18 Luglio 2012, 16:26 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ci siamo: il baratro del fallimento è di fronte a noi e già, se guardiamo in basso, siamo colti dalle vertigini. Il grande presidente dell'autonomia, il grande Lombardo, è riuscito dove non erano riusciti i democristiani e i socialisti negli anni Sessanta e Settanta; dove non era riuscito il PCI, divenuto, per condivisione, un braccio del grande parto dell'inveterato clientelismo: il partito del cattocomunismo.
Certo, Lombardo non ce l'ha fatta da solo. Lo hanno aiutato un magistrato prestato alla politica, l'assessore Massimo Russo, e un contabile di indubitabili capacità giuridiche ed economiche, Gaetano Armao. Ma ancor più lo hanno aiutato quelle forze politiche, che si sono sedute con lui al tavolo da pranzo, in condizione così subalterna, da essere stati accontentati con le briciole, facendo scrivere a Laura Anello su un articolo assai informato e preciso sulla Stampa (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/462775/): “Ha un bel difendere l’azione di governo il Pd, alleato del presidente tra le lacerazioni della base e della dirigenza, che si è accontentato delle briciole senza riuscire a interferire sul controllo militare del governo di ogni posto di potere, poltrona, sedia, strapuntino. Mettendo anche la sua faccia su un bilancio che vede un indebitamento di 5 miliardi di euro e 15 miliardi di entrate probabilmente mai esigibili.”
E, aggiungiamo noi, mettendo anche la sua faccia su un decreto, che vuole dare avvio al depauperamento dell'ospedale di Cefalù.
E questo depauperamento è inutile anche a ridurre le spese sanitarie. Dice, infatti, l'articolista: “Hanno un bell’agitarsi i paladini dell’antimafia che hanno accettato di diventare suoi assessori, a cominciare dal responsabile della Salute Massimo Russo, il quale sostiene di avere ridotto i costi della sanità, nonostante l’ultima severissima relazione della Corte dei Conti, pochi giorni fa, abbia registrato una spesa in costante ascesa: più 519 milioni nel 2011. Un comparto dove il solo servizio del 118 costa 110 milioni l’anno e conta 3.200 addetti, il doppio della Regione Piemonte.”.
Ed ecco dimostrato quanto questo nostro Paese, questa nostra Cefalù, è chiamato a pagare per qualcosa, che soltanto apparentemente non ci tocca da vicino. Ci tocca così da vicino, invece, che mette in forse persino il nostro diritto a far nascere i nostri figli a Cefalù e di trovare possibilità di curarci nel nostro ospedale.
Non possiamo credere, come sempre, che la condanna di chi ha attentato ai nostri diritti venga dalla Magistratura. Ormai da due secoli almeno i diritti dei cittadini, che nel Medioevo si chiamavano privilegia, non sono più concessioni dei sovrani, si chiamino essi Lombardo, Russo,Vicari e via così, ma sono diritti naturali, che in un sistema democratico sono difesi dai cittadini stessi, scegliendo con consapevolezza i propri rappresentanti e non eleggendo o rieleggendo coloro che hanno tradito il loro mandato e oggi vogliono coprire i loro errori con le chiacchiere e le elucubrazioni.
Sono curioso di vedere alle prossime elezioni come i Cefalutani sceglieranno e a chi affideranno il loro futuro e quello dei loro figli.
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Commenti
Claudio Barbera -
E in più
rispetto a ciò che giustamente è stato scritto, occorre riflettere sulla tempistica, per la verità piuttosto sospetta, di una minaccia di commissariamento della Sicilia. Che la situazione siciliana fosse disastrata non era un mistero per il governo, nè ora nè precedentemente.
Piuttosto occorre chiedersi se il commissariamento non miri a rinviare le elezioni di ottobre, che chiaramente segnerebbero un disastro per i partiti nazionali tutti a vantaggio della ribellione, incarnata al momento dal movimento 5 stelle o da Di Pietro. Ciò potrebbe avere effetti devastanti anche per il governo nazionale e dunque quale migliore panacea quella di far in modo di far slittare le elezioni fino alla loro scadenza naturale del 2013?
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Lo diceva Andreotti.
Claudio Barbera -
Come volevasi dimostrare
la conferenza stampa di Lombardo è finita ora e il suo contenuto è pari pari al commento postato in precedenza, con il "lieto fine" (si fa per dire) che egli si dimetterà prima del commissariamento per permettere il voto.