24 Giugno 2012, 16:48 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti] |
Ipotesi per un progetto di riqualificazione urbana
Nel febbraio del 1989 il Corriere delle Madonie pubblicò una lettera che Mons. Salvatore Cefalù aveva inviato all’Amministrazione Comunale :
Egr. Sig. Sindaco1, io sottoscritto, Mons. Salvatore Cefalù, nella qualità di Rettore della chiesa di S.Stefano (Purgatorio) in Cefalù, porto a conoscenza della S.V. che sono in corso importanti lavori di restauro all’esterno e all’interno della stessa Chiesa. Il relativo progetto esecutivo è stato redatto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo, sotto la cui direzione vengono eseguiti i lavori. L’intervento è stato finanziato interamente dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed Ambientali. Mi sono sempre posto, e con più insistenza in questa fase di restauro, il problema del prospetto principale della Chiesa, che, come è noto e visibile, risulta mutilo per un muro che, in continuazione della facciata dell’edificio di proprietà del Comune, si spinge sino ad accostarsi al prospetto della Chiesa. Ho esposto il caso alla Soprintendenza ai Beni Culturali, Signora Costantino, la quale si è dimostrata entusiasta e molto interessata al ripristino integrale del prospetto della Chiesa, ma ha aggiunto che non può intervenire perché l’edificio è di proprietà del Comune di Cefalù. Spetta, pertanto, al Comune l’assunzione di una iniziativa di intervento. La costruzione del muro pare che sia avvenuta verso la fine del secolo scorso e nei primi di questo, per “mascherare” alcuni corpi tecnici a servizio dell’immobile comunale. Esso è una superfetazione di pessimo gusto, deturpa, offende e violenta il prospetto della Chiesa con il suo pregiato portale barocco. Cogliendo la presente fase di restauro, il Comune farebbe opera assolutamente meritoria di bonifica architettonica, se venisse nella determinazione di eliminare detta stortura, ricercando soluzioni tecniche alternative all’esistente corpo murario. La demolizione di cui trattasi si inquadrerebbe, a mio parere, nei grossi interventi di restauro, che stanno per interessare alcuni dei più importanti edifici di valore storico-artistico della nostra città. Sarebbe, pertanto, la migliore occasione per restituire al suo originario decoro spaziale l’intero prospetto della Chiesa e per ridare, nel contempo, alla piazzetta2 maggior respiro ed un senso più profondo di armonia e di contemplazione. E’ chiaro che l’intervento in questione dovrebbe venire realizzato, per essere fattibile, nel più breve tempo possibile e, comunque, nel corso dei lavori di restauro della Chiesa.Cosa, questa, che ritengo possibile sia per l’entità alquanto modesta della spesa (si potrebbe fare ricorso ai fondi della legge regionale n.1 del 1979 e a quelli di cui agli oneri di urbanizzazione), sia per la non difficile soluzione tecnica. Ove la presente richiesta dovesse riscontrare l’assenso della Giunta Comunale, si potrebbe tempestivamente concordare un incontro tra le parti alla presenza dei funzionari della Soprintendenza per determinare, di comune accordo, i criteri, i tempi e le modalità d’intervento. Fiducioso che la presente istanza venga accolta da parte degli organi che la S.V. presiede, La prego di gradire i più distinti saluti. Mons. Salvatore Cefalù Rettore della Chiesa
- 1)In quei giorni si discutevano le dimissioni del Sindaco N. Imbraguglio e veniva indi eletto Sindaco G.Riggio.
- 2)Piazzetta intitolata a G.B.Spinola ( 1594-1643),Dottore in Legge e Letterato la cui famiglia era originaria della Liguria.Tra le altre cose scrisse una strofa dedicata al Lavatoio Medievale:”Cefalino mi si noma;e il nome occupa/di Cefalù,mia Patria,ella da Cefa/che dal greco parlar lo capo vien detta”ed il nome venne adottato da V.Auria in alcuni versi oggi leggibili all’ingresso del Lavatoio:
Qui scorre Cefalino, più salubre/Di qualunque altro fiume, più/Puro dell’argento, più freddo della neve”
Ben poche parole sono da aggiungere a questa lettera, cui forse allora non si rispose né a parole né tantomeno con i fatti. Ma, oggi che siamo cresciuti e siamo più consapevoli di ciò che abbiamo avuto da custodire, credo sia venuto il momento di raccogliere finalmente e anzi ampliare la giusta ambizione di Mons. Cefalù e, tenendo tra l’altro presente che ormai quei locali comunali non sono più in uso, di proporre non la sola demolizione di quell’assurda superfetazione ma di tutto l’edificio, debitamente indennizzando i proprietari dei piani terreni. Si restituirebbe dignità ad un manufatto di indubitabile pregio, dando alla Chiesa e alla piazza il respiro che meritano. Credo di non sbagliare sostenendo che un intervento del genere farebbe fare un salto di qualità a Cefalù, portandola ai primi posti nel panorama di quei comuni attenti alle proprie ricchezze, un segno che si è finalmente capito quali sono le cose importanti e per le quali vale la pena di vivere e di venire a Cefalù. Quello che qui si espone non è certo un progetto esecutivo e va ben oltre il progetto, elaborato dall’Arch. Giardina su incarico proprio di Mons. Cefalù e che ebbe il dissenso della Soprintendenza proprio in merito alla demolizione di quel corpo aggiunto; si ipotizza in questa proposta non solo la demolizione dell’incongruo ed intero fabbricato sulla piazza ma anche un collegamento con il vicolo C.Papa, cosa la cui fattibilità è da verificare.
Prospetto su p.za G.B.Spinola - in grigio l'edificio che nasconde la chiesa
stato attuale | stato futuro |
la cripta centrale e l'altare
la cripta con in fondo la scala d'accesso
Qui sono conservate le spoglie di G.B.Spinola
La storia della chiesa di S. Stefano o delle Anime Purganti, detta solitamente Chiesa del Purgatorio, è stata scritta da Nico Marino e, con il consenso del figlio Gabriele, viene qui allegata.
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Commenti
Saro Di Paola -
SE NON RICORDO MALE .....
Caro Salvatore,
se non ricordo male il "dissenso" della Soprintendenza sull'abbattimento dell' edificio comunale che ha inglobato una parte del prospetto della Chiesa è stato motivato con "la storicizzazione" dell'edificio comunale e di quei "merli" con i quali venne "addobbata" la sommità del muro a contatto con la Chiesa.
Salvatore Culotta -
E' vero ma l'oggetto
E' vero ma l'oggetto dell'articolo, su cui eventualmente dibattere, è tuttaltro; ed è su quello che mi piacerebbe sentire qualche opinione, superando la piccolezza di frasi tipo "bisogna essere realisti" o simili. Vogliamo volare alto o strisciare?
Angelo Sciortino -
Voliamo!
Per quel che mi riguarda la mutilazione non si è mai storicizzata. Ogni volta che vedo quel prospetto spezzato, ho come un senso di fastidio estetico.
Sarebbe opportuno che rimediassimo. Lo dico non da cattolico, ma da semplice uomo della strada, che mal sopporta simili sconcezze sulle architetture storiche.
Saro Di Paola -
NON BASTANO LE ALI DI AQUILA
VOLARE ALTO ?
Certo che lo si vorrebbe!
Nel caso specifico, però, potrebbero non bastare, neanche, "LE ALI DI AQUILA" invocate da Sua Eccellenza il Vescovo!
Nel caso specifico, infatti, oltre alla "ottusocrazia" c'è di mezzo IL DIRITTO PRIVATO.
Angelo Sciortino -
Se il privato è il Comune.
Ma se il privato è il Comune, forse...
Saro Di Paola -
I magazzini del piano terra
I magazzini del piano terra sono di privati.
Salvatore Culotta -
Non ho le conoscenze di
Non ho le conoscenze di DIRITTO PRIVATO che tu evidentemente hai, ma non credo ci siano leggi che vietano ad un Comune demolizioni o acquisizioni di immobili. Se così è, rendici edotti. O, tutt'al più, potresti dire chiaramente che l'idea è stupida o tecnicamente irrealizzabile. Con scarso affetto (per l'occasione) Salvatore.
Saro Di Paola -
SAREBBE GIA' UN GRANDISSIMO RISULTATO
Potrei mai dire che l'idea "è stupida o tecnicamente irrealizzabile" o che "ci siano Leggi che vietano ad un Comune demolizioni o acquisizione di immobili " ?
La questione si pone in termini di RESISTENZA che il DIRITTO PRIVATO consente ai proprietari dei magazzini e di COSTI per il Comune.
SAREBBE GIA' UN GRANDISSIMO RISULTATO se si riuscisse nell'impresa di demolire il corpo scala esistente. Quello inglobato dal tratto di prospetto con i merli.
Salvatore Culotta -
Sarebbe una sconfitta,non un
Sarebbe una sconfitta,non un GRANDISSIMO RISULTATO.
Vito Patanella -
espropriazione per pubblica utilità