17 Settembre 2013, 09:37 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti] |
Dopo aver letto l'intervento della Prof.ssa Rosalba Gallà e tralasciando qualsiasi annotazione di critica artistica, di cui sono digiuno e alieno, trovo molto interessante il piccolo cenno che fa riguardo il voler guardare questa mostra come l'inizio di un percorso, cosa che certo non era nelle primitive intenzioni dei sei artisti ma che spero vogliano condividere.
Si potrebbe portare avanti questo spunto e provare ad immaginare, a studiare e a proporre un progetto che contempli la possibilità, con scadenze e modalità di ogni genere prefissate, di una serie di mostre collettive, un appuntamento regolare, in cui chiunque a Cefalù si occupi di arte e artigianato, in generale di creatività - qualsiasi tecnica adoperi, possa, senza pesanti oneri finanziari, far conoscere il proprio lavoro, e, simmetricamente, sarebbe un appuntamento per chi, da amante o per mestiere, vuol conoscere e far conoscere gli artisti - diciamo - emergenti.
Nè si può escludere che tale progetto, una vera e propria vetrina - per gli artisti ma sopratutto per Cefalù - possa prevedere un giro d'orizzonte più ampio con l'accogliere anche opere dei vari paesi delle Madonie.
Sembra ovvio, almeno a me e nell'eventuale varo di questo progetto (ma anche a prescindere), che l'Ottagono di S. Caterina dovrebbe necessariamente essere attrezzato in maniera tale da poter fungere da vera sala per mostre - mostre eterogenee e quindi con disparate esigenze - e che non sia l'attuale magazzino con faretti tipo cantiere edile, privo di servizi nonchè di adeguati supporti espositivi che di volta in volta bisogna arrangiarsi a reperire; va da sè che sarebbe doveroso, direi naturale, di anno in anno programmare e rendere noto il calendario delle manifestazioni.
Se quindi qualcuno condividerà e vorrà far nascere e crescere (perchè inventare è bello ma gestire nel tempo è un pò duro) questo progetto non deve esitare a mettersi in contatto con questo nostro spazio (Quale Cefalù) o con me o con la Prof.ssa Rosaba Gallà (che mi arrogo il piacere di coinvolgere) e alla quale va, per ora, il ringraziamento per aver seguito con competenza questa mostra.
Ultima nota: le opere esposte, se gli autori lo vorranno, saranno inserite in ARKE' - L'Archivio fotografico cefaludese del Mandralisca. www.arkefa.it
P.S. Essendo quel che sono mi piace proporre quello che potrebbe essere il Logo che contraddistingue questo progetto - per il momento - ma che potrebbe anche entrare in tutte le manifestazioni che hanno come teatro l'Ottagono di S. Caterina.
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Commenti
Tania Culotta -
Su "un progetto"
Anch'io caro Salvatore condivido quanto scritto dalla prof.ssa Rosalba Gallà soprattutto in merito al fondante rapporto che lo spazio dove si è nati, dove si abita, dove si lavora, genera in chi si esprime attraverso il linguaggio dell'arte un immenso bacino dal quale attingere i saperi, la sensibilità del fare, dell'etica, dell'estro!
I rimandi alla storia e alla natura dei luoghi costituiscono le fondamenta del complesso costruito mondo dell'esperienza artistica. E Cefalù è stata ed è fonte inesauribile nella genesi della "poetica" di qualunque forma di progetto!
E il tuo progetto in nuce mi trova fattivamente (se tu vorrai) concorde poichè potrebbe costituire volano di infinite possibilità per un significativo risveglio culturale di una città ormai da troppo tempo in letargo e inconsapevole delle sue infinite risorse.
Pino Lo Presti -
Anch'io sono d'accordo
La consapevolezza della esigenza di dare visibilità alla creatività "Art" (artigianale ed artistica, figurativa e no) del territorio cefaludese e del comprensorio madonita sarebbe nell'ordine delle cose se la politica si occupasse davvero delle esigenza di crescita culturale e civica dei cittadini, come naturale base di ogni sana crescita economica, invece che degli insani interessi economici a-culturali e a-civici di alcune categorie a forte capacità di manipolazione elettorale; in altre parole se la politica avesse una "visione" invece che stare con lo sguardo basso attenta solo a gestire gli ordinari compromessi tra "pressioni" speculative diverse, cioè a "gestire tout court il potere"!
Già nei lontani anni '93/94 litigai con alcuni esponenti della Amministrazione La Grua perchè nell'affitto della sala espositiva comunale (che allora era costituita dai locali oggi occupati dagli uffici della Comunità Montana) su corso Ruggero, non riuscii a far capire l'importanza di concedere quella sala, anzichè a prezzo-pieno, al solo costo della corrente elettrica e delle pulizie, agli artisti ed agli artigiani cefaludesi che volessere far conoscere le loro esperienze; e ciò non solo per promuoverle in una eventuale prospettiva di ritorno economico ma anche (il chè non è affatto secondario) per avere occasione di incontrare altri operatori con cui scambiare ed arricchire le proprie esperienze.
Ma le "buone idee" non muoiono mai perchè non appartengono a nessuno, e fortunatamente, ogni tanto, un "avatar" le recupera dal purgatorio in cui si sono ritrovate relegate per riproporne il valore nel presente della storia.
Occorre, come dice Salvatore, creare intanto una "vetrina" permanente, dove il visitatore possa avere un quadro costante dello stato dell'Arte, cefaludese e madonita (e magari del suo sviluppo nel tempo), e dove l'interessato possa trovare i recapiti dei vari autori per contattarli. Dovrebbe essere un luogo fisico evidentemente. Nel caso che tale luogo non possa a ciò essere dedicato costantemente, ma anche se lo potesse, tale "vetrina", oggi, potrebbe essere creata anche sul web creando un apposito spazio nel sito del Museo Mandralisca (ARKE') o in quello del Comune di Cefalù.
Il nostro blog, QualeCefalù, ha creato una apposita sezione a tale scopo, denominata appunto "Creatività", ma - e qui ci incontriamo con una patologia ancora più grave di quella che affligge la nostra politica - i cefaludesi (artisti o meno) sono poco propensi ad uscire dal loro orgoglioso (e spesso presuntuoso) "castello", forse perchè restii alla "verifica" e ad ogni ipotesi di messa in discussione del loro "lavoro" che dall'incontro con altri potrebbe derivarne; figuriamoci perciò a "cooperare" (basti vedere come non si parli neanche più della “Consulta delle Associazioni)!
Un pò più di umiltà, infine, potrebbe farci aprire una finestra sul desolante (salvo le solite eccezioni) provincialismo in cui versa la nostra cultura “Art” , sulla cui base, con l’aiuto delle istituzioni, promuovere occasioni - oltrechè di “esposizione” - soprattutto di “formazione” sia in campo propriamente culturale sia in campo tecnico.