è lo specifico che riscatta l’essere umano dalla deprecabile inesorabile condanna alla sua materialità, alla sua finitezza, alla sua infima condizione di mortale.

Ed in questa sua strenua battaglia spesa per sconfiggere il provvisorio l’uomo Artista tracima i limiti impostigli dalla natura e si eleva in una dimensione creatrice che lo qualifica e ne evidenzia la valenza ponendolo dinanzi alla mirifica concezione del bello.

Sappiamo che il bello, appunto, attraverso l’Arte tende al sublime; quando, addirittura, non lo raggiunga.

E nel caso delle opere danniane, meditate ed esposte in questa pittorica rutilante primavera floreale nella quale la valentia ispirativa dell’autore (soprattutto mirabilmente profusa nella proposizione della rosa, ovunque considerata mistica e carnale, sacra e profana, simbolo della passione ma complice di ben altri sentimenti, non rigorosamente rossa, forte di bellezza ed eternità, soggetto-oggetto della grande arte e di quelle cosiddette applicate, non a caso regina di tutti i fiori) scaturisce impetuosa come il fiume da una immane purissima sorgiva, credo che il sublime sia stato ampiamente raggiunto.

Numerosissimi i visitatori (intere classi di alunni comprese) provenienti dalle più disparate estrazioni sociali, che si sono soffermati alla attenta considerazione dei dipinti, le cui capziose immagini di gran lunga psicologicamente invasive hanno appalesato la propria più intima bellezza esternata grazie al frutto di una sapiente maestrìa creatrice.

Ritengo che l’utilità didattica di tali mostre impingui culturalmente i gusti dei fruitori potenziandone la individuale sensibilità ed auspico, altresì, che tali formativi eventi vadano più frequentemente profferti al pubblico per una sua maggiore elevazione spirituale.

Da non sottacere, infine, l’opportuna presenza pressoché costante nella sede espositiva del M° Franco D’Anna (quasi amorevole padre che covi con lo sguardo la propria prole) e della sua gentile consorte, Sig.ra Mimma Saja.

La mostra è stata efficacemente condotta dall’ormai pluricollaudata in tale veste Silvia Patti, che, come sempre, non ha mancato di ingentilire l’ambiente con la sua inimitabile classe.

Cefalù, 10 Novembre 2014.                                                                                                                        Giuseppe Maggiore

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I cromatismi floreali di Franco D'Anna - Michele Cutaia - 9 novembre 2014 (https://www.qualecefalu.it/node/15447)

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Commenti

Ringrazio ancora una volta quanti hanno voluto onorarmi della loro attenzione e colgo l’occasione per trascrivere alcuni commenti tratti dal registro delle firme:

 

Sono innamorato della tua rosa bianca. Complimenti maestro F. D’Anna

A Franco D’Anna, che nel fiore ha saputo vedere la “complessità” del mondo e ce l’ha trasmessa con intuizione e grande bravura.

Non ho parole per descrivere un grande artista.

Al mio amico e grande artista i miei più sentiti complimenti.

Complimenti! Complimenti! Complimenti!

Congratulazioni vivissimi per questi meravigliosi fiori che ci hai regalato.

Grazie amico, maestro, collega per avermi fatto scoprire i particolari effetti e le profonde emozioni che i petali dei fiori possono trasmettere al cuore.

Allusioni …. illusioni !!!! baci

Finalmente un artista che riesce ad infondere allegria esaltando le qualità della natura.

Colori e sfumature spettacolari.

Ti consiglio, se altri non lo hanno già fatto, di portare questa mostra fuori Cefalù, Roma, Milano etc. …..

Un macrocosmo in movimento. .… Una sinfonia di colori con tempi musicali.

L’ha dipinto qualche (disegno di una margherita) belli!!!

Lo sfaldamento del segno,
in nome del colore,
è come l’atto d’amore,
che movendo dolcemente
nel silenzio del mondo,
nel centro raggiunge
il suo compimento.
Il fiore è donna,
il colore n’è l’essenza.
Questa mostra è un omaggio
al fiore-donna
E' un dono d’amore

Un ammirato complimento per ciò che si può ammirare nel vicino e nel particolare del fiore al di là degli odori e dei colori, guarda ancora anche nei prati.  

Splendida rappresentazione naturale della realtà floreale.

I fiori sono simbolo di una giovinezza che non tramonta.

Grazie per tutti questi bei colori, colorano la fresca giornata di oggi.

Che fantasmagoria!

E magari il mondo fosse sempre colorato come questi magnifici fiori. Magari lo fosse soprattutto la vita .… Complimenti!

Al mio amico Franco D’Anna i complimenti per la sue opere che sono espressione della grande professionalità.

Grazie!

Il colore è tutto poesia.

Complimenti perché ci offre delle emozioni meravigliose.

Bellissimi, rilassanti e pieni di luce.

Grazie, magnifiques sublem! Mercì

Difficile scegliere quale sia il più bello!

Assolutamente meravigliosi, la vivacità dei colori rende tutto più entusiasmante.

Incanto e bellezza come sintesi del profumo dell’Arte.

In attesa della prossima mostra, il navigar “m’è dolce” nella bellezza dei fiori del Maestro D’Anna che fluttuano nel meraviglioso “mare” dell’arte.

Carissimo prof. D’Anna,
ho respirato profumi ed essenze delle più belle “creature” di Dio. Attraverso le sue opere è bello poter dire che la grande maestra è e rimane per sempre madre natura.
Complimenti di cuore e …. alla prossima.

Opere da vero “Maestro”.

La natura è già bella ed era difficile aggiungere bello al bello creato da nostro Signore.
Credo che tu ci sia riuscito.

Cromatismi che toccano il cuore, particolari che esprimono una grande ricchezza dell’anima.
La mostra è imperdibile.
Il bello mediato dall’Arte, tende al sublime.

Mi sono pregiato di aver fatto parte dello staff tecnico che ha montato la mostra e sono felice che la mostra sia piaciuta a tutti. Complimenti al prof. D’Anna ed al bravissimo artista che egli è.

Ho conosciuto un artista, ho incontrato un “Signore”, ma qualcosa mi dice che ho travato un amico.

Non sarei io se non ricordassi qui un'usanza dell'antica Roma :

"Era costume, almeno in epoca repubblicana, che il trionfatore fosse accompagnato da un addetto che gli reggeva la corona d'alloro appesa sopra il capo e che per tutto il tragitto gli ripetesse ad intervalli regolari la frase "Hominem te esse memento" (in latino: ricordati che sei solo un uomo) per evitare che nella gloria del momento e con l'acclamazione della folla il festeggiato si montasse la testa." (da Wikipedia)

Ma comunque OK.

Caro Salvatore,
meno male che ti conosco, se no dovrei pensare che in te convivono due personalità.

La prima, giorno 27 ottobre, scrive sul registro delle firme: “Ti consiglio, se altri non lo hanno già fatto, di portare questa mostra fuori Cefalù, Roma, Milano, etc. ….”, l’altra, mi ricorda che sono solo un uomo e, dunque, di non montarmi la testa. Di questo, ti assicuro, sono stato sempre cosciente.

Con il commento, era mio intendimento, in qualche modo, ringraziare quanti hanno voluto testimoniarmi il loro sincero apprezzamento, come pensavo avessi fatto tu.

Senza rancore,

Franco