Hobbes e il Sindaco

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Settembre 2013, 14:50 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Diceva Hobbes che il linguaggio, se usato male, può servire a coprire la verità. Lo so, il Sindaco non conosce forse Hobbes, come non conosce forse Spinoza, ma usa il linguaggio come Hobbes non avrebbe voluto: per nascondere o mistificare la verità. Provate a rivedere tutte le risposte date in passato e scoprirete che la loro lunghezza serve soltanto a coprire un vuoto. L'ultima, in ordine di tempo, è quella data al direttore di Cefalunews, Mario Macaluso, reo di avere posto quattro domande relativamente al rendiconto delle spese dei festeggiamenti del SS. Salvatore. Le stesse domande che diversi di noi avevano posto su questo blog. Voi credete che abbia risposto alle domande? Assolutamente no! Si è limitato a dire che a) non capiva chi era il destinatario delle domande e b) che egli non rispondeva alle domande, se poste in modalità diverse da quelle previste dalla forma dell'intervista.

Ha usato il linguaggio per non rispondere, facendo finta di rispondere. Tra l'altro nascondendo che il Comitato dei festeggiamenti andava in giro per raccogliere contributi finanziari, preceduto da ben due lettere pubbliche di sollecitazioni del Sindaco stesso e accompagnato da uno dei Consiglieri di maggioranza, che rappresentava – per sua stessa ammissione pubblicata sempre su Cefalunews – il Sindaco e l'Amministrazione. Stando così le cose, il Sindaco non poteva nascondere di essere quantomeno uno dei destinatari delle domande. Soprattutto se si considera che egli stesso aveva garantito, sempre con dichiarazione pubblica scritta, che il rendiconto sarebbe stato redatto “a norma di legge, così come comunicato all'Agenzia delle Entrate”.

Eppure non ha risposto e i cittadini sono stati lasciati nell'ignoranza. L'unica deduzione logica è che al Sindaco non devono farsi domande in ogni forma, se gli si vuole evitare lo sforzo linguistico di coprire la verità, che le domande hanno cercato di scoprire. Come si diceva di qualcuno, “non fategli domande, perché a mentire ci pensa da solo”. Nel suo caso, per evitargli di coprirla sotto il peso dei suoi proclami e dei suoi arzigogoli.

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Commenti

Un fiume di parole non mi pare proprio, se si considera la brevità alla quale mi attengo. "Sempre l'identica cosa", perché viene sempre ripetuta l'identica cosa da parte di chi si ostina a perseverare nell'errore.

Mi complimento per l'abilità di linguaggio con cui gioca per non rispondere.