7 Giugno 2014, 09:48 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Riportando la notizia che il Comune aveva perso in appello contro l'ingegnere Pasquale Giardina, avevo promesso che appena fossi entrato in possesso del dispositivo della decisione, l'avrei portata a conoscenza dei lettori. Pertanto ne pubblico il testo in fondo a questo intervento.
In quell'occasione mi ponevo queste domande: “a) perché il Comune ha presentato appello, esponendosi a un aggravio di spese?; b) come s'inserisce questa novità nel piano di rientro accettato (?) dalla Corte dei Conti?” Entrambe le domande trovano ampia risposta nelle motivazioni riportate nella decisione dei Giudici.
Si legge, infatti: “riteneva il Giudice che la liquidazione straordinaria in caso di dissesto, tende al risanamento finanziario dell'ente locale e a consentirgli a far fronte ai suoi debiti anche con risorse aggiuntive, che la liquidazione viene effettuata sotto la sorveglianza di organi imparziali e non è finalizzata a consentire al debitore di sottrarsi all'adempimento delle proprie obbligazioni...”
Accertato inoltre che il Comune aveva presentato ricorso al TAR contro la dichiarazione di dissesto, ma soprattutto che il debito vantato dal Giardina non era stato inserito nel piano di riequilibrio, i Giudici si sono invece convinti che per questi motivi, ma anche perché sono in via di dismissione diversi cespiti, “implica il rischio … per l'eventuale futuro soddisfacimento del credito.” e “riforma pertanto l'ordinanza del 30.12.2013 della Corte d'Appello di Palermo e autorizza il creditore istante Giardina Pasquale al sequestro conservativo dei beni immobili del patrimonio disponibile del Comune di Cefalù, sino alla concorrenza di euro 300.000,00”.
In estrema sintesi, i Giudici della Corte d'Appello hanno detto che in presenza di dichiarazione di dissesto il creditore non poteva procedere a un sequestro conservativo, perché il suo credito sarebbe stato garantito dai commissari liquidatori; siccome, però, il ricorso al TAR e poi l'approvazione del piano di rientro hanno provvisoriamente allontanato il dissesto, allora il creditore può garantire il proprio credito, poiché il Comune è tornato un debitore come tanti, forse meno affidabile.
Questa sentenza è una vergogna e non la dichiarazione di dissesto!
Dopo tale sentenza mi permetto di suggerire al Sindaco di fare le visure ipotecarie prima di procedere a qualsiasi vendita, perché l'eventuale vincitore del bando di vendita potrebbe vedersi rifiutato l'atto di vendita definitivo e per questo motivo potrebbe chiedere il pagamento del danno subito. Ciò nell'interesse dei cittadini, che alla fine sarebbero i soli a pagare.
Adesso spero in un'altra querela.
Qui il testo della sentenza: Ordinanza 28.03.14.pdf
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Commenti
Saro Di Paola -
"I gioielli di famiglia"
Alla luce dei lodi in corso e di altre sentenze che arriveranno, tra qualche anno, certamente prima della fine del quinquennio Lapunzina, ad essere messa sotto sequestro conservativo sarà buona parte del patrimonio comunale.
E sarà, certamente, LA PARTE PIU' APPETIBILE!
Saranno "I GIOIELLI DI FAMIGLIA".
Non sarà, certamente, gran parte di quella, ASSOLUTAMENTE INVENDIBILE, che dovrebbe essere venduta per rispettare il PIANO DI RIENTRO PLURIENNALE.