5 Luglio 2014, 11:38 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Il Sindaco troppo spesso fa appelli alla stampa telematica di astenersi dal sottolineare tutto ciò che mostra di Cefalù aspetti poco edificanti; gli fanno eco alcuni degli iscritti nel suo gruppo di facebook, che giungono persino a invitare coloro, che di Cefalù sottolineano le brutture, ad andar via, se proprio non vogliono accettarle.
Costoro, e lo stesso Sindaco, dicono di parlare in nome del loro amore per Cefalù, ma dimenticano che amare non consiste nel lasciare che l'oggetto amato subisca danni o nel nasconderli dopo che essi si sono avverati. Questo non è amore, ma strafottenza. La stessa strafottenza di chi è incapace di difendere il più debole, fosse anche il proprio figlio.
L'appello non è rivolto soltanto a chi scrive – in fondo potrebbe mentire o esagerare – ma è rivolto anche a chi fotografa, come se fosse egli il responsabile di ciò che immortala. A meno di non credere che le buche nelle strade, gli oltraggi al Centro Storico, i cumuli d'immondizia sparsi in ogni dove, altro non sono che fotomontaggi. Se così fosse, però, non appelli dovrebbe fare il Sindaco, ma denunzie. A quanto sembra, però, le foto sono l'immagine vera della realtà. Secondo il Sindaco e coloro che gli fanno coro, però, non è la realtà a dare un'immagine negativa della Città, ma a darla sono le denunzie e la richiesta di porvi rimedio.
Così facendo, non si fa nulla per rimediare ai danni e non si dimostra amore per Cefalù. Per quella Cefalù le cui strade percorsi sessant'anni fa, la cui Rocca visitai quasi quotidianamente, il cui Lavatoio trovai spesso con le donne che lavavano i panni. Quella Cefalù che negli anni '50 e '60 sembrava destinata a più alti destini, che lentamente stavano concretandosi negli anni Settanta, quando essa ebbe giustamente l'appellativo di Perla del Tirreno.
In questo momento alla cultura delle sue tradizioni e della sua storia si sostituì quello che può definirsi il periodo dell'arruffamento, che creò distruzione e dissacrazione.
Coloro che, e fra essi sempre il Sindaco, fanno appelli a tacere i malanni, per non arrecare danno all'immagine di Cefalù, sono coloro che, come lo struzzo, nascondono la testa nella sabbia, per non vedere quel che accade intorno, ma del quale anch'essi rimarranno colpiti.
Tutto ciò significa mancanza di cultura e il loro italiano ne è una ulteriore prova. Essi vorrebbero Cefalù un'immagine del loro pensiero, non troppo intelligibile a causa della loro faticosa capacità di esprimersi correttamente.
Speriamo!
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 1824 volte
Commenti
Gianfranco D'Anna -
Proprio ieri ho scritto...
Proprio ieri, in un commento ad un altro intervento di Pino Lo Presti ho scritto:
"Caro Pino, hai certamente ragione nello scrivere che si tratta di «… paesaggi … ormai leziosi, da cartolina che reggono solo fin quando sono inquadrati da determinate precise angolature e soprattutto da lontano».
Purtroppo, molti, troppi cefalutani sono talmente assuefatti da queste vedute da non riuscire a discernere la “vera” realtà, da non riuscire a cogliere le “barbarie” - come spesso le hai definite - che sono state e continuano ad essere perpetrate e che provocano il tuo ed il mio “sconcerto”.
Non è più possibile far finta di nulla, non è possibile limitarsi a pubblicare belle immagini ed a compiacersi per i commenti del tipo “Cefalù è bella!”, “Cefalù è incantevole!”…bisogna avere la franchezza, oggi direi quasi il “coraggio”, di mettere in evidenza ciò che non va..." (https://www.qualecefalu.it/node/12863#comment-2465)