"Camminando verso il Museo"

Ritratto di Angelo Sciortino

28 Settembre 2014, 11:36 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ieri sera, nella sala conferenze del Mandralisca, è stata presentata la rivista Camminando, ideata dall'editore Salvatore Marsala.

L'incontro è stato l'occasione per parlare del turismo e, soprattutto, della sua crisi. Erano presenti gli imprenditori alberghieri Neri e Randone, il presidente della Federalberghi Sicilia Farruggio, il professore Riggio e il direttore di Cefalunews Macaluso, lo stesso Totò Marsala e, infine, per allietare la serata, il poeta dialettale Catalano e l'attore Marco Manera. Pino Simplicio ha diretto egregiatamente il dibattito.

Un dibattito molto interessante, al quale ognuno dei presenti ha dato il proprio contributo con sapienza e sciorinando persino dati aggregati e disaggregati delle presenze turistiche a Cefalù. È sembrato, a un certo momento, che tutti abbiano convenuto su quanto aveva affermato Randone: che fosse indispensabile distinguere il turismo balneare dal turismo vero. Soprattutto dopo l'intervento del professor Riggio, che del turismo ha dato una definizione più corretta e più approfondita, quando ha sottolineato l'importanza del suo spessore culturale.

Tutte cose per le quali occorre una strategia politica, di politica turistica, e una capacità organizzativa sia delle Istituzioni politiche locali e sia di quelle regionali, come ha detto Mario Macaluso.

Insomma, un dibattito interessante e in alcuni tratti persino illuminante, ma dov'erano assenti, se si eccettua la presenza del vice sindaco dottor Salvatore Curcio, proprio coloro che il dibattito avrebbe potuto e voluto illuminare. Mancava il Sindaco, mancava un esponente della politica regionale, mancavano coloro che localmente sono consulenti ed esperti nell'apparato burocratico locale.

Era presente, per fortuna, un uditorio qualificato: dall'ospite Franco Nicastro, presidente della Fondazione Mandralisca, ad alcuni componenti della stessa Fondazione e poi tanti uomini, che alla cultura di Cefalù danno un grande contributo.

Personalmente ho trovato preoccupante queste assenze, perché, parafrasando Bismarck, possiamo dire che il turismo è una cosa troppo seria, per lascialo fare agli operatori e agli imprenditori turistici. Absit iniura verbis, però. L'attività degli operatori e degli imprenditori turistici è cosa diversa dall'impegno di creare le condizioni per rendere allettante un luogo turistico. Quest'azione è venuta spontaneamente dagli artisti, che vi hanno creato veri e propri giacimenti d'arte, e dalla natura, che ha elargito doni paesaggistici degni di essere visitati. Gli operatori e gli imprenditori turistici devono soltanto rispettare tali ricchezze e offrire, certamente con guadagno, ospitalità ai visitatori. Le altre cose, come le strade e le ferrovie, che facilitano l'arrivo degli ospiti; la pulizia e le forniture di beni essenziali, come l'acqua, o la sicurezza sociale; queste e tante altre cose spettano ai politici. A quei politici, che ieri erano assenti.

In conclusione, quindi, un dibattito con un grande assente, la politica! Ma quella, a ben pensare, è ormai troppo assente in ogni campo, con buona pace dei relatori di ieri sera e dell'incosciente e coraggioso Totò Marsala.

Commenti

Dalla sezione Comunicati (https://www.qualecefalu.it/node/14628) riportiamo la precisazione del Presidente del Consiglio Comunale Antonio Franco:


Ai fini di una più corretta informazione in merito all’incontro di presentazione della rivista locale “Camminando”, promossa dall’editore Salvatore Marsala, tenutosi sabato 27 Settembre u.s., la Presidenza del Consiglio comunale di Cefalù precisa che NESSUN INVITO per tale manifestazione è pervenuto a quest’Ufficio né per tutti i Consiglieri comunali né per il Presidente in rappresentanza del Civico Consesso; nel programma stilato da chi ha ideato, organizzato o promosso l’incontro non era previsto nessun intervento di saluto o di riflessione del Presidente né alcun contributo da parte dei Consiglieri. La mancata partecipazione dei rappresentanti dei cittadini, pertanto, non dipende certamente dagli scarsi interesse o sensibilità verso la problematica ma può dipendere dagli impegni personali, dall’assenza di informazione oppure anche dalla volontà di non presentarsi laddove ci si può legittimamente ritenere ospiti non graditi in quanto non specificamente invitati. La presente nota allo scopo di smentire strumentali e sgradevoli speculazioni basate solo su illazioni destituite di ogni fondamento, ma anche per evitare che gli spiacevoli disguidi del mancato invito e delle conseguenti illazioni (se di disguidi si è trattato) si possano ripetere in futuro.

                                                                                                                                 Prof. Antonio Franco

Prendo atto che l'organizzazione non ha invitato il Consiglio, ma non posso escludere che un invito era stato sicuramente rivolto all'Amministrazione attiva, se era presente il vice sindaco dottor Salvatore Curcio in sua rappresentanza.

Per quel che riguarda direttamente i Consiglieri, non è male precisare che neanche il sottoscritto era stato invitato, ma era venuto a conoscenza dell'incontro dai comunicati pubblicati su tutta la stampa telematica locale e dai manifesti affissi. Ritenendo il tema dell'incontro importantissimo per la Città, ho voluto seguirlo direttamente e raccontarlo ai lettori. Ho voluto raccontare pure l'assenza della politica, che invece di aspettare inviti, si sarebbe dovuta fare promotrice di un simile incontro, riferendo magari dei suoi programmi e delle sue strategie.

pontificare senza averne la sacra investitura.

"Libertà di pensiero, di parola e di stampa? Sì, purché regolata e moderata da limiti giusti, chiaramente stabiliti. Senza di che, si avrebbe anarchia e licenza. E ricordatevi, sopra tutto la morale deve avere i suoi diritti." (Benito Mussolini)

Mi chiedo, c'è alcunché di anarchico, licenzioso o immorale in ciò che Sciortino sostiene (mettendo bene in chiaro che si tratta di una SUA opinione) a proposito dell'assenza dei politici nell'iniziativa per il Museo Mandralisca?

Palesemente no!

Quindi Mussolini non avrebbe avuto nulla da ridire

Il Presidente del nostro Consiglio Comunale, invece, sì!

Aggiungo che, per trovare la frase di Mussolini virgolettata, ho svolto un po' di ricerche e devo dire che non ho trovato, nella vasta produzione di lettere e discorsi che si trova sul web, una sola parola rivolta ad un avversario politico che potesse assumere la connotazione d'insulto, meno che mai di disprezzo o di allusione a secondi fini.

In sintesi: Mussolini i suoi avversari politici li mandava al confino (o ... peggio), ma li rispettava,

E che dire dire di Papa Alessandro VI, al secolo Roderic Llançol de Borja che, di fatto, mandò al rogo Girolamo Savonarola, mantenendo sempre per il frate domenicano una devota venerazione?

Invece il presidente del nostro "Civico Consesso", tanto per non deludere le aspettative, continua, con una puntualità svizzera e una meticolosità nipponica, a rintuzzare ogni accenno di critica da parte di coloro che nemmeno possono essere considerati suoi oppositori politici, rivolgendo, in sequenza, un insulto (sgradevole speculatore), una connotazione di disprezzo (illazioni destituite di ogni fondamento), un'allusione (strumentale).

Ma strumentale a che, Signor Presidente?

Quanto alla sgradevolezza, ... beh ... ognuno ha le sue preferenze, ma il Civico Consesso che lei presiede come la esprime? Giusta delibera di "schifiamento" ad personam?

Ma davvero si può pensare che un Consiglio Comunale possa trovare sgradevole la critica (rispettosa!) di un cittadino rivolta, peraltro alla "politica" in generale e non ad una specifica istituzione o autorità?

Che espressione istituzionale è?

E addirittura accusare quel cittadino di speculare!?

In tono spregiativo, s'intende, visto che le altre accezioni del termine poco si sposano con il contesto!

Ma speculare su che, su che cosa?

Ma che cosa dice, a nome del Consiglio, cosa dice?!!!! Le parole sono importanti, Egregio Presidente!

Infine una domanda: laddove Ella si riferisce ad "illazioni destituite di ogni fondamento", si deve intendere che possano esistere "illazioni con fondamento"?

Non Le chiedo di farmi un esempio (o "farci", considerato che questo blog ha un certo numero di lettori attenti e silenti), ma Le chiedo, invece, di rasserenarsi.

Eviterò, però, di usare l'hashtag #tonistaisereno#, perché non intendo dare a quest'invocazione il tono minaccioso che da Renzi in poi è diventato il cavallo di battaglia di tutte le serpi lattare della sub-politica, bensì quello, appunto, solo di un'invocazione, che ne segue tante altre, rivolte con tono talvolta ironico, a volte piccato, ma sempre rispettoso delle persone e dei ruoli.

Invocazioni che, a mio parere, meriterebbero di ottenere una qualche risposta, con le parole, o, meglio, con i fatti di un'Amministrazione locale che riesca a centrare uno, ma che dico uno, mezzo obiettivo di programma che non sia il concerto del "Re dello Swing" (che, in programma, mi pare non ci fosse).

Anche perché di questo Sciortino - Rasputin, (ma anche Iago, Javert, Scarpia e Papessa Giovanna) che ad ogni m....ta che scrive suscita tanto clamore e tanta attenzione da parte dell'Intelligencija, comincio ad averne piene le scatole.

Ovviamente parlo per invidia e frustrazione, io che riesco a suscitare, e non sempre, solo la reazione del parentado dell'impegnata Competencija, cui mi farò pregio di consegnare la prima (e, probabilmente unica) copia di stampa della mia autobiografia di imminente pubblicazione.

Un po' di pazienza, sono già a pagina 2, quindi ho quasi finito.

Il paragone (in difetto) con Mussolini è troppo per la mia storia familiare e personale. Anche se vale sempre la I legge di Murphy, l'assai poco "ex grege" arch. Testa non merita il rispetto che gli ho avuto finora in memoria di quella perla di persona e di cittadino qual era suo padre, di cui lui non ha preso neppure l'unghia di un piede. Sebbene conosca assai bene chi sei, assai poco "ex grege" arch. Testa, e quel che (mai) hai saputo fare per questa Città, se dovessi scrivere la tua biografia non avrei più di cosa trattare dopo due righe (non pagine). E non ti affannare a cercare in qualche cassetto quel curriculum con cui una volta hai arrogantemente risposto a una giovane assessore di questo Comune: sai benissimo che uso igienico potrei farne io. Rasserenati tu, pigliati un digestivo e rassegnati che la politica (come competizione, progettualità, esercizio di pensiero, hobby, opinione, gioco, impegno o qualunque altra categoria) non fa proprio per te: io sono serenissimo e lo rimango, malgrado il tuo insignificante esercizio espressivo, di mera fisicità labiale o digitale.

Ad rivum eundem lupus et agnus venerant
siti compulsi; superior stabat lupus
longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
latro incitatus iurgi causam intulit.
«Cur» - inquit - «turbulentam fecisti mihi
aquam bibenti?». Laniger contra timens:
«Qui possum, quaeso, facere, quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor».
Repulsus ille veritatis viribus:
«Ante hos sex rnenses male, ait, dixisti mihi».
Respondit agnus: «Equidem natus non eram».
«Pater hercle tuus, ille inquit, male dixit mihi».
Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula,
qui fictis causis innocentes opprimunt.

τί τάχιστον; Νοῦς. Διὰ παντὸς γὰρ τρέχει

(Diogene Laerzio, I, 35; D-K 11, A, 1)