28 Aprile 2014, 05:06 - Tania Culotta [suoi interventi e commenti] |
A circa trent’anni dalla redazione del Piano Particolareggiato del Centro Storico di Cefalù è opportuno ricordare ai più e ai non addetti ai lavori della valenza e l’importanza paradigmatica che questo strumento urbanistico ha avuto per Cefalù e per il dibattito scientifico nell’ambito delle scuole di Architettura e delle riviste specialistiche.
Il P.P.E del centro storico viene affidato allo studio Culotta e Leone Arch.tti Ass.ti nel 1974 ed eseguito in continuità al P.R.G. del quale ne è specificazione e strumento esecutivo.
Il P.R.G. di Samonà aveva già individuato la necessità “di organizzazione, valorizzazione e restauro conservativo della struttura Centro Storico e della situazione dei suoi abitanti”.
Le linee guida, quindi, per la redazione del P.P.E. furono “restauro e sviluppo edilizio mirato alla valorizzazione del Centro storico come parte speciale e anche integrante dell’intero tessuto urbano e territoriale.”
Determinante fu allora il contributo teorico apportato da Carlo Doglio, che aveva collaborato alla redazione del P.R.G., e che indirizzò i progettisti ad esplorare operativamente piuttosto che teoreticamente, la disciplina urbanistica non scindendola dalla sua essenza d’architettura, liberandoli, in certo senso, da uno studio teso alla ricerca sociologica intrisa di “unità di vicinato e di valori socio-ambientali”.
L’obiettivo del Piano Particolareggiato fu quindi di spostare l’attenzione della disciplina urbanistica in direzione del progetto di architettura, in modo da indirizzare nei modi e nella forma l’architettura nuova nella città storica. Fu utilizzato lo strumento del rilievo e del disegno in scala 1/50, per conoscere con esattezza scientifica gli organismi architettonici emergenti e non, per entrare nel merito della loro spazialità architettonica e del tessuto storico. Alla documentazione conoscitiva venne affiancato uno speculare apparato di previsioni progettuali che, nel mantenimento della struttura generale della città storica, ha introdotto variazioni locali, ricche di conseguenze per l’intera città, che, tenendo conto delle identità dei luoghi, ne hanno mutato il senso attraverso il progetto.
Sono state individuate 21 opere pubbliche da realizzarsi a cura dell’Amministrazione, in altrettanti complessi monumentali del Centro Storico. Di queste, ad oggi, sono state realizzate, dagli stessi architetti progettisti del piano, Santa Caterina, sede del Municipio, il restauro delle Mura Megalitiche, il Complesso conventuale di San Domenico e dal prof. Arch. Marcello Panzarella, la Corte delle Stelle. Indicazioni altrettanto importanti, di indirizzo e normative, sono state date per la gestione del tessuto connettivo e abitativo.
Per frenare il processo di migrazione della popolazione dal centro storico alla periferia, fenomeno comune a partire degli anni ’50 nella maggior parte dei centri storici italiani, i progettisti hanno tenuto conto delle necessità abitative e d’uso e quindi hanno elaborato una normativa finalizzata a consentire le trasformazioni necessarie per adattare le abitazioni agli usi contemporanei. Ciò sempre nel pieno rispetto dei caratteri tipologici e morfologici del tessuto storico. Le indicazioni normative rendono fattiva la riorganizzazione (manutenzione, risanamento e ristrutturazione) degli edifici consentendo la plasmabilità interna e al contempo di mantenerne la facies storica che si esprime nell’uniformità dei materiali di rivestimento e dei tetti a falde rivestite di coppi; nella prevalenza dei pieni sui vuoti; nella mancanza di simmetrie nei paramenti; nella forza dello spigolo vivo dei volumi.
A fianco delle indicazioni normative sul restauro e la rifunzionalizzazione si pongono le indicazioni progettuali per opere infrastrutturali nevralgiche e fondamentali, ovvero i parcheggi, per i residenti e per i turisti, posti a corona attorno al perimetro storico della città, in punti che potessero favorire sia il Centro storico che le aree investite da funzioni particolari, come il porto, il cimitero, gli impianti sportivi e il lungomare.
Il Piano è stato redatto, quindi, seguendo il duplice indirizzo, all’apparenza antitetico, dell’innovazione e della conservazione, individuando nell’intervento pubblico il ruolo pedagogico, formativo nella progettazione dell’ambiente, riconoscendo alle opere dei “grandi complessi“ il compito di fornire una controllata e rispondente esecuzione nel rispetto delle norme e dello spirito del P.P. sia per l’Amministrazione che per i progettisti che in futuro vi avrebbero lavorato.
Il metodo di lavoro applicato attraverso gli strumenti della progettazione architettonica, contribuisce a dar senso alle mutazioni spaziali e formali, ma in ogni caso come scriveva Pasquale Culotta «ci obbliga ad una paziente, rigorosa, faticosa ricerca dell’architettura», «strumento per esprimere giudizi di valore sulla realtà da trasformare in un serrata applicazione su luoghi».
Ad oggi mi addolora, prima da cittadina, poi da progettista, vedere come lo spirito del Piano e i suoi indirizzi vengano disattesi, (mi riferisco ai diversi reportage di Pino Lo Presti, del 2011, su Laltracefalù, agli interventi di Salvatore Culotta e al più recente articolo, a firma di Angelo Sciortino, apparso su Quale Cefalù quest'ultimo a proposito di un intervento in piazza della Marina), non tanto dal punto di vista meramente normativo, che poi sarebbe forse la strada più facile da seguire per gli addetti ai lavori, ma in particolar modo perché penso che le scelte operate ultimamente in sede amministrativa, siano carenti proprio della conoscenza della “serrata applicazione, paziente e rigorosa della ricerca dell’architettura”.
- Relazione del Piano Particolareggiato del Centro storico relazione ppe.pdf
- Norme tecniche di Attuazione NTA p.p.e..pdf
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Commenti
Angelo Sciortino -
Annegare di lacrime il Paese
E' proprio questo che i cittadini sensibili all'arte, alla tradizione e al bello, possono fare per distruggere i misfatti compiuti quasi quotidianamente nel silenzio assordante delle Autorità, che invece dovrebbe impedirli.
L'intervento di Tania Culotta è sicuramente informato e la sua voce dovrebbe essere non soltanto ascoltata, ma anche cercata. Se questa Amministrazione l'avesse cercata e poi ascoltata, avrebbe evitato di far subire al Centro Storico gli oltraggi subiti. Avrebbe appreso, questa Amministrazione, che un centro storico ha necessità di avere un disegno architettonico per sopravvivere e le norme indispensabili per applicarlo. Queste, ci dice Tania Culotta, ci sono, ma manca il "disegno architettonico". E questo non lo si può inventare, se mancano gli strumenti culturali di chi amministra.
Saro Di Paola -
1985 - 2014: TRE DECENNI DI ...........
1964 - 1974 : conferimento al Prof. Samonà dell'incarico di redazione del PRG e definitiva approvazione dello stesso
1975 - 1985 : conferimento incarichi per la redazione dei Piani Particolareggiati di attuazione del PRG e definitiva approvazione degli stessi
DUE DECENNI DI POLITICA E DI PROGETTUALITA' URBANISTICA
1985 - 2014 : TRE DECENNI DI ...........
Tania Culotta -
caro Saro....
caro Saro
.... ancora tre decenni di studio, lavoro, amore e attenzione verso la propria città, la sua storia, la sua conoscenza scientifica, che non sono stati di ugual peso, misura e intensità per chi avrebbe dovuto di questi studi proseguirne il seppur difficile cammino della attuazione per una città a misura d'uomo.