"la Repubblica" e il degrado di Cefalù. In difesa di un albergatore.

Ritratto di Angelo Sciortino

13 Giugno 2014, 13:36 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Su la Repubblica di oggi è apparso un reportage su Cefalù intitolato Cefalù, ecomostri e acqua all'arsenico. L'addio dei turisti all'ex perla normanna.

L'intervento del giornalista Lorenzo Tondo si conclude con questa mia dichiarazione: “Cefalù è la propensione dei siciliani a farsi del male, è la conseguenza di una politica incompetente e sbagliata che ha portato la città allo sfacelo, al degrado. Dicevano che il cemento non avrebbe fermato i turisti. Dicevano che l'acqua inquinata non avrebbe impedito agli albergatori di lavorare. Dicevano tante cose. Eppure, lentamente, il flusso turistico diminuisce anno dopo anno.

Dell'intervento condivido tutto, tranne il punto in cui si fa riferimento all'albergatore Giusi Farinella e in particolare quando ci si riferisce a lui come se fosse una sorta di “demonio”. A prescindere che con questo “demonio” proprio l'attuale sindaco ha trattato per aver garantita una maggioranza in Consiglio, riconoscendogli affidabilità e correttezza, non gli si possono imputare all'infinito errori, per i quali ha pagato e che oggi non possono e non devono rappresentare una prova che le sue azioni imprenditoriali sono scorrette. Specialmente laddove si fa riferimento all'albergo incompiuto sul lungomare, che è tale non per colpa del Farinella, ma per un'ordinanza dell'allora dirigente dell'Ufficio Urbanistico ingegnere Duca. Un'ordinanza impugnata e per la cui impugnazione si è tenuta la prima udienza il 9 maggio scorso. Udienza nella quale il Comune non si è costituito, precludendosi così ogni possibilità di dire la sua, se aveva da dirla.

Se le cose stanno così, è evidente che per l'attuale situazione di degrado nulla può essere imputato a Giusi Farinella. Anzi, proprio questo degrado è da considerare un danno per lo stesso Farinella e per tutti gli albergatori di Cefalù, che non sanno più a che santo rivolgersi per ottenere un dialogo vero con l'Amministrazione, alla quale chiedere di pensare meno agli eventi e più ai servizi. Meno al contingente e più alla strategia: non si può programmare l'estate 2014 nel mese di giugno e ancora nel mese di giugno essere senz'acqua potabile o quanto meno utilizzabile per una semplice doccia.

O si pensa di seppellire anche queste verità nella sabbia, coprendole con il cemento?

Commenti

Non ho letto l'articolo ed a questo punto mi rifiuto di leggerlo.
SOTTOSCRIVO IN TOTO, quanto ha scritto Angelo Sciortino su Giusy Farinella ed aggiungo che l'albergo sul lungomare NON E' STATO REALIZZATO DA LUI, che lo ha, SOLTANTO, ACQUISTATO NELLE CONDIZIONI IN CUI TROVASI.

Non è possibile che, per rendere più attraente un articolo di giornale, si debba tirare in causa l’amico Giusi Farinella. Non è opportuno che una persona debba essere sempre messo sui giornali per vicende personali che ormai sono state chiuse dalle autorità giudiziarie.  

Io credo che chi scrive è molto ignorante per quel che riguarda Cefalù e  la sua storia, la sua architettura e il contesto paesaggistico in cui essa si colloca.

Se vai in una qualsiasi libreria del territorio siciliano, piuttosto che trovare pubblicazioni di arte, architettura, letteratura, musica e tutto ciò che di positivo è stato fatto in Sicilia nella storia sino ad oggi, per mettere a confronto il bello con il brutto, trovi al contrario tantissime pubblicazioni di mafia, di cosche, di criminalità organizzata.

Un giornalista che scrive un articolo su Cefalù, quindi, per allinearsi con questo tipo di atteggiamento, che definirei “anticulurale”, deve infilarci a tutti i costi il tema della mafia, deve forzatamente tirare dentro persone che già hanno sofferto parecchio e, senza nessuno scrupolo, riportare alla memoria della collettività storie passate al fine di infangare e danneggiare ulteriormente persone come Giusi Farinella.

Per questo motivo sono solidale con Giusi Farinella e gli voglio manifestare il mio affetto sincero.

Non ho letto l'articolo e come Saro a questo punto mi rifiuto di leggerlo! E' assurdo come sia plateale la volontà di distruggere oltre che la fama di un paese turistico, che è vero ha innumerevoli problemi, anche il lavoro di un imprenditore locale che ha dato e da ancora  alla sua città lavoro con la  sua attività!

L'assenza di cultura genera mostri, mostri che purtroppo alleviamo in seno, non proponendo nella nostra città alcuna manifestazione di intresse a che il bello abbia il sopravvento! Preferiamo che il centro storico subisca sfigurazioni, che il lungomare sia oggetto di metamorfosi non controllate e che un opera non completa, non per volontà di chi la possiede, venga additata "ecomostro" perchè preferiamo che sia "non finita"!!!!

Sono solidale a Giusy Farinella unendomi ai miei concittadini che mi hanno preceduto.

Non sono solita intervenire pubblicamente. Stavolta però la tentazione è più forte delle abitudini e, perciò scrivo anch’io, unendomi a quanti lo hanno già fatto.

Io ho letto l’articolo in questione e mi ha fatto indignare, e non poco!

Mi chiedo se il “diritto di cronaca” a cui molto spesso opportune et inopportune si ricorre, non sia un pretesto per avere le mani libere e poter sentenziare su tutto e su tutti, misconoscendo i più elementari codici etici che stanno alla base della convivenza civile e democratica di una società libera.

Mi chiedo anche se in nome del “diritto di cronaca” chiunque, giornalista o no che sia, possa arrogarsi il diritto di entrare “così pesantemente” nella vita delle persone.

Mi chiedo, perciò: che senso ha tirare in ballo persone, affetti, famiglie, in un articolo giornalistico che riflette su altro? Non c’è bisogno di competenze ermeneutiche certificate per cogliere l’obiettivo che ha guidato o ispirato l’articolo in questione…

Per parte mia, ben conoscendo la famiglia di Giusi Farinella, ben sapendo quanto ancora aperta sia la ferita di Giusi, Patrizia, Mario, Fabio e Luisa, avendone condiviso, anche in silenzio, il dolore che ognuno di loro e tutti insieme custodiscono “con dignità” nel loro cuore, voglio pubblicamente esprimere la mia amicizia solidale e sincera, forte e profonda.

A chi, invece, tiene in mano una penna vorrei semplicemente suggerire di verificare sempre se le sue parole sono portatrici di verità o piuttosto si portano dietro carichi di maldicenze e di malignità.

A chi scrive usando parole “di morte” vorrei semplicemente ricordare che le parole sono potenti, e solo il loro uso “nobile” le rende strumenti di “promozione umana”, di “cultura vera”, di “vita”.

A chi in nome di “un diritto…”  calpesta i diritti di altre persone, voglio semplicemente ricordare l’idea di un famoso pensatore: c’è un ésprit de géométrie e c’è un ésprit de finesse. Chi ragiona solo per calcolo, chi strumentalizza una “posizione” per qualche momento di “gloria/vanagloria?”, non ha né l’uno né l’altro… 

 

                                                                                                                                 Rosaria Muffoletto Guercio

Ho letto l'articolo di Lorenzo Tondo su Repubblica, Palermo in data 13 giugno dal titolo "L'estate con la crisi". Parecchi degli addebbiti rispondono al vero. Ma non sono d'accordo sugli "ecomostri"; a mio dire strutture che niente hanno a che vedere con gli ecomostri di Napoli o di Palermo.

Il primo insiste su via Roma, a pochi metri dal largo di Giorgi e dalla Via Matteotti, nodo urbano di accesso al centro storico e alla nuova espansione. E' parte di un edificio che doveva ospitare residenze, uffici e posteggi. Non è stato mai ultimato, e più che un ecomostro è uno scheletro transennato su strada e con all'interno un grande vuoto invaso da vegetazione. Le transenne lignee stanno per cadere, la gru vecchia potrebbe anche crollare e il verde è ricettacolo di sporcizia, sterpaglie e sicuramente anche topi ed altro. Circa 20 giorni fa un'ordinanza del Sindaco dava ai proprietari l'arco di dieci giorni per mettere in sicurezza lo steccato ligneo e ripulire il sito. Ad oggi lettera morta. Prechè l'area Micciche è in questo stato da vent'anni? Molte le motivazioni. Ma niente di fatto per rimuovere l'indecoroso stato dei fatti.

L'altro ecomostro, o detto tale, fronteggia su tre lati il Lungomare, la Via Vazzana e la Via Pintorno. Non è un edificio di grossa cubatura e confina con un altro albergo che i proprietari hanno potuto costruire senza intoppi  legali o burocratici. Perchè i lavori sono stati interrotti, credo ormai da tre anni o più? Anche in questo caso la lentezza amministrativa della burocrazia siciliana brontosauro, i cavilli legali. Noi semplici cittadini ne vorremmo sapere di più.

Ultima riflessione. Mi sono molto spiaciute le parole su Giusy Farinella. Perchè rinvangare ancora cose passate. Perchè riaprire una ferita che ha fatto soffrire tutta la famiglia. Perchè fare ironia sul possesso di una porsche. A Cefalù sono in tanti a possederla! Giusy Farinella è uno dei pochi imprenditori del turismo sempre pronto a sponsorizzare eventi culturali di un certo livello ed interesse, guida un'azienda che da lavoro a centinaia di persone. E' assurdo colpire la sua immagine  e quindi il suo lavoro. Gli esterno la mia profonda solidarietà e do un bacio a sua moglie e ai suoi figli.