La malaburocrazia, la mala informatizzazione, l’economia malata e i cittadini

Ritratto di Saro Di Paola

30 Agosto 2014, 08:01 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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La risposta, che il Responsabile del settore edilizia privata del Comune di Cefalù avrebbe dovuto dare a quel privato, che, dopo avere pagato la rata a saldo degli oneri di urbanizzazione richiesti dal Comune per il rilascio di un “permesso di costruire”, aveva chiesto il nulla osta per lo svincolo della polizza fideiussoria,
sarebbe dovuta essere questa del 19 agosto 2014

e non quest’altra del 27 luglio 2014.

Se la risposta della burocrazia comunale di Cefalù alla più banale, e forse più inutile, delle istanze, che un privato possa essere tenuto a presentare in materia di edilizia, fosse stata quella del 19 agosto o, ancora meglio,
se, in considerazione del fatto che il privato aveva effettuato il pagamento a saldo degli oneri dovuti al Comune, quella stessa burocrazia, motu proprio, senza bisogno alcuno che il privato ne avesse fatto istanza, avesse comunicato alla compagnia assicuratrice che nulla ostava allo svincolo della polizza fideiussoria,
quello di Cefalù sarebbe stato un Comune normale in un Paese normale.

Ed, invece, Cefalù è in Italia, e l’Italia Paese normale non è.

Se l’Italia fosse stata, e fosse, un Paese normale, “The economist”, l’autorevole settimanale britannico che, ieri sotto il titolo ”That sinking feeling (again) - quella sensazione di affondare (ancora)”, ha messo Renzi col cono in mano e Draghi a sgottare acqua sulla poppa della barca di carta dell’Europa che affonda, già nel 1985, non avrebbe titolato: “In Italy economy is hindered by bureaucracy”, cioè, “In Italia l’economia è paralizzata dalla burocrazia”.

Se l’Italia fosse stata, e fosse, un Paese normale, tutti i Governi che, da oltre venti anni, si sono succeduti alla sua guida, non avrebbero individuato nella sburocratizzazione la leva decisiva per il  rilancio della sua economia.

Se l’Italia fosse stata, e fosse, un Paese normale, Giuseppe Lumia, già Presidente della Commissione parlamentare antimafia non avrebbe scritto quanto, nel 2011, ha scritto.
Cioè che la “malaburocrazia è un ostacolo allo sviluppo” arrivando, addirittura, a sostenere che, in Sicilia, “la malaburocrazia insieme alla mafia è l’altra faccia della stessa medaglia”.

Se l’Italia fosse stata, e fosse, un Paese normale, non sarebbe, ancora nel 2014, il Paese della carta bollata, dei timbri e delle firme inutili.

Se Cefalù fosse stato, e fosse, un Comune normale in un Paese normale, non sarebbe, ancora nel 2014, un Comune, nel quale la burocrazia cerca tra le sue carte, ciò che l’informatizzazione degli uffici dovrebbe farle trovare in un computer.
Con un semplice clic.
In tempo reale.
Non dopo mesi.

Malaburocrazia e mala informatizzazione per l’economia malata di un Paese malato.
Malaburocrazia e mala informatizzazione, che devono avere un limite.

Quando accade quanto è accaduto nel caso in ispecie, cioè
-che, dopo settimane e settimane di infruttuosa ricerca tra le carte del Comune, la burocrazia sia stata costretta a chiedere al privato ciò che essa, tra le carte, non era riuscita a trovare,
-che il privato abbia trovato ciò tra le sue carte e lo abbia prodotto alla burocrazia  ed, infine,
-che la burocrazia, nonostante tutto, non si sia fidata del privato e, neanche, di sé stessa  arrivando a chiedere il parere sul da farsi ad un legale esterno al Comune,
significa, proprio, che quel limite è stato superato.
Che la misura è colma.
Che non si può andare oltre.
Significa che per la Politica è il tempo di intervenire.
Per adottare le misure, necessarie ed indispensabili, per superare lo stallo gestionale-amministrativo, che, oramai, è divenuto insopportabile in un Paese, che ha fatto della sua economia e dei suoi cittadini le vittime predilette della burocrazia.

Saro Di Paola, 29 agosto 2014

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Il RESPONSABILE del Settore Edilizia Privata del Comune AUTOCERTICA LA SUA IRRESPONSABILITA’  - Saro Di Paola - 9 agosto 2014 (https://www.qualecefalu.it/node/13495)

Commenti

Eh, no, caro Saro, questa politica interviene da un quarantennio e ha prodotto la burocrazia dei precari, ma anche la scuola dei precari! Dio ce ne guardi dai politici tanto impreparati e ignoranti, che credono di agire secondo ragione e buon senso e non si accorgono che il risultato delle loro decisioni è l'unica alleata alla loro altezza: una burocrazia tanto onnipotente quanto meno sa. Una burocrazia che ha tolto all'Italia ogni credibilità e che ha dimezzato la razione di pane ai cittadini.

Ma non voglio continuare. Per fortuna sono vecchio e mio figlio è nel Paese della libertà e della dignità: l'Inghilterra.