2 Ottobre 2014, 16:11 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
L'altra sera ho deciso di non seguire i lavori del Consiglio comunale, né direttamente né sul web di CRM. La decisione non mi era stata dettata da pigrizia o da stanchezza, ma dalla consapevolezza che in quella riunione, come nelle precedenti dopo l'entrata in minoranza del Sindaco, non avrei assistito a un dibattito costruttivo, in cui la nuova maggioranza di tredici consiglieri avrebbe fatto valere una sua strategia amministrativa.
Sapevo che i soliti giochi l'avrebbero alla fine vinta, con grande gioia del Sindaco e dei consiglieri suoi sostenitori. Il loro numero di sette non consente loro di rendere valida la seduta, per cui è necessario che alcuni consiglieri della nuova maggioranza siano presenti per garantire il numero di otto presenti. Alcuni, però, ma non tutti e tredici, altrimenti avrebbero potuto mettere in minoranza i sostenitori del Sindaco, dimostrando ai cittadini la loro vera posizione di fronte alle sue proposte. Presentandosi in pochi, avrebbero – e in effetti hanno – votato inutilmente contro, lasciando però che i famosi sette, divenuti maggioranza per le assenze, approvassero tutto quel che volevano, ivi comprese nuove e più pesanti aliquote di tassazione o regolamenti quasi farneticanti per la messa in vendita delle visite ai nostri monumenti. Quasi farneticanti, perché privi di qualsivoglia ricerca di mercato e di previsioni di spesa.
Assenti, potranno sempre dire all'opinione pubblica e ai loro elettori che essi non sono responsabili delle scelte dell'Amministrazione attiva o perché hanno votato contro o perché erano assenti. Dimenticano che simile comportamento ha soltanto favorito quella Amministrazione, della quale dichiarano di non condividere le scelte. Suppongono pure che l'opinione pubblica non si accorga di questi giochi e che alla fine tornerà a votare con gli occhi chiusi.
Questo poteva accadere quando i cittadini non venivano colpiti direttamente dalle decisioni della politica, ma non può accadere oggi, quando le conseguenze di queste decisioni costringono il quaranta per cento della popolazione a limitarsi nel nutrirsi, per pagare le tasse decise con questo sistema dei “giochetti”. La fame aguzzerà l'ingegno degli elettori e li spingerà a scoprire non soltanto i responsabili, che hanno votato SI, ma anche quelli che, con la loro assenza, hanno permesso che i SI prevalessero.
Scoperti, tutti i consiglieri che non hanno saputo imporre la forza ricevuta dal voto e che di fronte al dovere hanno scelto la fuga, saranno ricordati nella storia come uomini, che hanno tradito le loro promesse elettorali e che hanno permesso che il Paese in questi anni si degradasse sia sotto l'aspetto fisico del suo paesaggio (localizzazioni, varianti al PRG, interventi offensivi sulla spiaggia e nel Centro Storico) e sia sotto quello culturale (troppe iniziative soltanto all'apparenza degne di attenzione).
Dò atto, a coloro che dicono che la legge regionale e quella nazionale hanno defraudato il Consiglio di ogni potere, che apparentemente hanno ragione. Ma solo apparentemente, perché il Consiglio conserva ancora il potere di bocciare le varianti al PRG, cambiare i regolamenti e bocciare i bilanci, qualora li ritengano errati.
In quest'ultimo caso il Consiglio potrebbe essere sciolto, ma almeno essi darebbero un sferzata all'opinione pubblica e la costringerebbero a ricercare le ragioni della loro decisione e a cercare di comprenderle.
Certamente, tutto ciò potrebbe accadere, se la nuova maggioranza dei “tredici” avesse una strategia e soprattutto se questa strategia fosse condivisa da tutti. Così non è, però. La nuova maggioranza, sebbene al suo interno vi siano alcuni consiglieri, che hanno dato prova di avere consapevolezza degli errori non più ammissibili dell'Amministrazione, non riesce a esprimere una strategia unitaria e brancola nel buio della mistificazione, dove il Sindaco e i suoi sostenitori hanno dimostrato di vederci bene.
Stando così le cose, i miei lettori non possono pretendere che io commenti le sempre più frequenti farse da avanspettacolo, che si svolgono dove sedettero uomini, che la storia di Cefalù ricorda per il loro valore.
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Commenti
Mauro Lombardo -
Consiglio comunale
Caro Angelo,
condivido pienamente il tuo intervento e le critiche fatte ad un gruppo di 13 consiglieri comunali, che dovrebbero fare valere i numeri e la ragione nell'interesse de cittadini, purtroppo questo non è possibile, non c'è una strategia ed ancora peggio non c'è nemmeno il dialogo, ieri sera ho cercato di spiegare che un regolamento che disciplinasse gli ingressi ai monumenti non aveva senso farlo di corsa ed a fine stagione, si poteva fare con più tempo a disposizione, coinvolgendo gli albergatori, le agenzie di viaggi e le associazioni locali, ho anche cercato di convincere l'opposizione di cui faccio parte a mantenere l'IMU al 0,86 così come era stato previsto e scalettato nel 2013, ma anche questo tentativo è stato inutile, supinamente si è accettata la proposta dell'amministrazione di applicare un 0,96 che aggiunto al 1 x mille della Tasi a riportato tutto al massimo della tassazione e cioè al 10,6.
Ovviamente quando ho capito che gli accordi erano fatti e che sarei dovuto rimanere in aula solo per garantire il numero legale, mi sono alzato e sono andato via, amereggiato e dispiaciuto per non aver potuto fare nulla per qulle persone che con difficoltà portano avanti un lavoro e che si vedeno ogni giorno tartassati e derubati da un'amministrazione che nulla riesce a fare per contenere i costi per lo smaltimento della nettezza urbana o per l'utilizzo dell'acqua potabile, che non riavvia i cantieri edili e che non lascia prospettive di crescita economica.
Aggiungo e concludo che il comportamento dell'opposizione allo stato attuale è più colpevole di quello dell'amministrazione, sarebbe più dignitoso dimetterci tutti e lasciare il comando della nave al Sindaco, fino alla fine del mandato elettorale.
Mauro Lombardo
Angelo Sciortino -
Una voce risponde
Caro Mauro,
a prescindere dalla tua condivicione delle mie opinioni, hai soprattutto il grande merito di aver parlato. E le tue parole, in questo deserto di silenzio, valgono quanto un urlo.
Totò Testa -
Questione di peli superflui
"In questo alternarsi di speranze e apprensioni continuavo la mia caduta, senza però smettere di scrutare nelle profondità dello spazio se mai qualcosa annunciasse un cambiamento attuale o futuro della nostra condizione. Un paio di volte riuscii ad avvistare un universo, ma era lontano e si vedeva piccolo piccolo, molto in là sulla destra o sulla sinistra; facevo appena a tempo a distinguere un certo numero di galassie come puntini luccicanti raggruppati in ammassi sovrapposti che ruotavano con un flebile ronzio, e già tutto era dileguato com'era apparso, verso l'alto o di lato, tanto da restare nel dubbio che fosse stato un barbaglio della vista.
- Là! Guarda! Là c'è un universo! Guarda là! Là c'è roba! - gridavo a Ursula H'x facendo segno in quella direzione, ma lei, la lingua stretta tra i denti, era tutta intenta a carezzarsi la pelle liscia e tersa delle gambe alla ricerca di rarissimi e quasi invisibili peli superflui da sradicare con un secco strappo delle unghie a pinza, e il solo segno che avesse inteso il mio richiamo poteva essere il modo in cui tendeva una gamba verso l'alto, come a sfruttare - si sarebbe detto - per la sua metodica ispezione il po'"di luce che riverberasse da quel lontano firmamento."
Italo Calvino, "La Forma dello Spazio" in "Le Cosmicomiche", Einaudi, Torino 1965
Angelo Sciortino -
E che peli!
Hai ragione, caro Totò, troppa peluria in giro, come quando di qualcuno che tace o mistifica si dice che ha "pelo sullo stomaco".