5 Ottobre 2014, 14:48 - Salvatore Ilardo [suoi interventi e commenti] |
Non può apparire sorprendente e curiosa la coincidenza della celebrazione del 50° anniversario del completamento dell’Autostrada del Sole (4 ottobre 1964), e l’annuncio di un ennesimo arresto dei lavori per il raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Cefalù della linea Pa-Me.
Per completare l’autostrada A1 (Milano-Napoli), 755 Km sono stati sufficienti 8 anni, con lavori di ingegneria stradale particolarmente complessi, in particolare nell’attraversamento della regione appenninica in cui, ai lunghissimi tunnels, si alternavano campate autostradali particolarmente vertiginose.
La celebrazione di tale opera appare senz’altro motivata, perché essa ha contribuito ad unire concretamente e psicologicamente l’Italia, a far superare vecchi retaggi provinciali, a spingere gli italiani in massa alla scoperta del proprio Paese, e non più alle vacanze fuori porta.
Se questa celebrazione ci trova tutti d’accordo, non può, per altro verso, non apparire una contraddizione plateale che, per realizzare il raddoppio di 20 km circa della linea ferroviaria Fiumetorto-Cefalù, di anni ne sono stati necessari finora undici (nel 2003 ha avuto luogo la relativa Conferenza dei Servizi). Purtroppo, non si sa ancora quanti anni saranno necessari per il suo completamento, dopo l’annunciata rescissione del contratto della Cosedil S.p.A. da parte del Contraente Generale Cefalù 20.
Dal punto di vista tecnico si tratta di un’opera da realizzare in un’area interamente pianeggiante, lungo la fascia costiera Buonfornello-Cefalù, fatta eccezione per qualche chilometro in galleria nella parte terminale. Con tecniche di ingegneria decisamente più avanzate di quelle disponibili negli anni cinquanta, oltre che con mezzi meccanici più sofisticati, l’opera in questione si sarebbe potuta realizzare nell’arco di qualche anno.
Sono intervenuti fatti e circostanze non del tutto noti ai comuni mortali, che hanno portato la Società Cefalù 20 a procedere in questi anni a rilento, con lunghe pause, con uno sconvolgimento ambientale di una lunga fascia costiera, a forte vocazione turistica.
Sentendo qualche dirigente della Maire Tecnimont S.p.A di Milano, da cui dipende la società di progetto Cefalù 20, egli ci rimprovera che “da Noi è difficile lavorare, e ciò ha comportato per la sua Società la perdita di tanti milioni di Euro …” Provo intimamente a reagire. Non è possibile accettare che certe responsabilità di gestione di tale opera, vengano scaricate sui classici luoghi comuni che da noi tutti operiamo in un sistema di illegalità.
Certo, mi pare di capire, se qualche amministratore locale si è prodigato per fare occupare in tale Progetto delle maestranze del suo paese, si può esprimere al riguardo qualche remora, ma sono sempre degli operai, a prescindere dalla loro carta di identità.
Sono condivisibili le preoccupazioni sindacali che lamentano l’ennesima mancata riassunzione di alcune decine di operai, per i quali tale opportunità di lavoro sarebbe comunque limitata nel tempo.
Ciò che non è per niente condivisibile, è invece il silenzio delle Amministrazioni locali, in particolare i Comuni di Campofelice, Lascari e Cefalù che, a fronte della devastazione del proprio territorio che si protrae ormai da 10 anni circa, non pare siano decise ad assumere un atteggiamento fermo e deciso, non tanto nei confronti del Contraente Generale, ma, direttamente e senza timidezze, nei confronti del Referente, nonché Beneficiario, del Progetto: R.F.I. S.p.A.
Abbiamo letto l’intervento del Sindaco Burrafato, che ha evidenziato alcune incongruenze e dei punti poco chiari nel contratto di subappalto della Cefalù 20 con la Ditta Cosedil, che ha portato poi ultimamente alla rescissione unilaterale del contratto da parte del Contraente Generale.
Se questa rescissione preoccupa un Sindaco, il cui territorio è interessato soltanto in minima parte dal Progetto, essa dovrebbe ancor più coinvolgere ed interessare i nostri Amministratori, il cui territorio è stato devastato da tale opera, con ricadute negative sulla vivibilità, sulle vie di comunicazione, sul paesaggio e l’attrazione turistica.
I nostri Amministratori dovrebbero poter pretendere nel preannunciato incontro con R.F.I. una data certa circa i tempi di completamento dell’opera in questione (ultimamente si parlava del mese di dicembre 2015), senza più alibi di alcun tipo, attribuibile o meno al Contraente Generale o a qualche impresa operante in subappalto. Se inadempienze e/o illeciti possano essere stati commessi da qualcuno, che siano denunciati all’Autorità giudiziaria, senza remore di alcun tipo.
A latere, le predette Amministrazioni dovrebbero, inoltre, poter disporre e visionare il documento di valutazione di impatto ambientale riguardante il Progetto Esecutivo, con le relative opere di mitigazione di impatto ambientale a lavori ultimati, da portare a conoscenza dei cittadini, attraverso un pubblico dibattito. Per inciso, tale documento è stato più volte chiesto in via formale dallo scrivente alla Soprintendenza ai BB.CC.AA., senza alcun esito.
Cefalù, 5 ottobre 2014 Salvatore Ilardo
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Raddoppio ferroviario Fiumetorto-Cefalù: serve la ripresa dei lavori - 3 ottobre 2014 (https://www.qualecefalu.it/node/14724)
Raddoppio ferroviario Buonfornello-Ogliastrillo: la Cefalù 20 ha rescisso il contratto con Cosedil - 2 ottobre 2014 (https://www.qualecefalu.it/node/14698)
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Commenti
Angelo Sciortino -
Tecniche ingegneristiche più aggiornate...
...ma forse menti involute e politici incapaci di gestire altro, se non le loro clientele. Che cosa possiamo sperare per il futuro con simili menti e con simili politici? Credo nient'altro che un'ulteriore "devastazione" del nostro territorio.
Saro Di Paola -
E già .....
Il silenzio degli amministratori locali, in particolare, sui lavori della tratta Ogliastrillo-Castelbuono mi fa avvertire la sensazione che non aspettino altro che il loro inizio.
Proprio per "gestire le loro clientele".
Delle ripercussioni ambientali e della "devastazione" del territorio, meglio non parlare.
Solo a parlarne, l'inizio dei lavori potrebbe subire ritardi.
E con i ritardi a gestire le clientele potrebbero essere altri.