Una seduta consiliare grottesca

Ritratto di Angelo Sciortino

29 Novembre 2013, 14:59 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Non c'è altro aggettivo, se non grottesco, che possa definire correttamente il Consiglio comunale di ieri, 28 novembre 2013. Esso dovrebbe essere ricordato da non pochi cittadini, perché imparino dall'esempio a evitare in futuro di scegliere a rappresentarli uomini come quelli che ieri sera hanno dibattuto su una scelta di proporzioni bibliche: mantenere la TARSU o applicare la TARES?

Sulla prima i cittadini hanno già pagato le prime tre rate. Per la quarta l'Amministrazione ha deciso, in forza di legge, di applicare una maggiorazione di 30 centesimi per mq – pretesi dallo Stato – e una ulteriore maggiorazione del 14%, necessaria per coprire per intero, o quasi, il costo del servizio ritiro rifiuti.

L'altra tassa, la TARES, abortita prima di nascere, avrebbe comportato, invece e a detta del capogruppo del PD, un aumento dal 200% al 300% della vecchia TARSU!

Numeri veri o numeri in libertà? Secondo i commentatori del Sole24Ore numeri in libertà, secondo noi numeri utili per atterrire. Numeri che, tra l'altro, a partire dall'anno prossimo diventerebbero effettivi in tutta la loro omerica oppressione.

Che fare, allora? Alcuni consiglieri hanno suggerito un emendamento, per impedire che il costo del servizio fosse finanziato sempre dalle solite vittime. Ma l'emendamento è stato ritenuto improponibile, perché esso avrebbe limitato il potere del sindaco di emanare proprie determinazioni. Così, almeno, lo hanno definito la Segretaria e la responsabile del servizio tributi!

Vediamo di capirci qualcosa, con l'aiuto del “Sole24Ore”. “La Tares, infatti, dal suo debutto il 1° gennaio scorso è cambiata un'infinità di volte, e alle amministrazioni locali è stato impossibile seguire il balletto dei parametri e scrivere i regolamenti in tempo per applicare subito il tributo. Per evitare crisi di liquidità (che si sono comunque verificate) e avviare la raccolta di una parte del tributo che paga il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, è stato allora concesso ai Comuni di chiedere in via provvisoria l'acconto calcolandolo in percentuale sulla Tarsu (o sulla Tia) pagata da ogni contribuente nel 2012, in attesa di tempi migliori. La fine dell'anno si è avvicinata, ma i tempi non sono migliorati perché la confusione sotto il cielo rimane grande: il peso del bollettino che arriverà in ogni casa, negozio o impresa prima di dicembre, quindi, dipende da un'infinità di variabili.

Le ultime novità in fatto di Tares sono scritte nella legge di conversione del decreto «Imu-2» (articolo 5 del Dl 102/2013), e permettono ai Comuni di evitare la copertura integrale del costo del servizio finanziando una quota degli sconti (fino al 7% degli oneri totali) con altre risorse di bilancio. In extremis, però, è spuntata anche la possibilità di ignorare del tutto le nuove regole, e riproporre per il 2013 la stessa forma di prelievo (Tarsu o Tia) applicata da ogni Comune nel 2012.

Nessuno dei consiglieri presenti ha detto di volere l'applicazione della TARES, ma solamente che il Sindaco e l'Amministrazione non applicassero alla TARSU l'aumento del 14%. Con questa finalità alcuni consiglieri avevano presentato l'emendamento incriminato. Un emendamento che li ha fatti accusare di demagogia sia da parte di molti consiglieri di maggioranza e sia, soprattutto, dallo stesso Sindaco.

Personalmente non vedo dove stia questa supposta demagogia, se al termine si dà il suo significato corretto. Ma forse pretendere che alcuni usino correttamente i vocaboli della nostra lingua equivale a credere in un miracolo.

Comunque, complice il parere del Segretario e del Responsabile tributi, l'emendamento è stato ritirato e la maggioranza ha approvato la delibera di Giunta, lasciando al Sindaco il potere di determinarsi come vuole e come crede. Non ci resta che sperare!

Un argomento è mancato, però. Sia da parte della maggioranza e sia da parte dell'opposizione: è mancato l'argomento principe, quello, cioè, di che cosa fare per risparmiare sul costo del servizio di ritiro rifiuti, che obiettivamente, con i suoi 13.000 euro al giorno, ci costa troppo e giustifica gli aumenti previsti dalla legge come facoltativi e non come obbligatori, tolti quei 30 centesimi al mq pretesi dallo Stato.

Che cosa pretendere da chi ha risolto il dissesto, lasciando i debiti?

Commenti

Mi pare di aver sentito che, con l'aumento del 14% della TARSU, il 97% del costo del servizio sarebbe pagato dai cefaludesi.
Il che significa che se fosse vero che la TARES avrebbe comportato per i cefaludesi un aumento della bolletta dal 200% al 300%, il Comune, lo Stato o ???? avrebbe avuto un guadagno sul servizio dal 100% al 200% circa.
Il che più che grottesco sarebbe o sarebbe stato paradossale se non pazzesco.

Mi viene da pensare che chi arriva a fare certe affermazioni abbia scarsissima considerazione dell'intelligenza di chi lo ascolta.

Oltre a  finanziare integralmente il costo di raccolta e smaltimento rifiuti, garantendo una copertura piena, la Tares avrebbe dovuto coprire anche  il costo dei «servizi indivisibili», cioè quelli che il Comune eroga a tutti, senza che ci sia una «domanda individuale» , come,  ad esempio, l'illuminazione delle strade.

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2011;201

http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto-legge:2013-08-31;102!vig=

Forse che i servizi indivisibili, indirettamente, non siano pagati da noi cittadini ?
E forse che, indirettamente, gravino per il doppio o per il triplo della TARSU ?

Gravano sul bilancio e sono stati, sino ad oggi,  coperti con trasferimenti statali che derivano dalla fiscalità generale. Adesso lo Stato chiede che i Comuni prelevino direttamente i soldi dai Cittadini, peraltro non riducendo la pressione fiscale. Il che si traduce in un aggravio. Cioè, si corre il rischio di pagare  sia indirettamente, che direttamente... 

IUC, TARSU, TARES, TASI eccetera eccetera: siamo stati invitati a giocare a tric-trac. Gioco facile, al quale possono giocare anche i consiglieri comunali.