Galateo istituzionale

Ritratto di Rosario Fertitta

27 Luglio 2012, 19:59 - Rosario Fertitta   [suoi interventi e commenti]

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Leggo della provocatoria proposta dell'assessore comunale di Campofelice di Roccella circa l'acquisto, da parte di quel Comune, della nostra Torre della Calura che versa in precarie condizioni.
Solo come "provocatoria" può essere recepita una simil proposta formulata dal buon Mario Cicero, non nuovo a tali "boutade", se è vero - come è vero - che già durante la precedente amministrazione Guercio ci "onorò" di una missiva a sua firma, con tanto di stemma e carta intestata del comune di Castelbuono (allora era il sindaco di quella città) con la quale preannunziava le linee guida della rinascita economica e sociale della nostra città e del comprensorio nell'ottica di un suo personalissimo progetto politico.
Mi sa che le regole, non scritte, del "galateo istituzionale" non gli appartengono in toto.
Non mi appare come il massimo della "eleganza politica" la boutade dell'acquisto di uno dei nostri più caratteristici monumenti storici della nostra Città.
Se, al contrario, non fosse una boutade e fossi Sua Eccellenza il Vescovo comincerei a temere per la nostra Cattedrale e le mire espansionistiche di costui.

Commenti

Le parole dell’assessore di Campofelice, Mario Cicero, nell’articolo di Paola Castiglia pubblicato su laVoceweb:

"Siamo pronti - dice Cicero - a farci carico del recupero della torre a seguito di un esproprio del bene finalizzato a salvare un patrimonio di cui nessuno sembra farsi carico. […] Purtroppo la Sicilia si conferma in questo caso terra dei lunghi silenzi che portano all'oblio. A nome del Comune di Campofelice chiedo che non si faccia l'errore di lasciare crollare, come sta avvenendo, questo bene. Pertanto siamo pronti noi, se avverrà l'esproprio, per tenere in piedi questo importante e bellissimo pezzo si storia".

Leggi l’intero articolo all’indirizzo web: http://www.lavoceweb.com/articolo.php?IDArticolo=4509

Forse Cicero ce sta a riprovà il 9 ottobre è vicino e lui sembra puntare sulle ragioni del ricorso. Peraltro si va avvicinando dai monti è sceso a valle. E si sa da Campofelice a Cefalù si può fare scogghi scogghi .

Saro che ne pensi se Cefalù espropria la Fontana di Trevi così con la raccolta delle monetine in un mese si risana il bilancio comunale.

Confiniamola nella provocazione e prendiamone spunto per una riflessione.

In quel luogo l' Architettura dell'Uomo è esaltazione dell'Architettura della Natura.
Un' esaltazione che è segno dell'Uomo sul segno della Natura.
Dell'Uomo di ieri per l'Uomo di oggi.
Dell'Uomo senza regole per l'Uomo con le regole.

Un segno che l'Uomo di oggi vuole conservare.
Per tramandarlo.
All'Uomo di domani.

Un segno di quelli che  l'Uomo di oggi , l'Uomo delle regole, non può più lasciare.
All'Uomo di domani.

"Quanto succede sulla scogliera" è frutto, o risultato, delle "regole".
Quelle che "legalizzano" o rendono regolari i misfatti.

Quando le "regole" non esistevano l'Uomo ha realizzato la Torre alla Calura.
E......... la Cattedrale.

Ora che esistono le regole, nel loro rispetto, l'uomo realizza MOSTRI che non esaltano la Natura.
Mostri che mortificano la Natura !
E' paradossale ma è così!

Nel tuo post ti chiedi, e chiedi, "SINO A QUANDO ?"
La mia risposta  è : sino a quando esisteranno le "regole".
Ciò, a meno che non si pensi che quei mostri non siano in" regola" o non rispettino le regole.
Non quelle dell'articolo 10 dello statuto del Comune.
Quelle non sono regole. Quelle sono finalità .
Le regole sono quelle mediante le quali le istituzioni nel loro complesso dovrebbero far sì che il Comune persegua e consegua la teleologia del suo statuto e quella dell'art. 10 in particolare.

La mia risposta è personalissima.
Non è poesia.
Purtroppo.

Forse piu' che espropriarla la Fontana di Trevi potremmo requisirla per urgenti motivi di cassa.... A parte gli scherzi le REGOLE richiamate dall'Ing. Di Paola sono essenziali nel vivere civile ed ancor di piu' in politica... Ma le Regole devono rispettarle gli Uomini....

La prima e più patente delle discrasie delle "regole" è quella che demanda ad una Istituzione Pubblica  i dettami sui principi e sulla teleologia delle stesse e ad altra Istituzione l' attuazione degli stessi.