23 Giugno 2012, 03:30 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
Il Vicepresidente della Fondazione Mandralisca, Manlio Peri, ha così presentato la serata:
“Cari amici, come sempre rivolgo a tutti vuoi un cordiale benvenuto alla presentazione di questa nuova iniziativa, patrocinata dalla fondazione culturale Mandralisca, la quale nonostante le difficoltà economiche - che quasi sempre la travagliano -, ce la mette pur sempre tutta per portare avanti quella che considera la propria missione culturale.
Stasera abbiamo il piacere di presentare un sito Internet che abbiamo voluto chiamare Arkè, cioè “archivio cefaludese”. Si tratta nella fattispecie di un archivio fotografico.
Comunque, per non rischiare di attribuire a me e alla fondazione meriti che non ci appartengono, debbo subito precisare che l’idea di questo nuovo strumento culturale non è nostra bensì dell’architetto Salvatore Culotta, che ne ha anche curato con grande gusto, la grafica. La realizzazione del sito è poi di un giovane bravissimo informatico di Cefalù, Luciano Cina, che ha lavorato in maniera davvero egregia - come avrete poi motivo di constatare stasera, e poi quando ricorrerete al sito -.
Non posso non ringraziare entrambi (entrambi hanno lavorato “a gratis”, il chè di questi tempi non è che sia una cosa molto usuale).
E vi invito, quindi, a rivolgere loro un meritatissimo applauso.
Mentre pensavo a cosa dirvi stasera, mi è venuta in mente una felice intuizione che ha fuso tutti gli elementi al momento della scelta del nome. L’acronimo del nostro sito, cioè il nome formato con le sillabe iniziali di “Archivio” e “Cefalù” - o meglio “Kefalè” -, è identico al termine filosofico greco “Arkè”, che significa “Origine”, “Principio generatore e conservatore di tutte le cose”. E, mi è venuto da pensare - con una trasposizione poco audace - che in fondo nulla come la Memoria può considerarsi principio generatore e conservatore di noi tutti.
Cosa sarebbe, infatti, un individuo senza la memoria del proprio passato, come potremo noi affrontare il futuro, consapevoli di ciò che siamo, se non avessimo ricordo di ciò che siamo stati?
E ciò che vale per l’individuo, vale anche per una comunità.
Le foto di Cefalù, contenute in questo sito, sono suddivise attualmente in 14 categorie (alle quali ovviamente se ne potranno aggiungere altre),
rappresentano nient’altro che un archivio della memoria in cui la nostra città può riconoscersi e rispecchiarsi, trovando i fondamenti della propria identità sociale e culturale. Il sito però non si limita a Cefalù ma stiamo coinvolgendo altri comuni della Madonie per creare una rete che possa realizzare progetti più vasti e produttivi.
Non è poi un caso che per questo “archivio della memoria” sia stata scelta la rappresentazione per immagini, piuttosto che affidarsi ai documenti (anche se è stata prevista una sezione storica).
Le fotografie hanno infatti, rispetto alla parola scritta, il pregio di una maggiore immediatezza; riescono a fermare l’attimo fuggente affinché il tempo, grande distruttore di ogni cosa umana, non possa cancellarlo anche dalla nostra memoria.
Da grande appassionato della fotografia, cito un mio articolo di tanti, tanti anni fa.
In quell’articolo, affermavo di preferire, rispetto alla fotografia sociale e a quella artistica, la fotografia cosiddetta “affettiva”, cioè quella che serve a fermare - attraverso l’immagine - i nostri momenti di gioia, di allegria o di dolore, o di tristezza; a fermare cioè l’espressione di un volto destinata a rimanere unica e irripetibile, affermare l’aspetto di un paesaggio che ci ha particolarmente colpiti. E, concludevo affermando che le fotografie, oltre che con gli occhi, con la mente, con il mezzo tecnico, si fanno anche - se non soprattutto - col cuore. Ebbene credo che tutte le foto, contenute nell’archivio fotografico cefaludese, siano fotografie “affettive”, anche se molte sottintendono finalità sociali ed alcune si possano considerare delle piccole opere d’arte.
Sono foto “affettive” perché scattate con l’intento di sottrarre alla morte, all’oblio un volto, una espressione, un luogo, un evento che rivestivano per l’autore un significato, un valore particolare. Si ritrovano così riuniti, in un unico luogo virtuale, testimonianze utili alla formazione di una memoria comune, e dunque a rinsaldare l’idea di “comunità”, ma utili anche come materiale di studio per chiunque desideri disporne nell’ambito dei più disparati campi di attività. E’, in pratica, una nuova “Ala virtuale” del museo Mandralisca quella che abbiamo allestito, in cui troverà posto tutto ciò che testimonia le trasformazioni fisiche della città e del territorio, ma anche tutti quegli eventi - siano essi civili, religiosi, celebrativi o anche semplicemente familiari - in grado di comporre un quadro, il più possibile esauriente, della vita locale attraverso il volgere degli anni.
La Fondazione Mandralisca cercherà di valorizzare questo patrimonio mediante la promozione di attività di studio e di ricerca, mediante incontri, manifestazioni, pubblicazioni ed anche con una produzione di materiali audiovisivi e multimediali; insomma, attraverso tutte quelle attività che si propongono la conservazione della memoria storica in generale.
Un’ultima notazione.
Devo ringraziare di vero cuore il professor Alfredo La Grua.
Ieri mattina abbiamo avuto una lunga conversazione sull’Archivio, e il prof. La Grua mi ha comunicato che donerà tutto l’archivio fotografico del suo Giornale, cioè “il Corriere delle Madonie”, al nostro Archivio.
Non credo sia necessario sottolineare la grande importanza di questa donazione. Quindi ringrazio il prof. La Grua per il sul gesto.
Infine.
Un appello: noi chiediamo la collaborazione di tutti cittadini; perché questo strumento appartiene a tutti i cefaludesi e a tutti loro abbiamo voluto farne dono”.
Il Sindaco,
condividendo i vari aspetti che danno valore alla fotografia, come memoria, sottolinea come una importanza particolare esse rivestano nel ricordarci come talora erano certi luoghi prima dell’intervento dell’uomo.
Si farà parte attiva con gli altri sindaci del Comprensorio per promuoverne la partecipazione a un progetto unitario al riguardo. Conclude augurando che questo strumento cresca e si arricchisca di nuovi molti contributi.
Il Presidente della Fondazione, Piscitello.
Sottolinea l’importanza della memoria come solida base per costruire, e che questi archivi - grazie ai nuovi strumenti informatici - possono essere resi accessibili a tutti; dunque è importante che la Fondazione - che conserva un po’ la memoria di Cefalù - se ne occupi e porti avanti una iniziativa del genere ringraziando chi si è impegnato in tutto questo.
Luciano Cina (Programmatore del Sito, laureato in Disegno Industriale, si occupa di grafica “assistita al computer” e della progettazione e valorizzazione dei siti Internet)
Ha ricostruito il percorso concettuale alla base della progettazione del sito, accompagnato i presenti ai vari luoghi virtuali in esso presenti, e spiegato come “viaggiare“ dentro l’Archivio nonchè come “interagirvi”.
Concludendo, ha sottolineato come un doveroso ringraziamento vada al Centro “Polis”, di Castelbuono (“... che praticamente ci ha dato l’input per la realizzazione del nostro Archivio fotografico cefaludese), ed immaginando una Rete tra i comuni del nostro Comprensorio che potrebbe costituire un potenziale culturale storico importante, inimmaginabile.
Ha ricordato infine la citazione di un fotografo francese, alla pagina iniziale del Sito, che dice: “Non mi sono mai chiesto perché scattassi della foto; in realtà, la mia è una battaglia disperata contro l’idea che tutti siamo destinati a scomparire. Sono deciso di impedire al tempo di scorrere: è pura follia! “
“Bene, questa è la nostra follia ...” - ha concluso Luciano, rivolto al pubblico - “...e, la vostra?”.
Il Prof. Rosario Perriconi, Etnologo, Insegnante all’Università di Palermo, e direttore del Museo delle marionette della stessa città. Ha curato una “poderosa” storia della fotografia per Einaudi, e prossimo Consigliere di amministrazione della Fondazione (come - in diretta - annunciato dal Sindaco).
Ricordando quell’esperienza editoriale, sottolinea come i moduli rituali sottostanti alle foto “Affettive” - soprattutto familiari - siano pressoché universali all’interno di aree culturali omogenee e “parlanti” dei valori di queste; e come, la visione successiva di quelle immagini, nello sviluppo del tempo, provochi e ne sveli sempre nuove emozioni ed aspetti.
Ogni “ tradizione”, d’altra parte, si adatta nel tempo al senso che ne danno gli uomini.
Il Vicepresidente, Manlio Peri, ha ringraziato infine anche il signor Cirincione ed il signor Varzi, dipendenti del Mandralisca, per il prezioso contributo dato all’iniziativa dell’architetto Salvatore Culotta.
Ha quindi presentato il documentario di Alberto Culotta, “Non sono cartoline”, leggendo quanto scritto dallo stesso Alberto nella copertina del DVD:
“Ci sono cose che passano veloci e altre che passano più lentamente ma tutto dovrà passare e diventare storia. L’uomo ha inventato i racconti per ricordarsi come eravamo. Per conservare l’attimo che passa, ha imprigionato la realtà in una camera oscura, facendone immagini. Ma, cosa possono dirci queste immagini se non che tutto passa? Non sono solo immagini per i turisti; hanno una esigenza civile, storica, sono cioè documenti o, a loro insaputa, lo diventeranno. Una immagine è un documento non indifferente, si scontra con la realtà che va cambiando; immobile urla contro la realtà che muta. Non sono immagini per turisti, non sono cartoline!
Cefalù è abbracciata da una natura che non dà tregua, una natura invisibile che la fa splendere d’arancione al tramonto e la sgretola come la salsedine sui muri delle case esposte al maestrale.
Perché gli uomini guardano al passato? Perché si ricordano eventi, luoghi, cose - o lo vogliono ricordare -? Cosa cercano nel passato, nella storia, di cosa hanno paura, cosa vogliono far dimenticare, ricordando”?
“Anche queste immagini un giorno faranno parte di un archivio, e finiremo in un archivio anche noi. Non dovremmo, allora, noi custodire ogni singola immagine, come ogni singola storia, di chi ha vissuto questa terra”
Dopo la proiezione, Il Sindaco,
complimentandosi, considera spiritosamente di considerare quel video una “ricognizione di tutto quello che c’è da fare” e confessa che gliene deriva un impulso ad emettere una “Ordinanza” che “obblighi i cittadini di Cefalù a salire almeno una volta al mese sulla Rocca, per rendersi conto delle bellezze che abbiamo”.
“Alberto Culotta rappresenta per Cefalù una delle scoperte - delle tante scoperte - che ognuno di noi deve fare”.
Conclude, augurandosi che con il Comune di Cefalù possa instaurarsi una collaborazione per la migliore valorizzazione di tali opere.
Peri, ricordando che presto Alberto realizzerà uno spot di tre minuti per la Fondazione, gli dà la parola.
Culotta, parlando della seconda breve proiezione della serata - quella di un spot di Cefalù per Russi -, richiesta dal Sindaco,
dice:
“L’idea era nata dal fatto che su Internet, luogo dove ormai si veicola qualsiasi tipo di informazione, comunicazione, sponsorizzazione, pubblicizzazione di qualunque cosa, merci, eccetera ... - paesi, persone - ....!
Su Cefalù c’erano dei filmati dei ragazzini che si facevano il bagno d’estate, delle foto di Cefalù vecchia molto belle, di presentazioni varie, molte cose di Franco Turdo ... insomma non c’era niente in formato - diciamo - “ufficiale” che presentasse Cefalù a un turista che eventualmente, da Mosca avesse per caso cliccato “Cefalù” ...; cosa trovava? Niente forse che lo avesse appassionato, niente di quella che è Cefalù oggi”
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Commenti
Pino Lo Presti -
Due complimenti
uno al Papà e uno al figlio che della "roccia" del padre mostra aver tratto tutta la poesia.
“Queste immagini, immobili nel tempo, ci parlano del movimento, come una pietra può parlarci del vento e delle mani che l’hanno scavata. Non sono solo immagini per i turisti”!
Finalmente una lirica, una dichiarazione d’amore non banale, non folklorica, non compiaciuta e compiacente come siamo soliti udire, verso la nostra città; tanto critica, tanto ricca di compassione, fuori da ogni “ economia promozionale” turistica: immagini-video scelte solo da una ragione adulta del sentimento d’amore.
Saro Di Paola -
Un terzo complimento
Ai complimenti di Pino a Totò ed Alberto ne aggiungo un terzo : a Luciano Cina.