Un "Cahier de dolèance" del Terzo Millennio

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Gennaio 2014, 11:48 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ieri sera non tutta la verità è stata detta in Consiglio comunale. Le varie dichiarazioni, infatti, per giustificare abbandoni di gruppi e l'adesione al gruppo misto, in qualche caso sono state un rattoppo incomprensibile. Troppo incomprensibile, per imputarlo a incapacità espressiva esagerata oltre l'umano. Probabilmente, quindi, si è trattato di un arrampicarsi sugli specchi, nel tentativo di coprire sofisticamente altre verità.

A questo, però, siamo ormai abituati. Giustamente un consigliere ha detto che “la politica deve rimanere fuori dal Consiglio”. Sorge spontanea una domanda: per far posto a che cosa? Questo non è stato detto, ma presto i fatti daranno una risposta. Intanto la vita amministrativa di Cefalù non si affida più a una sana politica, ma alle ciarle.

Di essa, della vita politica di Cefalù non parliamo più, quindi, per non ritrovarci a parlare del nulla. È preferibile dedicare il nostro tempo a commentare i risultati ottenuti in nome di un malinteso bene della Città, così tanto sbandierato da parecchi consiglieri. Sbandierato, ma ancora non conseguito.

La mozione approvata ieri sera – per dedicarci a un risultato – è un esempio della grande competenza con la quale si parla dei veri problemi della Città. Essa, infatti, “Impegna il Sindaco e l'Amministrazione comunale ad esprimere, nelle competenti Sedi, la volontà dell'Organo consiliare, affinché:

  • sia accantonata l'ipotesi di creazione di un Consorzio di tutti i Comuni della Provincia di Palermo, per la gestione della risorsa idrica;

  • siano superate, nell'immediato, le gravi difficoltà gestionali del Servizio Idrico Integrato, attraverso i previsti provvedimenti di urgenza, da adottarsi ex art. 38 comma 5 della Convenzione di Gestione;

  • si proceda, quanto prima, alla emanazione del provvedimento di Legge che consenta la gestione delle risorse idriche in ambito comunale o attraverso Consorzi di Comuni limitrofi, di aree omogenee;

  • gli obblighi contrattuali derivanti dalla Convenzione per l’affidamento in concessione dell’impianto di potabilizzazione siano trasferiti al nuovo gestore del Servizio Idrico Integrato, ove esso sia soggetto diverso dal Comune di Cefalù;

  • la nuova gestione del Servizio Idrico Integrato preveda, in via prioritaria, interventi risolutivi per il rifacimento della rete idrica, con priorità per le zone nelle quali essa risulta essere particolarmente fatiscente”.

Il primo punto altro non è che l'espressione di un voto di un Consiglio simile ai “parlamenti” locali dello Stato assolutistico della Francia di Luigi XIV. Un voto più simile ai famosi cahier de dolèance indirizzati al sovrano. E per sottolineare la natura vera del documento si sono aggiunti i punti 2) e 3), in cui si chiede di superare le “gravi difficoltà gestionali del Servizio Idrico Integrato, attraverso i previsti provvedimenti di urgenza, da adottarsi ex art. 38 comma 5 della Convenzione di Gestione”, difficoltà che noi non saremmo in grado di superare.

Dove, però, questo Consiglio senza politica e competenza ha superato i vecchi parlamenti francesi, è là dove dice “gli obblighi contrattuali derivanti dalla Convenzione per l’affidamento in concessione dell’impianto di potabilizzazione siano trasferiti al nuovo gestore del Servizio Idrico Integrato, ove esso sia soggetto diverso dal Comune di Cefalù”. E il diritto? E la Legge? Cosa chiede la mozione, se non di imporre al concessionario una personale scelta del Consiglio?

Il risultato di tanta imprevidente incompetenza sarà forse una risata sarcastica delle “competenti sedi” oppure un danno ulteriore per le povere casse comunali.

Comunque, in questo link https://www.qualecefalu.it/node/6806 può leggersi l'intera mozione, che i lettori potranno giudicare personalmente e prevedere secondo il loro giudizio che cosa potrebbe accadere, se essa venisse seguita acriticamente dal Sindaco.

Commenti

Ahimè!
Ero convinto che il Consiglio fosse la sede della Politica.
Per eccellenza!
Per antonomasia!

E se la Politica rimane, o "deve rimanere", fuori dal Consiglio cosa è che rimane, o "deve rimanere", dentro il Consiglio ?

Oggi si considera la politica una cosa sporca perchè sono i politici che l'hanno sporcata.

E' quand'anche fosse il lavoro sporco, qualcuno dovrebbe pur farlo, perchè la politica è la madre della democrazia!

Un consiglio democraticamente eletto è, quindi, l'incarnazione stessa della politica.

Se i CONSIGLIERI non lo capiscono, se LORO non sanno fare politica, ebbene, lascino quella sede a chi è in grado di occuparla in maniera più degna.

Ciò posto non si può non considerare che la frase è frutto di esasperazione e frustrazione.

Resta da chiedersi se e quando finirà questo scempio e se ancora, tra i venti occupanti (comunque legittimi, perchè democraticamente eletti) di Sala delle Capriate ve ne sia rimasto qualcuno che intenda (o sappia) rispondere al mandato che gli è stato conferito.