19 Agosto 2014, 17:09 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Sequenza di Cauchy
In qualunque sua attività l'uomo non può prescindere dall'uso della logica, se vuole ottenere risultati concreti e positivi; in caso contrario il risultato di qualunque sua attività sarà improduttivo e persino deleterio.
Questo principio fu ben compreso fin dall'antichità da tutti coloro che si interessarono di didattica. Costoro si resero conto che la mente umana, per ben argomentare, deve avere una sua struttura logica e che questa struttura logica la si può ricavare dallo studio della matematica. Da essa discenderà poi la capacità di creare una sintassi del linguaggio, capace di descrivere le argomentazioni mentali.
Da alcuni anni accade che nelle nostre scuole si sottovaluti questa correlazione tra logica argomentativa e logica sintattica e quindi tra la matematica e il sapere umanistico. Niente di più sbagliato: nessun grande filosofo non fu anche un grande matematico e nessun grande scienziato non fu mai anche un grande filosofo.
Fa sorridere oggi che questa naturale attività della mente, intendo la logica argomentativa e l'esposizione delle conclusioni, non sia presa in considerazione e si tenti di considerare come non "portato" alla matematica o non "portato" alla filosofia un giovane che in una delle due materie non riesce felicemente. Fa sorridere, perché la naturale predisposizione della mente molto spesso è stata violentata dal fatto che un insegnante abbia esposto male la materia e l'abbia presentata come astrusa. Questo accade soprattutto con la matematica e per la filosofia si finisce spesso con il giustificarne la comprensione con il detto: la filosofia è quella materia con la quale o senza la quale si rimane tale e quale!
Questa lunga premessa per spiegare come si svolgono a Cefalù i dibattiti e le polemiche e come le loro conclusioni comportino alla fine le scelte peggiori per la Città e per i cittadini.
Giorni fa un amico, polemizzando con uno dei politici locali, lo ha accusato di non conoscere la matematica. La sua considerazione nasceva sicuramente dall'osservazione che il suo interlocutore riportava in maniera scorretta alcune operazione matematiche relative al suo considerare il minuto composto da cento secondi, come il fratello considerava il sette un numero maggiore di tredici.
Al mio amico voglio dire che il problema non è soltanto relativo a questa logica numerica da mercatino rionale, ma da tutta una serie di altre dichiarazioni su altre questioni non strettamente matematiche, esso era relativo alla stessa analisi matematica, per dirla più precisamente a quella parte dell'analisi matematica che si interessa dei limiti.
Se, infatti, consideriamo una ipotesi di azione come una funzione la cui incognita tende a qualcosa, scopriamo che il limite della nostra ipotesi potrebbe essere finito oppure infinito. Se, quindi, l'interlocutore fa un' ipotesi e dice che essa porterà a un certo risultato, potrà dirlo soltanto se l'incognita tenderà a qualcosa e se questo qualcosa è corretto, il limite dell'ipotesi sarà finito cioè noto e correttamente previsto.
So che il mio amico considererà questa mia argomentazione troppo sintetica e soltanto parzialmente corretta, a causa delle acrobazie linguistiche utilizzate, ma soltanto così posso spiegare come mai l'interlocutore non aveva alcun sospetto di un proprio limite e si tuffava così nel profondissimo mare della logica. Ciò accade troppo spesso qui a Cefalù, per cui troppe persone non hanno consapevolezza dei propri limiti e quando sono sorrette dal potere esercitato,agiscono travalicando questi limiti, tuffando se stessi e chi li segue nel baratro senza fine dell'inconsistenza.
Ne sono una prova lampante di questa assenza di consapevolezza dei propri limiti alcune dichiarazioni del Sindaco, di alcuni consiglieri comunali e di non pochi loro sostenitori. Tra l'altro, se si leggono attentamente le dichiarazioni e le argomentazioni a loro sostegno, appare in tutta la sua magnificenza il loro delirio di onnipotenza, che finisce con l'oscurare persino il sole della ragione.
Sempre in ossequio al principio "intelligenti pauca", mi fermo!
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Commenti
gaetano lapunzina -
Il tempo e l'ironia
Un pao di giorni fa, su facebook, in uno scambio assa divertente con Giuseppe Livecchi, esperto navigatore nei rally, e Rosario Fertitta, pilota di auto da corsa, a quest'ultimo, che contestava la mia abilità nel "guidare", ho detto che avrebbe di certo fatto meglio Lui, e che io mi sarei solo potuto limitare a prendere i tempi. Ho soggiunto che almeno questo ritenevo di saperlo fare, indicando, con autoironia, l'equazione 1 minuto= 100 secondi.
Credo che a chi è solito prendersi troppo sul serio l'ironia dev'essere sfuggita.
Ricordo di aver letto, sul finire del mese scorso, un post di qualcuno che annunciava la sospensione, per qualche giorno, delle proprie pubblicazioni, in quanto gli necessitava del tempo per riacquistare la serenità. Evidentemente, il tempo non sarà stato sufficente.
Angelo Sciortino -
Il sillogismo
Dal sillogismo corretto: "Tutti gli uomini sono mortali - Socrate è un uomo - quindi Socrate è mortale"; al sillogismo dell'inesperto: "Mangiare sarde salate fa bere - il bere disseta - quindi mangiare sarde salate disseta".
gaetano lapunzina -
L'arsura da vanità
E' lo stesso sillogismo cui si ispira chi, giornalmente, facendo intendere di volerne dissetare la sete di verità, propina alle persone una o più razioni di "sarde salate", quando, invece, altro obettivo non persegue se non quello di dissetare la propria inestinguibile arsura da vanità.
Angelo Sciortino -
Strano italiano!
Un italiano davvero strano! Che sia il prodotto di un pensiero mal costruito?